giovedì 15 settembre 2016

Galleria degli Invincibili tra storia e sport: CLAUDIO GALEAZZI

Come direbbe la Genesi: …in principio fu “La Serenella”. Cosa può fare un ragazzo di 23 anni che vive nel profondo delle vallate Ossolane ed ha “voglia” di sport?
Oggi forse direbbe: “Lo Stato…la Regione…il Comune…gli altri, insomma, devono darmi la possibilità di praticare lo sport”. Lui invece ci ha messo prima di tutto del suo ed ha creato una Società sportiva, la Serenella, e di lì è partito per diventare l’“Invincibile Imbattuto”, l’uomo che nel 1991 ha frantumato il record della Tre Rifugi realizzando quel 2.02.14  rimasto negli anni tale ricordando a tutti che “si può dare di più ma…bisogna riuscirci!”.
E dire che in quella occasione si misurò con un tracciato a lui sconosciuto regolando Campioni stratosferici quali Dario Viale, Renato Jallà Guido Turaglio, Elio Ruffino ecc…..
Ben altro racconterò di Claudio Galeazzi ma non potevo che partire da lì, dalla gara che lo ha consacrato Principe della “Galleria degli Invincibili” che è dedicata ai grandi Campioni che hanno onorato con la loro presenza i sentieri della Val Pellice praticando lo sport dei faticatori di montagna.
Due anni durò la sua esperienza nella citata Società. Le montagne ossolane erano il pane quotidiano a volte perfino opprimente. Ed allora il primo innamoramento fu per le gare su strada e, per quanto possibile, in pianura.
La “folgorazione” per la montagna avvenne incontrando i campioni della “Marcia Alpina”, allora così si chiamava, giunti in Valle Anzasca a disputare l’edizione 1979 della gara di “San Carlo”.
I loro nomi richiamavano imprese sportive ritenute ineguagliabili: il bergamasco Bar Emma con Giupponi, Lazzarini, Tassi, Bonzi, Pezzoli; la Forestale Roma con Mostachetti, Balicco, Darin…
Loro la montagna non la sfuggivano ma l’aggredivano e, addirittura, la correvano!!! Perché no???
Ad assistere alla “San Carlo” in Valle Anzasca c’era però anche un “mito” dello sport di montagna.
Lui aveva creato un’altra Società sportiva con un nome che non poteva che evocare le corse sui monti: “Genzianella” si chiamava e si chiama tutt’ora e con quella società coltivava la passione ed i sogni dei giovani ossolani: il geometra Giorgio Longa.
E così, nel 1980, Claudio mette da parte la strada ed approda alla corte della “Genzianella”.  E’ un esordio complicato: la vita in vallata richiede grandi sacrifici e le tabelle di allenamento devono fare i conti con le necessità economiche che obbligano a  privilegiare il lavoro retribuito andando ben al di là delle fatidiche 8 ore giornaliere.
Comunque Giorgio Longa aveva visto lungo: pur in quelle condizioni Claudio partecipa al Campionato Italiano e conquista, da subito, un quinto posto che lascia presagire un glorioso futuro
In presenza di quel risultato la richiesta dell’amico Giorgio si fa pressante: “devi ridurre il lavoro per potere allenarti meglio”. Claudio trova i nuovi equilibri ed inizia una nuova fase agonistica: nel 1981, grazie a questa scelta, vince una prova del Campionato Italiano nella vicina Ceppo Morelli che gli vale la  4° posizione nella classifica finale. Da li alla convocazione in Nazionale il passo è tanto breve quanto scontato: incontro Internazionale a Leffe e 3° posto assoluto!!!
L’Amico Giorgio aveva visto giusto ma non si accontenta: “il prossimo anno se vinci il Campionato Italiano smetto di fumare”. Claudio accetta la sfida…non dice se è per la sua gloria personale o perché ci tiene troppo alla salute del suo grande estimatore.
Esito del “patto 1982”: record a ripetizione in Valle Ossola, titoli di Campione Regionale e Provinciale di specialità ma, soprattutto, vince la sfida conquistando il titolo di Campione Italiano con 3 vittorie ed un 4° posto!
Ad ottobre 1982 a Ceppo Morelli si festeggia l’evento ed il nuovo Campione. C’è la Banda, la televisione ma, soprattutto, ci sono Fausto Bonzi e Privato Pezzoli giunti in Ossola per applaudire loro, questa volta, lo “spettatore” del 1979.
La strada è tracciata e il futuro è promettente se non che….
Nel novembre (11) 1982 si spegne Giorgio Longa.  Il triste evento si abbatte sull’intero mondo della “Marcia Alpina” divenuta, nel frattempo, “Corsa in Montagna”. Giorgio Longa è stato l’iniziatore del percorso di crescita fino a livello mondiale della specialità. Grande competenza e grande umiltà con l’obiettivo di dare un futuro sportivo ai giovani ossolani costretti in Vallate che devono vincere la sfida con l’emarginazione territoriale. Il G.S.D. Genzianella la sua casa principale ma la specialità stessa gli deve la vita e schiere di campioni e non hanno vissuto di sport grazie a quest’uomo!
Per Claudio viene meno il mentore ed il punto di riferimento sportivo ed umano ed il “momento magico” pare finire: nel 1983 perde la sfida per il titolo italiano. Non va oltre ad una vittoria, 2 secondi ed un terzo posto. Fausto Bonzi fa meglio di lui al punto di potere scartare addirittura un 7° posto.
Nel 1984 viene inserito nell’organico del C.S. Forestale Roma e da lì tenta il rilancio sportivo. Ancora un secondo posto nell’Italiano   e l’anno dopo un nuovo ostacolo. Questa volta è la salute fisica che vacilla sotto forma di una forte anemia testimoniata dal dato di 10,9 di emoglobina.
Le relazioni umane per Claudio sono importanti ed è un grande Amico, Bruno Innocente alfiere del GSA Valsesia di Carluccio Chiara, a indicargli la strada per vincere anche in questa occasione. I consigli del Dott. Enrico Arcelli lo rimettono in pista, o meglio, sui sentieri. I segnali della ripresa sono testimoniati dalla vittoria con record imbattuto sul Monte Zucco di San Pellegrino (1986), rinnova il 2° posto al Campionato Italiano individuale e realizza il record sulla sua frazione nella Staffetta di Macugnaga.
E’ un crescendo che lo vede vincere nel 1988 il Campionato Italiano a Staffetta coadiuvato da Luigi Bortoluzzi e Lucio Fregona superando gli alfieri della GAAG Alitrans Verona di Pennacchioni Alfonso Valicella, Fausto Bonzi e Privato Pezzoli, trio considerato davero imbattibile!
A Sestriere, campionato italiano di Gran Fondo, conquista la seconda posizione.
Ancora sui massimi livelli nel 1989 con la conquista del titolo italiano di “Cross Lungo” nella sua Domodossola e di Staffetta.
Il trio Forestale Bortoluzzi, Galeazzi e Fregona si ripete ancora nel 1990 e ’91 con la conquista del titolo italiano di Staffetta, mentre Claudio, in piena solitudine conquista anche i titoli nella specialità Cross Lungo nel ’91 e 92 ancorchè, nel 1991, abbia chiesto al Responsabile della Forestale Roma Raimondo Balicco, di passare alla seconda squadra.
Fine della storia? No perché le considerazioni finali sono importanti:
La strada indicata da Giorgio Longa ha portato a grandi soddisfazioni ma anche a qualche, apparentemente inspiegabile, delusione. Sono mancati i risultati a livello internazionale o meglio, non sono stati al livello delle aspettative: 2 terzi posti a Leffe ed a San Giovanni Ilarione e due 4°  a Kenvicin (Inghilterra) ed in Francia. E dire che qualche giorno dopo questi risultati tornava improvvisamente la forma….quando si dice che nello sport non conta solo il cardiofrequenzimetro…
Oggi Claudio vive di splendidi ricordi sportivi ma, soprattutto, ricorda con grande affetto coloro che gli hanno permesso di esprimere al meglio il suo talento:
Edoardo Ghivarelli, se non fosse stato per lui non avrebbe mai corso, fu lui ha portarlo ad una gara (sagra del paese) arrivarono ultimi e ironia della sorte Claudio vinse pure la coppa come primo arrivato del paese (era il solo) nell’ottobre 1977.  Edoardo causa un gravissimo incidente sul lavoro è diventato totalmente cieco all’età di 26 anni, il 21 Giugno 1979.
Il Geometra Giorgio Longa, con Lui avrebbe conquistato il Mondo purtroppo la sorte li ha divisi sul più bello.
Longoborghini Ferdinando, una grande persona umile ma molto importante nella carriera di Claudio.
Il Dott. Enrico Arcelli, che gli ha permesso di continuare a correre seppur anemico. Una persona strepitosa.
Il Prof. Donato Fantonetti, grande atleta e grandissima persona, grazie ai suoi consigli Claudio è  arrivato dove Lui sapeva.
Raimondo Balicco che ha saputo sopportarlo e supportarlo per 11 anni. Claudio avrebbe voluto dargli di più (?) mah non mi è stato possibile, un ricordo particolare va a Giovanni Mostachetti, grandissimo atleta nella squadra forestale, persona molto pacata in grado di dare ottimi consigli, il record dello Zucco è anche merito suo.
Giorgio Chiampo, una grande atleta e una persona “Vera”. Ad Artavaggio nel 1980 dopo una gara spalla a spalla lo battè in volata, scusandosi subito dopo per avergli precluso il 4° posto nel Campionato Italiano…
Il già citato Bruno Innocente ed il Prof. Umberto Borino, persona altamente seria e professionale, grazie ai suoi consigli e insegnamenti ha sopperito a tanti fastidiosi dolori alla schiena.
…e, ancora, Erminio Nicco: un suo preziosissimo consiglio dopo una cocente sconfitta gli permise la già citata vittoria con record al monte Zucco!
Lo sport di montagna regala anche questo: la capacità di vivere il ricordo dei successi senza dimenticare chi ha collaborato alla loro realizzazione. Dalla “Serenella” alla “Forestale” passando per la determinante “Genzianella”
Carlo Degiovanni