Non mi avventurerò in toponimi a
me sconosciuti ma la chiamerò così, come è conosciuta nel mondo delle corse sui
monti: la Marcia Alpina di Castelluzzo con i suoi 12 km e circa 1000 metri di
dislivello.
La Marcia Alpina di Castelluzzo
rappresenta una delle più antiche gare di specialità delle quali si abbia
memoria: una foto (tratta dal libro che celebra le prime 30 edizioni della Tre
Rifugi) ne ritrae il controllo nel punto più alto datata 19 giugno 1910! E’ il
fiore all’occhiello del Gruppo Amici di Santa Margherita (Torre Pellice) e le sue
caratteristiche tecniche, specie nella parte di salita, l’hanno posta
all’attenzione nazionale dei migliori specialisti del settore. L’avere
partecipato almeno ad una edizione della gara dà diritto al “Master” in
specialità ed è un titolo che non deve mancare nel bagaglio sportivo di un
corridore di montagna…che poi dire corridore è una parola grossa in quanto le
pendenze costringono alla marcia anche i migliori.
Su quel tracciato esiste e
persiste il record tuttora imbattuto di Giovanni Mostacchetti, fortissimo
atleta della Forestale Roma, che nel 1975 concluse la sua fatica in 57’41”
relegando alla seconda posizione il compagno di squadra Raimondo Balicco ed in
terza l’olimpionico Willy Bertin. Altre undici volte il vincitore chiuse sotto
il muro dell’ora ma nessuno si avvicinò allo strepitoso tempo del bergamasco di
San Pellegrino terme. Eppure si tratta di campioni assoluti che rispondono ai
nomi di Silvio Calandri, Felice Oria, Pier Giorgio Chiampo, Carlo Dalmasso,
Elio Ruffino, Livio Barus e Paolo Bert. Poi i campioni locali Renato Jallà,
Bruno Poet e Claudio Garnier.
Giovanni Mostacchetti è scomparso
nel 2005 ed in quell’anno scomparve anche la Marcia Alpina di Castelluzzo.
Successe che la Federazione Italiana di Atletica Leggera decise che il
tracciato (Santa Margherita, Castelluzzo, Colle Sea, Santa Margherita) non
rispondeva ai propri limiti tecnico – regolamentari e di sicurezza negando
l’omologazione del percorso. Ciò costrinse il G.A.S.M. a realizzare una
variante che escludesse proprio il Castelluzzo. Per questo assunse la
denominazione de “Il sentiero dei camosci”: percorso splendido ma…niente a che
vedere con la classica dei tempi andati.
Il coraggio di Patrizio Zancanaro
l’ha riportata in vita nella sua versione “strong” nel 2018 inserendola nel
neonato Trofeo delle Valli ripristinando “sentieri” impossibili e sconosciuti
che sfidano il mondo dei moderni Trailers.
Domenica 26 maggio 2019 si
celebrerà la seconda “riedizione” sul percorso classico cercando di fare
rinascere il “mito” capace di portare ad assistere alle gesta dei campioni
centinaia di spettatori sulla piazza di Santa Margherita di Torre Pellice. Il
record di Giovanni Mostacchetti rimane lì, scritto sull’albo d’oro, a
rappresentare l’orizzonte alto cui dovranno tendere i protagonisti per
conseguire quel “master” che trasforma gli atleti, e le atlete, in
indimenticabili campioni.
Carlo Degio