Solo leggende montane? Si dice che se c’è fumo c’è anche un po’ di arrosto….Corre voce che negli epici anni 60/70 della Marcia Alpina il localismo fosse molto forte a difesa dei montanari/atleti locali. Il calcistico “fattore campo” applicato alla specialità per impedire, o rendere più difficili, vittorie “forestiere”. Niente a che vedere con questioni etniche ma si sa…il prestigio di vincere nella gara del proprio paese è cosa impagabile.
Ed allora la “leggenda” racconta di segnalazioni mancanti o errate o, ancora, di tagli di tracciato conosciuti solo dagli “indigeni”….o di altri artifizi.
…era una mattinata pioviggionosa di fine luglio 1973 e sulla piazzetta di un grazioso borgo montano attendevo l’esordio nel mondo dei marciatori alpini, complice una scommessa con il cognato, assente per la sgradita pioggerellina! Al tavolo delle iscrizioni la ferale notizia: “le iscrizioni si sono chiuse ieri sera. Impossibile partecipare!” La cosa un poco mi colpì: è vero che il regolamento (a me esordiente del tutto sconosciuto) recitava in tal senso ma, perbacco, non ambivo mica alla vittoria ed una iscrizione in più…..
Nel tornare, deluso, all’auto notai un capannello di atleti discutere animatamente sullo stesso argomento essendo stati vittime dello stesso destino. Solo che i loro nomi erano di altro profilo dal mio. Se la memoria non mi inganna: Morello, Treves, Ducly e Nicco…..Erminio Nicco, giunti in Val Pellice dalla Valle d’Aosta per un confronto sportivo con i forti atleti locali….allora, forse non era la mia presenza il problema…
La “leggenda” finisce qui e la morale la lascio ai lettori.
Quanto sopra riportato fa parte del mondo della Marcia Alpina prima dell’avvento dei meno competitivi “Trail”.
“A quei tempi il livello degli atleti era altissimo, potevi vincere o arrivare decimo…poi, qualche volta c’era chi faceva il furbo ma, per fortuna, erano pochi, e così capitava che transitavi primo in vetta ed all’arrivo eri secondo senza avere subito sorpassi!”
A parlare così è Erminio Nicco nato a Donnas nel 1949. La Valle d’Aosta ha sempre prodotto il meglio nel campo delle corse sui monti e il Tor des Geants moderno ha radici antiche e profonde!
L’esordio sportivo di Erminio avviene a 21 anni nel suo paese natale. Si corre nei vigneti che caratterizzano questa parte della Regione alpina. Francesco Tubia è il vincitore ma appena dietro di lui si manifesta il potenziale atletico di Nicco. L’esordio promette bene! Un anno per recuperare le forze e poi dinuovo in gara a provarci: questa volta a Quincinetto, paese vicino ma già Piemonte. Le poche gare concentravano i migliori ed al via c’erano proprio tutti: Tubia, Treves, Morello. Tonolini ecc… gara di testa con i migliori fino all’ultimo km e poi…maledetti crampi…10 minuti su un muretto ad interrogarsi sui perché dell’esistenza umana e poi l’arrivo: ultimo!
Lì poteva chiudersi la sua personale avventura sportiva ed invece la riconosciuta testardaggine dei Valdostani ha determinato le condizioni per l’avvio di una delle più brillanti carriere sportive espresse nel mondo dell’Atletica di montagna.
L’U.S. Tavagnasco, il tempio della specialità in quell’epoca, lo ha accolto tra le sue fila, la dove imperversavano già le imprese dei Marco: Morello e Treves. La scuola era di altissimo profilo sia dal punto di vista organizzativo (la mitica Tavagnasco – Madonna ai Piani) che atletico!
Ed allora via a conoscere le vallate piemontesi per confrontarsi con i migliori nelle poche ma prestigiose manifestazioni che allora componevano un calendario agonistico più “umano” degli attuali.
Nel 1973 l’auto targata Valle d’Aosta giunge a Villanova (Frazione di Bobbio Pellice) da dove parte il sentiero di accesso al Pra: in quel luogo tanto spettacolare quanto semisconosciuto l’anno precedente ha esordito una gara davvero speciale, a cronometro per coppie di atleti e i Marco (Morello e Treves) avevano imposto la supremazia della razza valdostana: la Tre Rifugi.
Erminio fa conoscenza con le asperità del Manzol (3° posto) in compagnia con Lino Morello. Assiste al secondo trionfo dei compagni di squadra ma inizia a prendere le misure. Ci ritorna negli anni seguenti con la nuova divisa dello S.C. Challant e nel 1976 realizza il capolavoro che gli assicurerà fama e ricchezza(?) nella vita: sale al Pra per provare a compiere l’impresa. I “Marco” amici e avversari avevano messo il sigillo in Val Pellice per ben quattro anni consecutivi e bisognava provarci ad interromperne lo strapotere.
Lo accompagna un atleta semisconosciuto: Silvio Calandri approdato allo S. C. Challant dopo gli esordi sportivi nella Forteessani di Prazzo nella cuneese alta Valle Maira.
E’ un trionfo: Nicco – Calandri sono i vincitori assoluti con un tempo cronometrico impensabile, peraltro in una giornata meteorologicamente disastrosa: 2.05.44 rappresenta l’imbattuto record della manifestazione nella sua formula a coppie. I “Marco” fanno gli straordinari migliorando notevolmente il loro tempo (2.10.53) ma non vanno oltre una prestigiosa seconda posizione.
Si ripete (ripetono) l’anno successivo con partenza ed arrivo spostate al Rif. Barbara, causa incendio al Jervis, ed a Luglio auspicando un meteo migliore.
Il sigillo degli “Invincibili” sta in queste prestazione!
Ma non c’è solo Tre Rifugi nel palmares di Nicco: i successi ottenuti in montagna e su strada costituiscono la cartina geografico/sportiva dell’intera Valle d’Aosta e dintorni:
A Vico Canavese coglie il primo successo nel 1975 e poi….Tor du lac di Valgrisenche, Tor di Gargantua a Gressan, Sain Oyen, Gressoney, Saint Vincent – Colle di Joux, Nissod – Zerbion, il mitico Dondeuil, Oropa – Fontainemore, Tor des Challant, Verres - Col Tsecore, Tavagnasco, Ivrea – S. Giacomo (prima riedizione della Ivrea – Mombarone), Musinè, Graglia – Mombarone, Quarona – Ghemme, Tre Denti, Chaberton, Sauxe d’Oulx e le notturne stracittadine di vallata.
Cento successi e più in un elenco che appare una sinfonia all’orecchio degli appassionati di corse in montagna.
La carriera sportiva di Erminio Nicco prosegue, quindi, nello S.C. Challant favorita dalla intraprendenza di Enzo Bonnin che raduna i migliori atleti (compresi Treves e Morello) e li porta misurarsi anche sulle scene nazionali a confronto con i “mostri sacri” Balicco, Giupponi, Lazzarini, Chiampo, Simi…
Erminio non è un professionista (a dire il vero erano pochi) e deve conciliare lo sport con il lavoro a turni all’ILLSA Viola ed il lavoro nella più salutare vigna di famiglia.
Sulle scene nazionali i risultati ne confermano il valore: 4° posto assoluto agli italiani in Garfagnana (la storica Pania di Corfino), 7° a Ceppo Morelli, 10° al Monte Zucco di San Pellegrino. A Domegge di Cadore uno strepitoso secondo posto dietro ad un certo Balicco….
Le trasferte all’estero gli hanno consegnato il terzo posto a Bex in Svizzera e l’ingresso nei Top Ten nel Campionato Europeo di Ginevra (Gènève – Mont Salève).
Nel 1977 Erminio abbandona la montagna (ecco perché io vinsi la Tre Rifugi nel 1978 e quale era il motivo della sua assenza…): seri problemi alla caviglia ne limitano le potenzialità ed allora ci prova con la meno amata strada e pista:
L’Atletica Pont Donnaz diventa la sua casa agonistica ed anche su strada non tarda a farsi valere: la 30 km di Porto Recanati (1.38.28) gli portò, oltre al successo nella concomitante prova di Campionato Italiano a squadre, anche l’attenzione della Enervit Varese che lo volle tra le sue fila.
La nuova divisa lo proiettò in campo internazionale. A dire il vero l’esame di maturità per strada e pista avvenne a Roma nel Campionato Italiano di Maratona: finì 16° appena dietro ad un certo Gianni Poli!
Irlanda, Francia, Montecarlo e gli Stati Uniti (Seattle) lo hanno visto tra i protagonisti. A Milano realizza il migliore tempo in maratona nel 1983 con 2. 19.28 ma i suoi “crono” eccellenti su strada non si fermano qui: 14.49 sui 5000 e 18 km e 890 mt sull’ora confermano le sue qualità atletiche. Però….la Montagna di corsa è rimasta nel cuore ed allora….
Affronta con coraggio una grave malattia che lo colpisce nel 1984, stop obbligatorio ed ottiene anche qui una vittoria!!!
Ritorna in campo e costituisce una Società sportiva tutta sua per trasmettere la sua passione ai giovani: G.P. Avis Pont St. Martin divenuta, poi APD Pont Saint Martin. Frequenta i corsi specifici Fidal da allenatore (ma cosa avrà avuto ancora di imparare…) e “cresce” i nuovi campioni: Xavier Chevrier, Massimo Farcoz, Michela Comola, Erik Rosaire….
Erminio Nicco: classe 1949. E’ l’ora di seminare per il futuro partendo dalla propria grandiosità atletica. E’ tempo di ringraziare la famiglia (di fianco ad un grande uomo c’è sempre una grande donna) che gli ha permesso di realizzare molti sogni due dei quali ancora tali: costituire un Comitato regionale di Corsa in Montagna che faccia emergere le potenzialità atletiche di Valle e gli dia la possibilità di misurarsi fuori regione e poi….
vedere il figlio Alessandro correre la Tre Rifugi…per chiudere un cerchio lì dove tutto ebbe inizio con un record imbattuto in uno sport fatto anche di “leggende”.
Carlo Degiovanni