C’è chi, dopo essere stato in Africa, ha una profonda nostalgia di questo continente: lo chiamano MAL D’AFRICA.
C’è chi invece, perché lontano, ha nostalgia del grande Brasile: la chiamano SAUDADE.C’è poi Marina Plavan, che dopo aver corso il suo primo TOR DES GEANTS nel 2014 se ne è follemente innamorata e non è più riuscita di farne a meno: ci è quindi tornata sia lo scorso anno (2015) che la scorsa settimana per correre, e vivere, il suo terzo TOR consecutivo (quest’anno oltretutto ancora più duro con i suoi 339 km e 30.000 D+). Ormai quello tra Marina e il TOR sembra essere un legame indissolubile fatto di emozioni, sorrisi, sofferenza, fatica, gioia, albe, tramonti, natura (a volte amica e a volte ostile) ma soprattutto ricordi, quei ricordi che sempre rimarranno dentro di lei e che niente e nessuno potrà cancellare.
Daniele Zoppi





