martedì 11 ottobre 2016

Galleria del futuri (?) "Invincibili" nello sport e non solo: GIANLUCA FERRATO

C’era un tempo nel quale non esisteva l’ossimoro sportivo delle “gare non competitive” ne esisteva il socializzante e più raggiungibile obiettivo del “Finischer”. Il “terzo tempo” culinario era sostituito da feroci discussioni tra i protagonisti in relazione a veri o presunti tagli di percorso o anche semplicemente (si fa per dire) scarpate rifilate in gara e le scarpette chiodate da campestre lasciavano il segno. Tutto era un dannato confronto “a tutta” per un posto in prima fila nella classifica finale.
Fino alla fine degli anni ’80 l’atletica di corsa viveva di pista, outdoor o indoor, di un limitato numero di gare su strada e di campestri, rigorosamente infangate, nei rigori invernali.
Le serate estive erano l’occasione per feroci giri podistici, di norma circuiti di 1,5 – 2 km. a ripetizione  dove un limitato e qualificato numero di atleti si contendevano una medaglia d’oro (i primi 3), argento (fino al decimo) e poi la semplice e banale medaglia ricordo simil vermeil o peggio ancora. Il “pacco gara” era un eminente sconosciuto.
Il pinerolese ospitava alcune di queste vere e proprie kermesse agonistiche:
la Scala Santa a Cavour, i giri podistici di Scalenghe, Luserna, il Campionato pinerolese di Corsa Campestre, le campestri nazionali di Pinerolo e Luserna sono alcuni esempi dell’epopea della competizione allo stato puro!
Pochi ma buoni: molto buoni e l’Eco del Chisone titolava con enfasi “Solo sei ritirati tra i 130 in gara alla Scala Santa di Cavour” sottolineando i 130 come un dato esaltante!
La Marcia Alpina viveva il suo Campionato Pinerolese altrettanto ferocemente agonistico e riservato a pochi protagonisti.
Poi vennero dapprima i “trofeini”, seguirono le “coppette” ed ancora i “minipesos” in “minioro” ed altri oggetti prendi polvere ed infine fu il Pacco Gara. Oggetti di poco valore ma distribuiti a tutti a prescindere dal risultato agonistico hanno aperto la strada alla moltiplicazione di coloro che allo sport visto in tv preferiscono quello praticato.ed infine vennero le “non competitive” tante e tanti partecipanti.
Meglio prima o adesso? La risposta giusta è: ne meglio e ne peggio; semplicemente diverso.
Al popolo dei podisti di strada Gianluca Ferrato si è fatto conoscere così, attraverso la partecipazione costante e continua alle “non competitive” ma che quell’incedere nel contempo leggero e potente lasciasse intravedere molto di più era fuori di dubbio!
Il suo esordio atletico avviene in pista, sotto gli occhi di pochi specialisti, al tramonto dell’anno 2009 al compleanno del 16° anno di età. E’ l’Atletica Pinerolo a raccoglierne la voglia di sport mettendogli a disposizione tecnici e pista di atletica. Dalla velocità potente dei 400 e degli 800 fino al mezzofondo breve contenuto nelle distanze dei 1500 e dei 5000 mt.. Costruisce il suo fisico secondo le sacre regole della progressione fino a che prova l’esordio in una gara monumento: il Giro Podistico di Pettinengo. Esordisce da Junior ed ottiene un promettente 3° posto!
L’anno 2013 segna la sua maturità atletica sulla “nobile “ pista ottenendo i personali sulle distanze del giro di pista (50’’61), del doppio giro (1’56’’05) e sui meno frequentati 600 mt (1’23’’74) e 1000 mt (2’34’’23).
La Stratorino e la Strapinerolo del 2015 lo vedono vincitore  e nello stesso anno ottiene il miglior tempo sui 10.000 su strada coperti in 32’10.
Però…l’eresia si fa strada e contribuisce al successo di squadra al Trisport di Villafranca P.te dove gli atleti si misurano in uno strano triathlon comprendente canoa, mountain bike e podismo…
Il 2016 porta con se il personale sui 1500 (4’02’’21) e sui 5000 (15’38’’63) e sui 10000 (32’10’’).
Lui dice che prova piacere a partecipare a gare di ogni tipo ma la fatale attrazione per la montagna prende il sopravvento: un “assaggio” lo aveva già provato esordendo da Promessa sui 4000 gradini del Forte di Fenestrelle e l’assaggio è stato fatale. L’estate è li e le montagne rappresentano una grande attrattiva per chi ama correre. Esordio sui sentieri al Sestriere dove, il 31 luglio si corre il Trail su due distanze. Il maltempo costringe l’organizzazione ad unificare i percorsi e conclude in 4° posizione assoluta. A fine agosto è il più tecnico e muscolare Tour Monviso Race  a vederlo alla partenza ma soprattutto in 5° posizione finale. Poi va ad Ulzio al locale Trail e sulla distanza di 23 Km conferma la sua predisposizione per la corsa in natura con un promettente 4° posto.
“Invincibile” non ancora ma la strada è quella giusta per diventarlo; 23 anni sono l’età della maturazione atletica con un futuro agonistico ancora tutto da costruire specie in montagna dove la resistenza rappresenta una caratteristica indispensabile.
Carlo Degiovanni