Trail Degli Invincibili

Un bellissimo Trail attraverso luoghi spettacolari, insoliti, racchiusi da una cerchia di monti dove tra tutti emerge il Cornour, da questa parte quasi inaccessibile!

Il nuovo percorso

Un nuovo Trail in Val Pellice con partenza ed arrivo dal Laghetto Nais di Bobbio Pellice!

Un occasione per conoscere la nostra Valle

Il nostro "Trail degli Invincibili", oltre ad essere un importante momento di sport vuole essere un occasione per conoscere il territorio della Val Pellice, non solo per le sue bellezze paesaggistica ma soprattutto per la sua ricca storia e cultura.

lunedì 29 maggio 2017

TRAIL OCCITANI – DOMENICA 11 GIUGNO RIPARTE L'AVVENTURA

ANGROGNA E ROBILANTE PROPONGONO LE LORO TERRE
Era il 5 marzo quando prese il via l'avventura dei Trail Occitani 2017 ed era Breil sur Roya in terra occitane - francese a proporne l'esordio. Il 7 maggio la Podistica Valle Varaita ha ripreso il cammino con il ValVaraitaTrail di Brossasco.
Grandi manifestazioni ma troppo poco per stabilire una bozza di classifica che, in questo caso, premia la semplice partecipazione alle manifestazioni in calendario.
La categoria femminile appare ancora del tutto precaria ed aperta con la testa della classifica occupata pari merito (nei Km percorsi) da Martina Chialvo, Giuliana Arrigoni, Daniela Bonnet, Marina Plavan ecc...
La classifica maschile mostra qualche dettaglio in più con la posizione di leggero vantaggio di due atleti: il francese Joel Artierì (AS Gorbio) e l'italiano Gabriele Barra (SD. Baudenasca).
Domenica 11 giugno riprenderà il cammino con la concomitante proposta degli amici della Pod. Valvermenagna che proporranno a Robilante “Sui percorsi di Marco Olmo” di 15,3 Km e 900 metri di dislivello e la contemporanea nuova proposta dei Dahu di Angrogna che in Valle di Angrogna propongono il nuovissimo Trail delle Barme che, con partenza ed arrivo a Pradeltorno, toccheranno, come tradizione cinquantennale, il Monte Servin. Misure più importanti definite in Km 20 e 1500 metri di dislivello
Una accoppiata che non patirà la concorrenza sia per la distanza tra le due località, sia per i tracciati tecnicamente diversi e sia perchè il popolo dei runner ha raggiunto cifre importantissime in grado di rispondere alle giuste esigenze delle singole organizzazioni.

Iscrizioni aperte ad entrambe le manifestazioni con riferimento anche per gli approfondimenti al sito www.trailoccitani.com oppure ai siti specificiwww.sportclubangrogna.it e www.podisticavalvermenagna.it

Volantino "Sui percorsi di Marco Olmo"

domenica 14 maggio 2017

LA UISP SCEGLIE IL TOUR MONVISO IN FORMULA “RACE”

Apprezzato riconoscimento UISP per il gioiello del Parco del Monviso ancorato a Crissolo e denominato Tour Monviso Trail.
Con un recente comunicato ufficiale la Unione Italiana Sport Popolari ha premiato la sapienza organizzativa della Podistica Valle Infernotto individuando la formula “Race” del Tour Monviso quale prova di selezione per la rappresentativa piemontese Uisp di Trail da inviare alla manifestazione nazionale del Trail del Bucamante in programma il 24 settembre a Serramazzoni in Provincia di Modena. In quella sede si disputerà il “Trofeo delle Regioni e Campionato Italiano Uisp di Trail running”.
Un motivo in più per essere protagonisti della manifestazione che domenica 27 agosto proporrà la formula internazionale “Trail” che prevede il giro “del” Re di Pietra in 43 Km e 3066 metri di dislivello.
La citata formula “Race” prevede, invece, un vero e proprio giro “nel” Monviso, al cospetto delle vette alpinisticamente più interessanti, di 23,3 Km e 1825 metri di dislivello.
La Family Walk, poi, darà spazio a camminatori e famiglie in una spettacolare camminata di 11 Km circa e 450 metri di dislivello. Il tutto con il Monviso in fronte.
Iscrizioni aperte sul professionale sito www.wedosport.net per i 500 pettorali disponibili.

sabato 13 maggio 2017

BARGE – MONTEBRACCO: SULLE ORME DEI TRAPPISTI - Sabato 20 Maggio la Corsa in Montagna a Barge

La vita della “Trappa di Montebracco” è stata piuttosto concitata. Dalla realizzazione avvenuta nella seconda metà del secolo XVI° numerose lotte interne tra Signorotti locali e Ordini religiosi hanno visto la struttura prima assegnata alle Monache Certosine di Belmonte, poi all'Ordine Cistercense ed infine, ma per brevissimo tempo all'Ordine Trappista che ne prese possesso nel 1794 in fuga dalla rivoluzione francese. Prima, anno 1630, fu la peste a deteminarne la chiusura transitoria ed infine fu Napoleone a chiuderla definitivamente nel 1801 chiedendo ai cinque frati trappisti superstiti di cercarsi nuove soluzioni meditative.
In quell'anno la struttura passò dalle meditazioni monastiche alla laboriosità contadina praticando, nei fatti, il motto benedettino “Ora et Labora”. 
Pezzi di Storia che insieme all'ambiente rappresentano un valore aggiunto al fatto strettamente sportivo che la Podistica Valle Infernotto allestisce nel pomeriggio di Sabato 209 Maggio a Barge dove , appunto, si disputerà la 5° edizione della Barge – Montebracco “Sui sentieri dei Trappisti”, gara regionale di Corsa in Montagna valida quale prova del Campionato Provinciale di Cuneo di Corsa in Montagna FIDAL.
La società organizzatrice è impegnata nella sistemazione del tracciato che salirà dalla piazzetta della Madonna di Barge alla Croce d'Envie della vetta del Montebracco parzialmente danneggiato, specie nella parte bassa, da recenti frane.
Ritrovo alle 13,30 e partenza alle 15,30 con premiazione finale due ore dopo presso la struttura della Trappa.
La gara ricorderà il compagno di avventure sportive Domenico Bruno Franco, l'atleta Bagnolese scomparso sul Monviso nel 2008.
Le pre iscrizioni alla gara attraverso il sistema on line Fidal (€ 8) mentre sarà ancora possibile farlo fino alle ore 14,30 in zona partenza con qualche spicciolo in più.
Carlo Degiovanni

venerdì 12 maggio 2017

VALLEVARAITATRAIL 2017 - Storia di una domenica di festa

Un'edizione accorciata per troppa neve, un'edizione accorciata per meteo troppo brutto, un'edizione integrale con tempo che più bello non si può. Perchè non mettere insieme queste cose per la quinta edizione? Et Voilà, il piatto è servito: percorso tutto pulito e tracciato, zero neve, previsioni meteo ottime. E allora al sabato mettiamoci una giornata piovosa, facciamo nevicare nella parte alta del percorso, a la domenica mattina ci troviamo un cielo super blu, temperature ottime per correre, e giusto quel dito di neve in alto che rende le foto indimenticabili senza inficiare sulla sicurezza di chi corre. Il piatto è servito. Cosa mancherà ancora a questo ValleVaraitaTrail?
Di sicuro il nome se l'è fatto, i numeri parlano abbastanza chiaro: 340 iscritti al trail da 36 km + formula a staffetta 2x18 e 300 sulla Family Walk... numeri da capogiro per queste terre dove non "nevica firmato". E infatti, questa volta ci sono stati iscritti d'oltralpe, e da molte regioni d'Italia come Trentino, Veneto, tanta Liguria. La voglia di conoscere questa manifestazione dunque è un dato di fatto, e la miglior risposta che si può dare alle istituzioni, ma anche e sopratutto agli abitanti del luogo di natura scettici, è il fatto che non solo tante persone ieri hanno percorso lo splendido e defilato Vallone di Gilba, ma che ormai durante tutto l'anno capita di vedere qualche temerario che si lancia in lunghe corse (a volte pure notturne) sui crinali meravigliosi di questo angolo di Cuneese. Perchè c'è poco da dire: il posto è bello!
La gara, quella degli atleti di vertice, è stata sicuramente la più bella e appassionante di sempre. In particolare nella formula a staffetta (che per forza di cose arriva prima), al via c'erano almeno 6 squadre che potevano contendersi la vittoria andata nel 2016 al duo Canavese/Verban, ed infatti bagarre è stata. Nella prima frazione si è assistito ad una splendida prestazione di un giovane genovese che farà parlare di sè, a breve, Gabriele Pace, che lancia il suo conterraneo Davide Ansaldo verso i restanti 18 km. Ma dalle retrovie i secondi frazionisti si scatenano sfoderando doti da discesista straordinarie, e prima Simone Peyracchia (atleta di casa, Podistica Valle Varaita) e poi Lorenzo Becchio vanno all'attacco. Alla fine sarà proprio Peyracchia (in coppia con l'altro giovane varaitino Leonardo Giletta) a tagliare il traguardo a braccia alzate. Seconda la coppia Nota/Becchio (pinerolesi) e terzi Pace/Ansaldo. Tra le staffette femminili, netto il dominio di Ghelf/Ghelfi, che rifilano quasi 12 minuti a Marino/Fornione e Di Vincenzo/Viotti.
Nella gara regina, invece, questa volta il fortissimo ultra-runner Varaitino Danilo Lantermino (Podistica Valle Varaita/Team Montura) si gioca al meglio le sue carte, usando la migliore tattica di un campione: partire forte e poi.... accelerare!!! Gli altri reggono 18 km, ma poi lo guardano andare solitario al traguardo. Al secondo posto, due forti atleti francesi optano per l'arrivo insieme e dunque Guillaume Besnard e Joel Artieri completano il podio (bello il gesto di Besnard che sul traguardo aspetta uno stremato Artieri protagonista della prima parte, ma poi letteralmente saltato...).
Tra le donne, dopo almeno 27 km spalla a spalla, nell'ultima parte va a iscrivere il proprio nome sul gradino più alto del podio l'atleta di casa (toh, guarda...) della Podistica Valle Varaita Martina Chialvo. Seconda la sempre eterna Giuliana Arrigoni (Team Tecnica) e terza una abituè di questi podi, Daniela Bonnet (SC Angrogna).
Giornata di grande festa, poi, con davvero tanta gente ad applaudire gli arrivi di tutti i trailers, tra un piatto di Ravioles della Valle Varaita e una birra artigianale.
Sembra essere successo di tutto a questa gara, e qualcosa di nuovo succederà anche nel 2018. Ma nel frattempo la realtà è che questa gara è cresciuta e sta diventando un appuntamento di prim'ordine nel panorama Trail Running.

giovedì 11 maggio 2017

JEAN LOUIS SAPPE’ E MAURA BERTIN RACCONTANO GLI “INVINCIBILI”

Il ruolo dello Storico è quello di approfondire i fatti ed elaborarli in testi destinati a trasformare la semplice cronaca in Storia a beneficio della cultura “alta”.
C’è, però, il bisogno che la Storia trovi strumenti per diventare patrimonio di tutti specie quando l’evolversi dei fatti raccontati coinvolge direttamente il popolo.
Di questo si sono fatti carico Jean Louis Sappè e Maura Bertin già protagonisti  della prestigiosa esperienza del Gruppo Teatro Angrogna. Lo hanno fatto raccontando in una “pièce teatrale” le vicende  legate  agli “Invincibili”.  Un racconto coinvolgente che, pur ancorato saldamente alla realtà storica  fa rivivere, in questo caso ai lettori, gli avvenimenti “dal di dentro” mettendo in luce aspetti spesso sottovalutati di vita reale.
Il testo è sostanzialmente in italiano con qualche concessione al francese ed al patouà, lingue imperanti nei territori del “racconto” in quei tempi.
IL RACCONTO
“Qui veut ouir chanter chansonnette nouvelle, 
ell’est faite des Vaoudois de la val de Luserne;
n’ont pas voulu promettre changer de religion, 
le duc de la Savoie , envoie ses bataillons! “
Siamo in terra valdese, in val Luserna. E’ l’estate del 1686, e il paese che Sua Altezza Vittorio Amedeo Secondo duca di Savoia, principe di Piemonte, re di Cipro e Gerusalemme eccetera eccetera attraversa  con il suo stato maggiore per raggiungere il forte di Mirabouc è quasi del tutto deserto. 
Un mese prima c’è stata una guerra, condotta contro i cosiddetti “ religionari”  dalle truppe congiunte  del Maresciallo di Francia Catinat e da don Gabriele di Savoia. E’ durata soltanto tre giorni, ma ha lasciato sul campo oltre mille morti.
Da una testimonianza di   Bartolomeo Salvagiot, di Rorà : “ L’anno  1686 di Nostro Signore Gesù Cristo, li 23 aprile, hanno principiato le desolazioni delle valli di Luserna, Perosa e San Martino e altri luoghi delle valli.. Da tutte le parti vi era collera di genti nemici talmente che gli ammazzavano, gli impiccavano gli alberi, violavano le donne, saccheggiando tutte sorte di robe e bestiame, che non si trovava più  niente da vivere.  Da tutte le parti non si  sentiva altro  che grida di spavento che avevano le donne, i fanciulli e altri, che facevano orrore”.
Nous nous sommes  battus pas même une semaine, 
  par les bois, les rochers, les montagnes et les plaines, 
  sans avoir assistance, ni secours d’aucun lieu: 
   nous ne savions que faire, si non de prier Dieu!  
Ma perché questo nuovo massacro a poco più di trent’anni da quella strage passata alla storia  come “ Le Pasque Piemontesi”?  Non si era ancora spento il ricordo di quella guerra sanguinosa segnata dall’ epica resistenza di Giosuè Gianavello e di Bartolomeo Jahier, allorché il 31 gennaio 1686 l’appena diciottenne Vittorio Amedeo II, su pressione dello zio Luigi XIV Re Sole di Francia aveva emanato un decreto contro i suoi sudditi valdesi nel quale si stabiliva la fine di ogni atto di culto, la demolizione dei templi, l’allontanamento dei pastori e il battesimo cattolico dei neonati.
Divisi sulla convenienza di resistere o di arrendersi,  i valdesi erano riusciti a trascinare le trattative fino alla primavera, ma il 22 aprile vennero attaccati dai francesi e dai piemontesi, che in tre giorno schiacciarono la loro debole resistenza.
Da una lettera del maresciallo Catinat al ministro Luvois :
Questo paese è del tutto desolato, non c’è più affatto né gente né bestiame, perché non vi è montagna in cui non ci siamo recati. Le truppe hanno faticato per l’asprezza del paese, ma il soldato è stato ben ricompensato dal bottino. Spero che non lasceremo questo paese senza che questa razza di barbetti non ne sia del tutto estirpata. Ho ordinato di usare un po’ di crudeltà  per quelli che si ritrovano nascosti nelle montagne, perché sono i più deboli; ma quelli che si possono prendere con le armi alla mano, e che non vengono uccisi, passano nelle mani del boia
Lassù dove l’Italia si arresta dei monti ai pié
Tra i monti e la boscaglia potevan Dio pregar

La guerra, la crociata, nella sua atrocità
 Ha tolto con la spada la loro libertà

 Da Bobbio ad Angrogna ogni valdese morì
 e nel nome di Cristo la strage si compì 
Il tre maggio tutto era  finito e sotto una pioggia incessante iniziava  il rastrellamento sistematico dei boschi e delle caverne. Braccati senza tregua, gli ultimi resistenti erano  precipitati nei burroni, o impiccati agli alberi, dove imputridivano mutilati. Sulla Gran Guglia la bandiera valdese sventolò ancora per qualche giorno, ma anche quest’ultimo bastione, difeso con furore, cadde il 7 maggio. I prigionieri furono avviati in lunghe file verso le prigioni di Luserna.
Dalla testimonianza di Bartolomeo Salvagiot:  “Restammo in prigione lo spazio di 15 giorni, e ogni momento giungeva altra povera gente, e i soldati strappavano dentro le braccia delle madri i loro bambini, come lupi rapaci. E chi non si catolizò, si fece partire per Torino, ed al sortire dalla porta di Luserna vi era una gran moltitudine che guardava e gridava: «Andè, andè, eretic, rasa del diao! E goardé 'ncora na volta voste montagne, e peui mai pi!» 
E così noi andavamo in mezzo a quei soldati come povere pecore in mezzo ai lupi. E quando arrivammo alla Cittadella erano le dieci di sera. Eravamo all’incirca duecento,ci diedero una minestra e poi ci misero  una paiassa  ogni tre per la notte “.
A travers le grillage je vois de ma prison 
reverdir le feuillage, fleurir le vert gazon. 
Je vois de ma fenetre l’hirondelle a fuir: 
le primtemps va renaitre  
et moi je vais mourir, et moi je vais mourir.           
Malgré la double porte pour moi close à jamais, 
 l'écho lointain m'apporte les  refrains que j'aimais;
 le chalumeau champêtre recommence à gémir:  
le printemps va renaître, et moi je vais mourir!

  J’entends ma tendre mère m’appeler par mon nom, 
 je vois aussi mon père auprès de  ma prison:  
près de vous je veux être, o mon Dieu viens m’ouvrir !   
Le printemps va renaître, et moi je vais mourir!   
E mentre i prigionieri, deportati in 14 castelli e fortezze del Piemonte, da Saluzzo a Fossano, da Trino Vercellese a Verrua Savoia, vi muoiono di fame, di stenti  e   di malattie, nelle valli, da Bobbio ad Angrogna, da Pramollo a Prali, le proprietà dei valdesi vengono confiscate e messe all’incanto a favore del demanio 
Aloura souma sì! L’asta è aperta! Andiamo con ordine:  Prima Bobbio e poi Villar. Seve mai stait Beubi? Bel post! Un luogo incantevole. Sentite qua:  luogo più montuoso vicino al Pellice, che lo corrode attualmente. E’ il primo luogo che si trova venendosi dalla Fransa per la strada di Mirabocco. Ha poco piani, ma raccoglie segale, fieno, castagne e noci, ma puoco vino… Beh, pasisensa,  su da si a i e pa ‘d vigne…Però, deh, tensioun brava gent!  250 giornate in collina, 300 a prati, 500 di castagneti… Eh, si, Bobbio terra di castagne in saecula seculorum, amen!  E peui decine e decine di Alpi, che servono  per i pascoli delli bestiami, i quali a loro volta fanno le druggie- che a saria peui la druggia, il letame, per detti beni detti del Banchetto, della Pissa, della Rossa, del Pizzo aperto ( pizzo aperto? Boh?!?), di Crosenna e di Giuliano.
E Villar? Pì bel ancoura, el Vilar! Senti sì: Ha una bella piana- mei che a Beubi- con cavate di segale e di vini, anche se un po’ lingeri, fieni, noci e castagne, con qualche maroni, per fé ‘l Mont Blanc..Na delisia!  E poi naturalmente anche an bele lì a i e i arp, tanti alpi per il pascolo del bestiame: la Gianna, la Chiabra… la Chiabraressa? Monmauro (ciamo mi che nom?!), poi il Giasso di Còugis, di Subiasco, Balma, di Riccardo e di … Chi..siano o Chiniano, as capi spa se al e na vi o na enne, gnanca boun a scrivi! Comunque, una d’le doue a l’è justa! 
E peui non l’è finita: gli uomini di questi luoghi , oltre alla cultura dei beni, si industriano – o meglio si industriavano, perché ai n aie bele papì gnun- in lavori di drappi, tele e molti lavori assi – a saria i menuzié- oltre il commercio di bestiami bovini e lanuti.
N’ultima infourmasioun: le famiglie prima della guerra erano di 12 cattolici o cattolizzati e 118 religionari a Bobbio ( tui barbèt a Beubi!) e di 68 catoli o catalizzati  e 163 religionari a Villar..! E coume peule bin capì, al  e restaie couasi pì nhun. Dezèrt! 
Per questo, chi vuole comprare la valle deve “penzare” di far venire un puoco di gente, neh? …
Bon, a me smija che al e tut chair! Tutto l’è chiaro! 
Allora, forza, signori, avanti! Chi l’e che vuole aprire l’asta? Ecco laggù, bravo!  Trantamila lire? Ma da ndoua a ven cou li? ? Da Barge?   Ah, ma aloura capisso: Barge e Bagneul,  gnanca ‘l diao a i veul!  Su, forsa! Andouma!  Trantesinc mila lire? Al e pro pa vaire,neh? Coza?? Pagabili in sei anni?? Ma souma mat?!?!?  EH?    Paura d’ij barbet?? Ma guardatevi da intorno, là! A i na sarà ancora tre o couat che a rompo le bale su per la mountagna, ma i aoutri , coi che a son pa mort, a soun tui en perzoun! E  da lì a sortiran mai pì!  Ma lassoma pèrdi!
 Allora forsa, signori! Un’ altra offerta! Ecco là… Quaranta mila lire?  Andouma già mei!  Forsa, dai ! Pensate un poco! arbori di castagne, acque fresche, drugge e tranquillità… Trantesinc mila?? T’rive an po’ tard! Stosì a me smija un che a la matin a sta coujà fin che la merda a pousa! ..I  ero rivà a 40.000. Chi offre di più ?!? …Cinquantamila da ndoa? Da la Savoia?! Pensè, da la Savoia, la patria del nostro amato duca! , che perui lì a se sta bin.. 51 mila da  Carmagnola, bene!  Ancora dalla Savoia,  Sesantamila! Sesantamila  e tutta l’alta valle di Luserna può essere vostra!   C’è qualcuno che  offre di più??  No??? E allora sesantamila e uno, sesantamila e due, sesantamila e tre?? Aggiudicato!
In realtà la vendita delle terre di  Bobbio e di Vilar, al pari di quelle di Angrogna, di Torre, San Giovanni e di Rorà, si rivelerà presto un pessimo affare. Comprano i ricchi, che hanno i capitali, ma i piccoli agricoltori cattolici, fatti venire come abbiamo visto anche dalla Savoia perché avvezzi al duro clima della montagna, non possono farlo se non indebitandosi con lo stato. Quanto al ripopolamento, meglio non parlarne.  O ne parliamo proprio per ricordare che i savoiardi immigrati non hanno ovviamente radici nel paese: finiscono  con il vendere le sementi, o cucinarle per mangiare, si scaldano tagliando gli alberi da frutta. Qualcuno prende i sussidi e poi sparisce, anche perché è terrorizzato dalle scorrerie di un gruppo di valdesi rifugiatisi sulle alture di Barma d’Aout e che la storia ci ha consegnato con il nome di “Invincibili”
 “Luserna  l’anno del Signore 1686, addì 16 del mese di agosto.
Al Signor Ministro di Sua Altezza Reale:  In questi ultimi giorni non si son sentiti che omicidi e violenze commessi dai Barbetti nel territorio di Bobbio e Villar contro i paesani, il che ha talmente atterrito i nuovi abitanti di questi luoghi che non si dura da noi puoca fatica nel trattenerli e impedire che non vadino via.
La sera del 20 agosto, infatti, i Barbetti provocavano la morte di 7 abitanti savoiardi mettendone in fuga molti altri in preda a un grande panico. Alcuni rimasero così atterriti da giurare  di voler partire e non fare più ritorno in queste terre malaugurate. 
Occorre pertanto che Vostra Eccellenza prenda provvedimenti contro il puoco servizio che rende a Sua Altezza la soldatesca, per fare dare il sfratto a quei pochi ribelli che infestano questo cantone.
Firmato: Provana
Già, un pugno di ribelli, che aveva alla sua testa i capitani Pol Plenc del Villar e Davì Moundoun di Bobbio. Spinti dalla fame e dalla disperazione, ebbri di vendetta per lo scempio della loro gente e per l’usurpazione dei loro beni, scendevano a valle, piombando come fulmini , sia di giorno che di notte, sui nuovi coloni, seminando il panico tra gli acquirenti, danneggiando e saccheggiando i raccolti dei campi che erano stati in gran parte frutto delle loro fatiche.
Altre volte assediavano i piccoli presidi militari, per ricavarne armi e munizioni, assaltavano convogli di viveri e ancora di munizioni, razziavano capi di bestiame ai cattolici e ai cattolizzati, spingendosi anche oltre le montagne, come quella volta che assaltarono Crissolo saccheggiando i villaggi e asportando mucche, pecore e capre, e tutto quanto poteva loro servire.
Nel giro di qualche settimana la presenza di questi inafferrabili nemici divenne per le autorità della valle, che sedevano in quel di Luserna, un incubo. Le notizie erano ogni giorno peggiori, e non si sapeva come fare per sbarazzarsi di loro. Ci fu addirittura chi avanzò l’idea di liberare dei criminali dalle carceri, garantendo la loro libertà  in cambio di questi invincibili guerriglieri, che combattevano seguendo l’esempio di Janavel.
“ Hieri sera seguirono tre homicidi non lungi un tiro di pistola da Bobbio nella persona di un acquistatore di beni e di due contadini, olte un altro malamente ferito. Ritengo sia molto difficile che le nostre truppe, per quanto vigilanti, possino rimediare a questi inconvenienti, a meno che S.A.R. non si risolva di permettere che un buon numero di questi risoluti scorrino queste montagne per muovere alla  cattura a questi ribelli e costringerli a partire da queste valli”
Ma la tradizionale prudenza dei Savoia, che da sempre preferivano  il compromesso allo scontro, risolverà il problema dietro le quinte, e nella prima metà di settembre – sempre del 1686- alla Perlà di Bobbio ebbe luogo un incontro tra gli Invincibili e gli ufficiali  ducali, e si arrivò ad un accordo.
I ribelli potranno emigrare in Svizzera con le loro armi e quant’altro vorranno portare  con sé, più vitto r alloggio pagato fino alle porte di Ginevra ( dove li aspetta Gianavello). I loro congiunti, una volta liberati dalla prigionia, potranno unirsi a loro. Un accordo ovviamente mai messo per iscritto, ma che andrà comunque a buon fine. Nel giro di quindici giorni un primo gruppo di ribelli di Bobbio e Villar si avvierà verso la Svizzera su bestie da soma messe a loro disposizione dalle autorità ducali.  Un secondo gruppo, composto all’incirca da 80 persone, si muoverà poche settimane dopo.
Le valli già dei religionari, da Bobbio ad  Angrogna, da San Giovanni alla val San Martino, così pensava il giovane duca, presto rifioriranno, e diventeranno un giardino di fede e di cultura di Santa Romana Chiesa, finalmente libere della peste riformata. Ma purtroppo per il rampollo di casa Savoia, le cose andranno diversamente.
Gli Invincibili ritorneranno nelle loro valli tre anni dopo, e con loro anche gli altri esuli che nel frattempo erano stati tirati fuori dalle prigioni piemontesi, e condotti al di là del Moncenisio. Divisi in  compagnie, una per ogni comunità, 900 uomini traghetteranno il lago Lemano nella notte del 27 agosto, sbarcheranno a Yvoire e copriranno i 200 chilometri che li separano dalle valli valdesi a marce forzate, scalando colli e montagne, per una marcia che passerà alla storia come “Il glorioso rimpatrio”, una delle pagine più note della lunga e appassionante vicenda valdese.   Ma anche la leggenda degli Invincibili permane nella memoria dei valdesi delle valli, ed è ricordata in questa canzone
Les Invincibles, hommes heroiques, de leurs vallées défenseurs,
resistent au plan diabolique de son altesse persecuteur.
Le mois d’avril d’une triste année il reussirent à se sauver
échappant la cruelle armée des français et des  piémontais.

Les Invincibles, sur ces montagnes, déjà leur tête est mise à prix,
sont les vangeurs de nos campagnes toutes envaies par l’ennemi.
De Barma d’Aout ils ont prit l’avance sur cette armée de tyrans
pour chasser  les persone étranges qui avaient occupé leurs champs.

Les bubiarels et villarencs sous la guide de Plenc et Mondon
ont tiré leurs femmes et enfants au de hors de toutes prisons
Puis pour la Suisse il sont partis gardés par les soldats piémontais
pour retrouver  de là des monts finalement un peu de paix.

Mais bientot reviendrà le jour où  de l’exil  ils retourneront
a leurs vallées bienaimées, à leurs montagnes, à leurs maisons,
car il n’y a duc ni de Roi Soleil, ni d’empereur ni la paupeté 
qui puissent à jamais renfermer  les chemins de justice et de paix!

Jean Louis Sappè e Maura Bertin

Fonti: 
Augusto Armand Hugon: Storia dei valdesi/2: Dal Sinodo di Chanforan all’emancipazione; Editrice Claudiana, Torino 1974
Arturo Pascal: Le valli durante la prigionia dei valdesi (1686)/parte III Società di Studi Valdesi;  Torre Pellice 1966
Giorgio Tourn: I valdesi: la singolare vicenda  di un popolo- chiesa;  Editrice Claudiana; Torino 1988 

mercoledì 10 maggio 2017

TRE RIFUGI VAL PELLICE N. 41: ECCOCI!!!

Un anno di pausa sabbatica, parzialmente compensata dalla famosa e fumosa edizione straordinaria di “La Tre Che Non C'è” ed ecco rinascere, come già successe per l'Araba Fenice, la TRE RIFUGI VAL PELLICE.
La data dell'evento sarà GIOVEDI' 17 AGOSTO e la location sarà la conca del Prà situata a quota 1700 metri circa sopra la Borgata Villanova nel Comune di Bobbio Pellice.
Confermata, quindi, la scelta di utilizzare il periodo delle ferie per collocare la manifestazione in settimana agevolando la partecipazione degli atleti impegnati in un calendario domenicale divenuto oramai debordante di appuntamenti.
Si riprende dalle origini, quindi, dal percorso classico di 22,75 km e 1675 mt di dislivello che toccherà i Tre Rifugi intesi come Barbara Lowrie, Granero e Jervis che, come alle origini, ospiterà partenza, arrivi e premiazioni.
Se si torna alle origini per il percorso lo si fa anche per la formula che sarà a cronometro per coppie di atleti suddivisi in tre categorie, coppie maschili, femminili e miste.
Sarà l'edizione n. 41 a conferma della lunga tradizione di questa antica Marcia Alpina che ha fatto scuola per le fatiche montane di lunga distanza.
La UISP benedirà l'evento dal punto d vista istituzionale e sportivo mentre il Circuito Internazionale dei Trail Occitani la celebrerà come nona prova dell'apposito calendario e campionato.
Attivissimo, oramai, il Sito www.3rifugivalpellice.it per tutti gli approfondimenti e l'aggiornamento organizzativo che chiarirà anche gli aspetti logistici croce e delizia dell'avventura in alta Val Pellice.

Appuntamento imperdibile per tutti coloro che hanno la passione delle corse sui monti per rendere omaggio, in una sorta di pellegrinaggio sportivo, al luogo dove “tutto ebbe inizio”!
Le iscrizioni su www.wedosport.net da martedì 9 maggio.
Carlo Degiovanni

martedì 9 maggio 2017

Galleria degli Invincibili tra storia e sport: DAVIDE BONANSEA

Bricherasio condivide, con Angrogna, Luserna e Prarostino una delle più belle, e parzialmente sconosciuta, perle ambientali. Si tratta del bacino imbrifero del torrente Chiamogna. Un vero paradiso per gli amanti della natura e dello sport out-door. Appassionati dell'escursionismo, del running e della mountain bike conoscono bene questo territorio percorso da decine di chilometri di piste forestali e sentieri. Su quel terreno la società sportiva Brike Bike celebra da anni una manifestazione sportiva denominata “La Comba Oscura” che raduna centinaia di ciclisti in versione “sauvage”.
L'Atletica Cavour in trasferta allestiva negli anni '80 sulle alture di Bricherasio “I sentieri del Brichè”, gara di Corsa in Montagna che celebrava la tradizione vinicola del Comune che “inaugura” la Valle Pellice. Anche il ciclismo su strada ha caratterizzato lo sport bricherasiese tradotto nell'attività giovanile, sostenuta dalla ditta Favout, e quella dilettantistica con la sapienza dell'allenatore Godino messa a disposizione della gloriosa Condor di Pinerolo.
Quello stesso territorio ha tenuto a battesimo la carriera sportiva di Davide Bonansea che alla tenera età dei dieci anni ha iniziato ad assaporare il gusto della vittoria e la conquista delle prime coppe.
A dare spazio e ospitalità alle ambizioni agonistiche del giovane Davide ci ha pensato l'Atletica Pinerolo postandolo a disputare, nel 1989, i Campionati Italiani Studenteschi in terra Umbra.
La passione per lo sport ha avuto, però, un esordio piuttosto in sordina causa la cultura imperante di quei tempi che considerava il correre una perdita di tempo e comunque attività non compatibile con il lavoro...Ed il lavoro, quello serio, è arrivato all'età dei 16 anni e con esso la sospensione di ogni attività sportiva.
Come si suole dire, la passione non muore mai e, dopo qualche anno di limbo, Davide prova a misurarsi con il ciclismo. L'esperienza è breve perché torna in mente quella vittoria a Bricherasio alla “tenera” età di 10 anni e la corsa prende il sopravvento. Corsa si ma in montagna grazie agli amici Claudio Garnier e Mauro Bonnet con i quali, con la maglia del Gruppo Amici di Torre Pellice, conquista il titolo di Campioni Provinciali a Staffetta.
Capisce che le sue potenzialità agonistiche sono intatte e la Corsa in Montagna diventa anche strumento di crescita umana: si impara molto dalle vittorie ma più ancora dalle sconfitte!
L'Atletica Val Pellice, nata all'inizio del secolo, diventa la sua famiglia sportiva che ne esalta le qualità agonistiche: nel 2002 sale per 14 volte sul gradino più alto del podio segnando 4 nuovi record sui tracciati di gara. Il ricordo più vivo riporta alla mente il Trofeo Enzo Ferlenda, celebrato a Bricherasio per ricordare l'amico atleta prematuramente scomparso: il record del percorso era di Franco Naitza (55'08”), atleta nazionale, e la tentazione di misurarsi a quei livelli era forte. D'altra parte si correva sui sentieri conosciuti di casa propria. La preparazione fu meticolosa fin nei minimi particolari e, sia pure su un terreno reso pesante per l'abbondante fango, un podio prestigioso fece da contorno alla riuscita impresa: 1° Davide Bonansea (54'22”), 2° Paolo Bert (55'13”), 3° Massimo Lasina (55'28”).
La Tre Rifugi Val Pellice lo celebra per ben tre volte vincitore in compagnia di Paolo Bert. Poi veste la divisa dell'Atletica Saluzzo con quella maglia conquista il titolo Regionale a staffetta. La Tre Rifugi di Mondovì ed il valdostano Trofeo Mezzalama rappresentano gli ultimi successi di una carriera sportiva davvero prestigiosa.
Poi è venuto il tempo della famiglia e la soddisfazione di trasmettere la passione per la montagna al figlio anche se la disciplina scelta è l'arrampicata sportiva. Purchè sia sport, quella passione un tempo vietata ma che rende più sicuri anche nelle scelte della vita e …degli appigli che danno sicurezza.
D'altra parte, lui sostiene che ”esiste una medicina che ci fa sentire bene, ci rende più belli, fa crescere i bambini sani ed è una ottima scusa per passare del tempo con chi ti sta simpatico. Tiene alla larga dalle cattive abitudini e spesso dalle cattive compagnie, mantiene il cuore in forma ed allontana molte malattie. La medicina dei miracoli è LO SPORT”
Carlo Degiovanni

venerdì 5 maggio 2017

La felpa in PILE degli "Invincibili"

Importante novità dal Trail degli Invincibili: finalmente è disponibile la nuova felpa in pile degli "INVINCIBILI".
La si può acquistare al Laghetto Nais di Bobbio Pellice al prezzo di 12 (dodici) euro.