mercoledì 21 settembre 2016

Galleria degli Invincibili tra storia e sport: LUCA VACCHIERI

Anche la Marcia Alpina, senza volere fare dissacranti paragoni, ha un “antico” ed un “nuovo” testamento. O meglio, la “Marcia Alpina” appartiene all’antico testamento mentre la “Corsa in Montagna” ne costituisce il nuovo.
Cosa distingue le due cose? Nei fatti i diversi appellativi ne definiscono già   i tratti tecnici. Percorsi molto più “duri” (prevale la marcia in salita e il ripido in discesa) nella prima versione e tracciati più “umani” nella seconda per rispondere al dettato Fidal che vede la Corsa in Montagna come una disciplina che serve strumentalmente ad individuare, la dove non ci sono impianti di atletica (le vallate alpine), i campioni da trasferire sulle discipline più “nobili” ma, soprattutto, olimpiche quali 3000 siepi e maratona.
Da sempre la disciplina ha vissuto sul “vigente regolamento locale” e le differenze erano sostanziali. Francia ed Austria gradivano poco le discese pur coltivando, con Inghilterra e Svizzera la passione per le salite muscolari. In Italia Piemonte e la Valle d’Aosta proponevano percorsi molto tecnici, mentre altre Regioni preferivano tracciati meno aspri.
E’ stata faticosa l’unificazione regolamentare intervenuta all’inizio degli anni ’80 del secolo scorso.
Ne sanno qualcosa i “nostri” Chiampo e Balicco, tradotti ai tempi attuali in Paolo Germanetto, hai quali è stato affidato l’immane compito tra ostilità ed incomprensioni territoriali e la tiepidezza della Fidal stessa.
Non che dai tempi dell’inglese Charly Doll, del francese Thierry Icard e degli italiani Bordin, Canins, Dal Sasso, Valicella sia cambiato molto, in fondo. Sono cambiate le denominazioni con l’aggiunta di Sky Race, Sky Marathon e Trail ma nell sport che “penetra i boschi e scala le montagne” (cit. Remo Musumeci) sono rimaste le profonde differenziazioni tecniche, talvolta poco conciliabili …storia lunga che meriterebbe di essere raccontata meglio…
Niente …. mi sono lasciato prendere da queste considerazioni leggendo gli appunti di Luca Vacchieri laddove lui stesso si definisce tutt’ora “Atleta da Marcia Alpina”. Se un atleta nato nel recente, almeno per me, 1981 a Giaveno, presenta questo biglietto da visita significa che “La Marcia Alpina è ancora viva e …. corre insieme a noi”!!!
Lui, la decisione di “correre la montagna” l’ha presa in compagnia di altri 9 amici agli albori del secolo attuale. Come al solito il problema principale è stato trovare un nome alla nuova compagine sportiva e la semplice saggezza montana, sotto le sembianze di Sergio Blinio, suggerì “Des Amis”. Nessun francesismo, per carità, solo la traduzione piemontese di “dieci amici”.
Fino ad allora Luca aveva praticato il nobile calcio limitandosi ad osservare il papà Graziano danzare leggiadro per i sentieri montani…
Passare dall’esplosività atletica del calcio alla potenza resistente della nuova disciplina ha richiesto qualche anno durante i quali ha preso lezioni dai numerosi maestri di specialità presenti in Val Sangone, i fratelli Ruffino su tutti.
Deve attendere il 2010 per la prima vittoria e la ottiene in Val Susa dove si afferma nell’edizione 2010 all’Alpe Balmafol di Chianocco. 
Come detto ama i percorsi più tecnici. “Le discese ardite e le risalite” si manifestano come le specialità più amate e quale terreno di gara migliore del Musinè (versione Caselette) può essere utile per la “laurea” in materia?
Così frequenta per un quadriennio quei sentieri conseguendo quattro vittorie negli anni 2011 – ’13 – ’14 e 2015.
Nel 2012 ci prova anche sulle lunghe distanze ed alla Tre Funivie del Sestriere ottiene un prestigioso secondo posto alle spalle di “un certo” Paolo Bert. La cosa lo soddisfa e si ripete nel 2013.
Predilige, comunque, il “breve ed intenso” e quale terreno migliore della gara di casa?. Il Colle Bione di Coazze lo attende assieme ai suoi tifosi: due secondi posti due terzi e poi, nel 2013, l’ambita vittoria!  Vince anche nel 2012 a Margone ma il sapore della vittoria in casa è ineguagliabile. 
Il 2016 è l’anno della maturità atletica e quale posto migliore della Val Pellice per la consacrazione definitiva?
Lui, in Val Pellice, aveva già dato dimostrazione delle sue qualità: La Liussa di Villar Pellice lo aveva già accolto a braccia alzate nel 2013 ma soprattutto la Tre Rifugi lo aveva visto tra i protagonisti per cinque edizioni variamente organizzate, due delle quali in coppia con il papà Graziano.
Ed allora ci ritorna e lo fa in una gara suggestiva:”La Tre che non c’è” ovvero i sentieri della Tre Rifugi in formula “apocrifa”. Ormai è il tempo di trasmettere ad altri la propria passione. In Val Sangone il G.S. Des Amis ha moltiplicato i numeri e tra questi c’è del nuovo e del buono!!! “Se vieni con me, Giovanni (Bosio), ti porto in un santuario delle Corse in Montagna, pardon, della Marcia Alpina!!! Giovanni lo segue…adesso tocca a lui imparare! Arriva la vittoria, faticosa vittoria per “Lu Biunt e Lu Brun” raggiunta solo negli ultimi metri. 
Luca, nel 2016 ricorda anche la vittoria alla breve ma intensa gara di Pianprato Soana ma la vittoria in Val Pellice lo consegna di diritto alla “Galleria degli Invincibili”. 
Nella vita fa il giardiniere ma la malattia delle corse sui monti gli ha fatto dimenticare il blasonato calcio. Costanza e sacrificio sono inevitabili se si vuole faticare con successo ma se tutto è sorretto dalla passione ogni corsa diventa una passeggiata.
Carlo Degiovanni