Trail Degli Invincibili

Un bellissimo Trail attraverso luoghi spettacolari, insoliti, racchiusi da una cerchia di monti dove tra tutti emerge il Cornour, da questa parte quasi inaccessibile!

Il nuovo percorso

Un nuovo Trail in Val Pellice con partenza ed arrivo dal Laghetto Nais di Bobbio Pellice!

Un occasione per conoscere la nostra Valle

Il nostro "Trail degli Invincibili", oltre ad essere un importante momento di sport vuole essere un occasione per conoscere il territorio della Val Pellice, non solo per le sue bellezze paesaggistica ma soprattutto per la sua ricca storia e cultura.

giovedì 21 marzo 2019

CORSE DELL'ALTRO SECOLO .... TROFEO MARIO MANTELLI

SEGGIOVIE VANDALINO – TORRE PELLICE – F.I.D.A.L.
TROFEO MARIO MANTELLI
 Ai piedi del Vandalino continua la celebrazione annuale di una storica gara dal sapore antico: la “Marcia Alpina del Castelluzzo” ritornata alle origini dopo la parentesi dei “Sentieri dei camosci” ad opera del Gruppo Amici di Santa Margherita.
Pochi ricordano, però, che le prime asperità che dal borgo di Santa Margherita salgono verso il Vandalino sono state teatro di un’altra importante manifestazione sportiva di specialità: il Trofeo Mario Mantelli. Il Geometra Mario Mantelli fu il progettista, con l’Ingegnere Giuseppe Piazzo, di quello che avrebbe dovuto essere essere il Traforo del Colle della Croce, parte integrante del collegamento viario Torino Marsiglia (progetto del 1956).
Era organizzata dalla “Seggiovie Vandalino”, la società che gestiva la così detta “cestovia” che collegava Torre Pellice con la Sea di Torre, con il supporto delle varie società sportive che si sono succedute in valle: da Natura Holding a Footing Sport transitando per i Vigili del Fuoco e Polisportiva Villarese. 
Si trattava di una gara a staffetta con una prima frazione di salita che, partendo dalla stazione di valle della “cestovia” saliva fino alla Sea; il secondo frazionista transitando presso quello che diventerà il Rifugio Barfè raggiungeva la località Chiot d’ l’Aiga consegnando il testimone al terzo staffettista che scendendo la Val d’Angrogna raggiungeva la località di partenza.
La gara alla sua 6° ed ultima edizione (1983, la gara esordì nel 1978) fu assunta a “Gara nazionale” e Campionato regionale per staffette.
Sotto i 25 minuti il tempo impiegato dai migliori primi frazionisti per risalire la Sea sullo storico sentiero. Poi il tracciato si faceva più “corribile” e adatto anche agli stradisti.
La classifica del Campionato regionale dice che ha vincere il titolo nel 1983 fu la staffetta della “Perosino” di Asti che schierava Matteo Avataneo, Marco Mussotto e Rosalino Damele. Dalla Val Sesia giungeva la staffetta 2° classificata con Michele Incampo, Innocente Bruno e Carlo Chiara mentre il primo valligiano, Bruno Poet, occupava la terza piazza insieme ai compagni di squadra (Mobili Toscano di Cumiana) Carlo Dalmasso e Felice Oria. In campo femminile la vittoria della squadra della Comunità Montana Alta Valle Susa Miranda Giordanengo, Ranata Dalmasso e Mariangela Oria.
Lino Marcolla, Sergio Cerini e Fernando Guglielmone componevano la staffetta più anziana. Avevano, rispettivamente 56, 57 e 58 anni.
Carlo Degio

lunedì 18 marzo 2019

UNA SERATA PER (RI) PENSARE ALL’AMBIENTE: IMMONDEZZA

TEATRO DEL FORTE – TORRE PELLICE
VENERDI’ 12 APRILE ORE 21
IMMONDEZZA di Mimmo Calopresti
Con ROBERTO CAVALLO
una serata per (RI) PENSARE ALL’AMBIENTE
Aderiscono alla iniziativa del Comitato organizzatore del Trail degli Invincibili: Unione Montana del Pinerolese, Legambiente Val Pellice, Il Riuso, ATAAI , Cai Uget Val Pellice e FA+.
Fin dal momento della sua creazione il Trail degli Invincibili di Bobbio (Villar) Pellice esplicitò la volontà di “andare oltre” l’essere semplicemente una, sia pure prestigiosa, manifestazione sportiva e lo fece coniugando lo sport con la divulgazione della Storia valdese che di quel territorio era parte integrante. Oggi, il suo Comitato organizzatore si fa carico di una iniziativa nel campo della tutela dell’ambiente con una particolare attenzione a temi propri quali il ripristino, manutenzione e pulizia dei sentieri montani non trascurando l’aspetto relativo alla organizzazione di manifestazioni “eco sostenibili”.
D’altra parte il Trail è una disciplina che non prevede costosi impianti da costruire e manutenere ma semplicemente tiene (o riporta) in vita la ricca sentieristica già presente.
Dalla scelta sopra descritta prende il via l’idea di allestire una serata a tema e quale occasione migliore ci può essere dell’utilizzare, allo scopo, lo splendido film “IMMONDEZZA”, girato dal regista Mimmo Calopresti del quale è protagonista Roberto Cavallo? 
Ad andare oltre allo specifico tema originale della serata ci penserà il prezioso contributo che porteranno i rappresentanti delle Istituzioni e, nello specifico, le Associazioni che hanno aderito alla serata quali Legambiente Val Pellice, l’Associazione Il Riuso e l’Associazione per la tutela degli ambienti acquatici e dell’ittofauna.
Ci sarà spazio anche per il pubblico e la conclusione della serata non potrà che essere affidata a Roberto Cavallo, agronomo ma soprattutto divulgatore di sapienza e sensibilità ambientale.
La problematica della tutela ambientale pare stia vivendo, fortunatamente, una nuova stagione sia pure al momento senza grandi riscontri in coerenti scelte politiche reali e non sarà risolutiva in tal senso la serata torrese ma la stessa potrà contribuire a diffondere consapevolezza in materia. 

venerdì 15 marzo 2019

CORSE DELL'ALTRO SECOLO .... LA SETTE COMUNI (e settecento vespe) DI PRAROSTINO

Quel giorno di un anno indefinito ma collocato tra il 1979 ed il 1995 gli antichi Trailer fecero conoscenza con un graditissimo “premio di partecipazione” oggi detto “pacco gara”: la cipolla!  E sì, perché giunti al traguardo, quel giorno, non interessava tanto la posizione, il tempo impiegato e neppure l’agognato pacco di pasta ma trovare al più presto il prezioso ortaggio bulboso.
Successe che nella discesa, attraversando un prato appena sotto le “Bariole”, la cresta di confine con il Comune di Angrogna,  il passaggio dei concorrenti disturbò uno o più nidi di vespe (vespulus vulgaris) nascosti nel terreno scaldato dal sole di fine giugno (o settembre…). La battaglia fu impari: gli atleti, pur producendosi in scatti imperiosi e financo in autoflagellazione a suon di schiaffi, non riuscirono a sfuggire all’attacco e giunsero al traguardo con evidenti segni della sconfitta subita.
Corse voce delle proprietà lenitive dell’ortaggio citato del quale, la Loco di Prarostino impegnata nel predisporre il pranzo per la festa, stava facendo altro uso. Il passo tra il risotto e le membra degli atleti fu breve ed immediato e tutto si risolse per il meglio.
Un piccolo aneddoto per parlare di quella che, ai tempi, era definita una “Gran Fondo” sulla distanza di, addirittura, 15 km con il consueto percorso ridotto (Fidal) per la categoria femminile che non poteva “osare tanto”: la 7 COMUNI DI PRAROSTINO era tale perché il percorso toccava i Comuni di Prarostino, Porte, San Germano, Pramollo, Angrogna, Bricherasio e San Secondo o, almeno questo era l’obiettivo avendo avuto alcuni cambi di tracciato. Un tracciato adatto agli atleti corridori e resistenti: Marco Olmo era un ospite fisso della manifestazione sportiva con un secondo posto nel 1990 dietro al vincitore Carlo Dalmasso. 
La manifestazione prese vita nel 1979 con l’organizzazione della Pro Loco Prarostino e l’assistenza tecnica della Atletica Pinerolo, società di appartenenza dell’ideatore il compianto Rostagno Sandro e della Atletica Cavour. Si svolse fino al 1995 su percorsi diversi. Per questo è difficile rintracciare record di sorta ma i nomi dei vincitori sono di assoluta eccellenza. La prima edizione fu vinta da Elio Ruffino ma l’albo d’oro è stato frequentato anche da Bruno Poet, Felice Oria, Livio Barus, Mario Andreolotti e, nell’ultima edizione, dal Valsusino Flavio Cantore. Ivana Giordan, Anna Gandiglio, Marisa Grill, Isabella Gatti, Mirella Cabodi hanno impreziosito l’albo d’oro femminile.
Il prossimo 28 aprile Prarostino tornerà protagonista del nostro sport con la riproposizione della 7 COMUNI a PRAROSTINO e così…si ricomincia! Poi, si sussurra che Prarostino a ottobre ospiterà un nuovissimo trail…c’è fermento anche tra gli organizzatori, per fortuna. Grazie a chi vuole scrivere nuove storie di fatiche che fanno vivere le nostre montagne!
Carlo Degio

martedì 12 marzo 2019

CORSE DELL’ALTRO SECOLO ... BRICHERASIO: I SENTIERI DEL BRICHE’

“La sua straordinaria carica umana, il suo impegno coerente e convinto per la lotta contro l’ingiustizia sono un esempio che ci accompagna e sostiene nelle difficili scalate di ogni giorno e ci dà speranza…”
Così salutarono famigliari, amici ed il mondo della Corsa in montagna un compagno di tante avventure sportive e non solo: Enzo Ferlenda. Era il 22 marzo 1995 quando ci lasciò.  Per ricordarlo, dal punto di vista sportivo fu organizzata una gara di Corsa in Montagna a Bricherasio, il paese che aveva avuto l’onore di averlo come concittadino. 
“I sentieri del Brichè – Memorial Ferlenda Enzo” la denominazione della competizione. Partenza ed arrivo dalla (ex) Cantina Sociale di Bricherasio (mt. 380) e poi su e giù per i sentieri che attraversano i vigneti di Cappella Moreri e poi raggiungono il Bric di Poi (o forse di Pùi – 960 mt.) al confine con le terre Prarostinesi. Lunghezza di 12 km (ridotti a 6 per le “ragazze di corsa” nel rispetto dei divieti federali del tempo…) e circa 600 metri di dislivello su un tracciato adatto ai “corridori”. 
Organizzazione a cura dell’Atletica Cavour (in via di dissoluzione) nelle prime tre edizioni e dell’Atletica Valpellice (in via di costituzione) nell’ultima, la corsa, sponsorizzata dal nettare di Bricherasio era dedicata al “Brichè”, vino di produzione locale in auge in quei tempi.
Era la fine del secolo scorso, il 1999, quando venne allestita la prima edizione ed il 2002 quando si svolse l’ultima. Paolo Bert era agli esordi di una strabiliante carriera ed il Merlo bricherasiese era agli albori della sua eccelsa carriera organizzativa…ancora un “merlot”, insomma…
Recordman della manifestazione un certo Naitza Franco, atleta sardo di origine e valsusino di adozione, cresciuto alla scuola di Chiampo e Miceli nel Giò 22 Rivera; tanto forte quanto schivo e riservato vide la sua immensa carriera sportiva interrotta da un serio infortunio extrasportivo. Scorrendo le prime posizioni delle classifiche si notano i nomi di Luigi Papiro, compagno di squadra del recordman, e degli “astri nascenti” Davide Bonansea, Massimo Lasina, e Paolo Bert: nasceva la “storia”!
Record…woman Mariangela Grosso, atleta e scrittrice dell’Atletica Cumiana ma l’albo d’oro della manifestazione fu impreziosito anche dalle vittorie di Maria Viale, Ivana Giordan e di Nadia Re. Una esordiente Antonella Lamberti festeggiava con un secondo posto la nascita della Podistica Valle Infernotto, società per la quale svolgeva il prezioso compito di segretaria.
A chiudere la classifica maschile della prima edizione un certo Karl Stewart della Atletica Cavour…occorrerà un ricorso al “VAR” per verificarne l’autenticità.
Finita l’epopea dei “Sentieri del Brichè” la sede della Cantina Sociale di Bricherasio divenne lo stadio dove Claudio Merlo inventò e fece crescere il movimento dei non competitivi camminatori e corridori riuscendo a portare nella realtà di abbrivio della Val Pellice fino a 1000 appassionati del genere…
Caro Degio

venerdì 1 marzo 2019

CORSE DELL’ALTRO SECOLO… BIBIANA: IL GIRO DELLE DUE PROVINCE

… Notare la mancanza di donne. Sembra preistoria, eppure solo negli anni ’50 per le ragazze “serie” partecipare a queste feste era sconveniente e poteva essere motivo di critiche… 
Era la festa per il record realizzato nella corsa Bibiana – Montoso il 18 settembre 1955 da Alberto Trucco che coprì la distanza, e relativo dislivello in 41’10”. E se era motivo di critiche partecipare ai festeggiamenti…immaginate prendere parte alla corsa…
Le testimonianze dell’Evento, tratte dall’archivio Dogliotti elaborate e ristampate da Renato Bricco nel 2007, fanno bella mostra di se sulla scalinata di accesso agli uffici comunali di Bibiana e raccontano un altro pezzo di storia della passione sportiva dei “corridori di montagna”. 
Allora la conquista atletica delle “cime” non è sport recente. Certo, oggi i toponimi sono più affascinanti e si chiamano Rocciamelone, Gran Truc, Vandalino, Monviso e persino il nobile Everest (a proposito…Kilian sarà arrivato fin lassù con tanto di record?) ma anche le cime più domestiche richiamavano la sfida dell’uomo.
Di quella competizione non ne so (io) molto di più ma mi è utile per raccontarne l’evoluzione in un’era più recente: IL GIRO DELLE DUE PROVINCE ovvero Bibiana - Montoso e ritorno di Km 12 e dislivello di circa 1000 metri. Partenza ed arrivo presso la Polisportiva di Bibiana; salita e discesa prevalentemente su sentiero.
La gara si svolse per tre edizioni consecutive negli anni 1983, 1984 e 1985 promossa dalla Polisportiva di Bibiana ma con l’indispensabile supporto tecnico del pinerolese C.R. Borgo Losano. I principali protagonisti, dal lato organizzativo erano gli atleti bibianesi del tempo, Lino Turina e Gianfranco Rossetto con il supporto tecnico di Carlo Bianciotto, componente del neonato Comitato Regionale di Corsa in Montagna Fidal.

A frequentare il gradino più nobile del podio maschile furono, rispettivamente Carlo Dalmasso (Mobili Toscano – Cumiana 58’53”), Bruno Poet (Mobili Toscano – Cumiana 59’36”) e Mario Andreolotti (U.S. Valli di Lanzo 58’24”). Su quello femminile Ivana Ricca (S.C. Angrogna 1.20’03”), Claudia Priotti (Tuttocoppe Baudenasca 1.20’15” e Severina Pesando (U.S. Caselette 1.15’18”).

Record della manifestazione da riconoscere a Mario Andreolotti che coprì la distanza, nella edizione 1985, in 58’24”, non troppo lontano dal 41’10” realizzato, nei tempi andati, da Alberto Trucco sul percorso di sola salita. Parteciparono (finalmente) anche le donne con la miglior prestazione di Severina Pesando che concluse, nella stressa edizione, in 1.15’18”.
Tre sole edizioni e l’ultima fu veramente una edizione memorabile: 174 atleti iscritti, 170 partiti, 155 arrivati e 19 tra ritirati e fuori tempo massimo. Terreno molto fangoso…così sentenziava la classifica finale. 
Carlo Degio