Ci hanno provato alcuni a studiare e descrivere i meccanismi subliminali che attengono alle benefiche funzioni mentali della pratica sportiva.
“In su ed in se” (G. Saglio – C. Zola Ed. Priuli e Verlucca) affronta l’argomento coniugando alpinismo e psicologia mentre “Correre con la testa” di Pietro Cristini (Fusta editore) descrive le tecniche mentali per correre e, soprattutto, vivere meglio.
Altri, più prosaicamente, evidenziano il contenuto pseudo filosofico legato all’esercizio del cammino, meglio se solitario, in ambiente naturale.
Lei, Marina Plavan, ci aggiunge di suo il fattore onirico: “Perché più del sentiero conta il passo, ma più del passo conta il respiro ed ancora più del respiro conta il SOGNO”.
A sentire le affermazioni di Marina la mente non può che andare a “In Volo” opera prima del Banco del Mutuo Soccorso che per coniugare il sogno e l’avventura pescava a piene mani dall’Orlando Furioso:
“Lascia lente le briglie del tuo ippogrifo, o Astolfo,e sfrena il tuo volo dove più ferve l'opera dell'uomo.Però non ingannarmi con false immagini,ma lascia che io veda la verità e possa poi toccare il giusto……Da qui, messere, si domina la valle: ciò che si vede, è.Ma se l'imago è scarna al vostro occhio, scendiamo a rimirarla da più in bassoe planeremo in un galoppo alatoentro il cratere ove gorgoglia il tempo.”
Questi sono gli aspetti che sintetizzano e caratterizzano la sua vita fatta di corse!!!
E dire che Marina ha pieno titolo a fare emergere, come parte migliore della sua passione sportiva i suoi grandi risultati dal punto di vista agonistico.
All’agonismo sportivo ci è arrivata tardi quando accompagnava le figlie Alessia e Valentina a “fare Atletica”. Alla soglia dei 40 anni ha conosciuto questo aspetto della vita ed è stato amore vero fino al punto di determinare la condizione che vede, oggi, Alessia e Valentina accompagnare Marina a correre in montagna!
E’ stato il 2004 l’anno della scoperta …della passione sportivo - onirica! E non poteva che avvenire alla Tre Rifugi in Val Pellice l’esordio di Marina nel “nostro” mondo.
Una “impresa sportiva” che, inconsapevolmente ha fatto “sognare” migliaia di aspiranti corridori dei monti. Il fascino irresistibile del Pra, del Barant e del Manzol tesse la tela, attrae e conquista…Il pensiero ritorna al Banco, a Francesco Di Giacomo ed alla forza ipnotica ed attrattiva della tela del ragno…: “Io sono il ragno che fila dentro gli oscuri buchi…. Tendo la trappola a chi resta ammirato dalla mia abilità!”
Il sogno ha radici profonde e Marina torna su quei sentieri una dozzina di volte nelle varie versioni che l’Arcaica Impresa propone nel corso degli anni. Scopre che i “Sogni” possono essere anche “vincenti” e i numerosi podi conquistati la vedono per due volte sul gradino più alto.
Ed allora perché non misurarsi anche agonisticamente sui sentieri montani? Le vallate vicine diventano un limite e Marina decide di conoscere altre montagne, altre salite e discese.
Il punto di riferimento diventa la lombarda (ma internazionale) Valetudo Skyrunning Italia che ha nel profilo dell’aquila il proprio simbolo ed in Giorgio Pesenti il Profeta.
Arrivano altri successi: medaglia d’argento agli Italiani di Sky Race a staffetta di Valbonidione, un titolo italiano di Ultra Trail al Monte Soglio ed un prestigioso 7° posto alla TDS del 2015.
Nel 2016 si afferma al Trail dei Monti Pisani ed al Trail del Giglio, un secondo posto sulle Orobie (140 Km) ma, soprattutto un quattordicesimo posto alla Transgrancanaria tradotto in prima italiana al traguardo.
…Ma rimane il “Sogno” a dominare lo spirito avventuristico e sportivo di Marina e quale terreno più fertile del Tor Des Geants si può prestare a questo fine?
Le lunghe e lunghissime distanze (350 km) non la spaventano e poi se l’obiettivo è sognare meglio farlo per lungo tempo: il risveglio (traguardo) è sconfitta. Inevitabile sconfitta ma il sogno è il “durante”!
Lei prenota il “Sogno” ed attende due anni prima che possa realizzarlo: poi eccola al via per tre edizioni consecutive. Quarta, terza e quarta nelle tre edizioni a confermare che oltre al sogno c’è qualità, grande qualità.
Lei, però, non pensa di essere un’ “atleta seria”. L’agonismo ed i risultati sono una conseguenza e non il fine del suo modo di vivere il rapporto con il cammino e la montagna.
“Noi siamo liberi, liberi, liberi di volare…. Siamo liberi, liberi, liberi di sognare” è questo il messaggio di Marina, l’Aquila sognante Valetudo.
Ovvia la speranza di vederla sognare anche a Bobbio Pellice il 9 ottobre al Trail degli Invincibili!!!
Carlo Degiovanni