Trail Degli Invincibili

Un bellissimo Trail attraverso luoghi spettacolari, insoliti, racchiusi da una cerchia di monti dove tra tutti emerge il Cornour, da questa parte quasi inaccessibile!

Il nuovo percorso

Un nuovo Trail in Val Pellice con partenza ed arrivo dal Laghetto Nais di Bobbio Pellice!

Un occasione per conoscere la nostra Valle

Il nostro "Trail degli Invincibili", oltre ad essere un importante momento di sport vuole essere un occasione per conoscere il territorio della Val Pellice, non solo per le sue bellezze paesaggistica ma soprattutto per la sua ricca storia e cultura.

martedì 29 novembre 2016

Galleria degli Invincibili tra storia e sport: DANIELE CATALIN

Occorrerebbe avere la “penna” di Gianni Brera o di Gino Sala o, ancora, di Gianni Mura per potere tracciare un profilo adeguato al “personaggio” in questione.
Così, per restituirgli un po’ di soddisfazione in relazione al tanto che ha dato e continua a dare al movimento sportivo in Val Pellice. 
Ma si sa che “in mancanza dei cavalli trottano….” ed allora:
La Genesi vuole che il mondo sia stato creato da un Signore dalla barba lunga che, dopo avere creato la settimana, lavorò sei giorni ed il settimo si riposò.
Darwin qualche secolo dopo invitava a pensare un po’ diverso: “niente da grandi dei fu costruito ma il creato si è creato da se; cellule, fibre, energia e calore”
Rimanendo su cose molto più vicine a noi, quale è la fonte propulsiva che ha fatto in modo che la Corsa in Montagna, o più indietro negli anni la Marcia Alpina prendesse casa in Val Pellice?
Niente nasce mai “per caso” e dietro ad ogni cosa c’è sempre la preziosa iniziativa di qualcuno, uomo o donna che sia.
Quale è stata l’organizzazione dell’attività dell’Atletica nella Val Pellice? Ovviamente il riferimento è la propria memoria che colloca i ricordi dagli anni ’70 in poi.
…Bric Volatia è il nome di una modesta punta collocata sulla linea di cresta che sale da Rorà verso le località Palà e Valanza per proiettarsi direttamente verso il Monte Frioland che dalla sua vetta domina la bassa Valle Pellice con un occhio attento alla Valle Po e l’altro alla più modesta Valle Infernotto.
Bric Volatia era anche il nome di una informale società sportiva che negli anni ’60 / 70 organizzava le gesta atletiche degli sportivi Rorenghi.
Più a valle, a Luserna, l’Atletica nobile delle discipline olimpiche, coglieva successi a livello regionale: il 3 S di Luserna presumendo, io, che le 3 S stessero per 3 sport.
Sempre a Luserna, il Gruppo Sportivo Vigili del Fuoco, divenuto poi transitoriamente Natura Holding, cercava di contendere al 3 S la primazia nell’Atletica D.O.C..
Salendo sulla sinistra orografica della Val Pellice era (ed è) lo Sport Club Angrogna a promuovere lo sport nelle discipline sciistiche ma, soprattutto, nella disciplina che conta nella Valle degli Invincibili.
Al centro della Valle una solida Associazione, non solo sportiva, aveva eletto le prime asperità di valle quale impianto sportivo per uno sport dal nome evocativo: la Marcia Alpina. Gruppo Amici di Santa Margherita, in arte Gasm, è il suo nome ed il Castelluzzo il suo emblema.
Santa Margherita è un Borgo di Torre Pellice e come poteva la “capitale” non avere una sua Associazione dedicata all’Atletica nella forma “Pesante” della Marcia Alpina?
Se ne era fatto carico Renato Boiero alla fine degli anni ’70 dando vita ad una compagine che pubblicizzava la propria attività commerciale sulle maglie degli atleti che si disperdevano tra boschi e monti: Maison du Sport il suo nome.
Lo sforzo di Renato durò solo per gli anni ’70, sconfitto da una malattia che segnò anche la fine dell’attività commerciale.
L’attività sportiva proseguì e ne prese il timone Daniele Catalin, l’Invincibile degli Invincibili!!!
Alla Maison du Sport affiancò la neonata Polisportiva Villarese avvalendosi, negli anni, del supporto di Footing Sport, della Boutique della Carne e dall’Avis di Luserna.
L’anima logistica era, ovviamente, Villar Pellice che ospitò nel 1988 la gara nazionale “Lou vir ‘dla Cumba ‘d Liussa” con la straripante vittoria con record imbattuto di Alfonso Valicella (Alitrans Verona) davanti al compagno di squadra Antonio Amalfa ed al proto corridore marocchino Lakim Driss targato, per l’occasione, Valli di Lanzo.
Durò fino alla fine degli anni ’90 l’avventura della Polisportiva Villarese fino a che nacque un processo aggregante che diede vita all’attuale A.S.D. Atletica Val Pellice che vivrà felice e contenta per molti e molti anni ancora….
Daniele è   stato anche atleta e il gradino più alto del podio lo ha conosciuto anche lui quando negli anni ’70 e ’80 si è dedicato ad organizzare la propria attività agonistica. Le sue vittorie sono collocate strettamente in Val Pellice dove giunse sorprendentemente primo al traguardo a Bobbio Pellice ricevendo, oltre che il meritato premio, i complimenti da Willy Bertin, in veste di consulente tecnico organizzativo.
Anche Villar Pellice lo ha visto vincitore in una gara che lui definisce “limitata agli indigeni”. Quasi li nasconde i suoi successi per una forma di modestia che lo caratterizza da sempre.
Ma Daniele è Gigante tra gli Invincibili soprattutto nel campo, molto poco frequentato, degli Organizzatori. Non limito questo appellativo all’organizzazione di appuntamenti sportivi ma estendendolo alla strutturazione, guida e gestione dello sport dell’Atletica, con un occhio particolare alla Montagna nell’intera Val Pellice!
Da quaranta anni circa non c’è manifestazione sportiva nel campo dell’atletica in Val Pellice che non lo veda protagonista: dal monumento Tre Rifugi alle centinaia di gare maggiori e minori che popolano le domeniche in Valle.
Generazioni di atleti hanno avuto ed hanno modo di apprezzare la sua competente presenza. Presenza totale: dall’ideazione alla realizzazione delle manifestazioni in prima persona. Dai ruoli più operativi fino ai cerimoniali di premiazione le manifestazioni sportive vivono della sua esperienza. Ovviamente non è solo ma si avvale di una nutrita e qualificata squadra di collaboratori ed anche di questo gli va riconosciuto un merito.
Dal 2002 è anche Istruttore di Atletica Leggera e questo gli ha permesso di dare vita ad uno dei settori giovanili più importanti a livello regionale: il settore giovanile dell’Atletica Val Pellice.
Proprio questa ASD è divenuta la sua casa ed il punto di riferimento di centinaia di sportivi della vallata e non solo.
Capacità, competenza, simpatia e grande umiltà lo caratterizzano. Quest’ultima qualità lo fa apparire poco all’attenzione dei “media” ma lo sport in Val Pellice gli deve molto: almeno 40 anni di attività che hanno riempito di sport un’intera vallata……e la storia dell’ “Invincibile” Daniele Catalin continua…
Carlo Degiovanni

venerdì 25 novembre 2016

Galleria degli Invincibili tra storia e sport: MARCO TREVES

Lo Tsan (Tzan) è lo sport tradizionale Valdostano nel quale 2 squadre di 12 giocatori si confrontano in quattro fasi di gioco (Battià o Bacchià) e gli strumenti base, oltre al campo sovente collocato sui prati degli alpeggi, sono la Pertica (Percha o Pertse) e la pallina detta, appunto Tzan. Una sorta di Baseball in salsa valdostana, insomma.
Lo gestisce la F.E.N.T. ovvero la Fédérachòn Esports de Nohtra Téra.
Sarà sorprendente per tutti noi ma uno dei più affermati campioni di Tzan è, nel contempo, uno dei massimi rappresentanti degli “Invincibili”: Marco Treves.
Ancora oggi gareggia nella serie C dopo essere stato negli anni protagonista assoluto nei campionati inferiori ma soprattutto ben 6 volte Campione Valdostano assoluto in serie A nella squadra dell’Emarèse, località nella quale vive tutt’oggi.
Ci tiene, Marco, a sottolineare il suo legame preferenziale per questo sport che è insieme anche cultura e amore per la propria Terra.
Il podismo, nelle sue forme variegate, per Marco Treves è arrivato molto tardi all’età dei trent’anni ma di questo ne parlerò in seguito.
L’excursus nella vita sportiva di Marco sorprende e dimostra fino in fondo la differenza che passa tra l’essere sportivo a tutto campo o essere semplicemente podista!
Il 1964, anno del servizio militare, ha dato avvio alle sue imprese sportive: il Corpo dell’Artiglieria da Montagna aveva individuato in lui il miglior atleta da inviare a Roma per partecipare al Pentathlon nelle Olimpiadi Militari aggregato ai Lagunari della San Marco di Venezia in rappresentanza della Terza Armata.
Lo sci nordico è stata un’altra specialità frequentata da Marco: la Marcialonga in Val di Fiemme e la Marcia Gran Paradiso in Valle d’Aosta lo hanno visto tra i protagonisti come tutte le numerose gare di Granfondo che allora caratterizzavano la disciplina nella esclusiva specialità del Fondo in formula Classica. 
Insieme all’amico Silvio Calandri ha partecipato e vinto, per due anni consecutivi, una gara davvero singolare: “La Granta Corsa” ovvero il Trofeo Monte Bianco di Alpinismo Perpetuo, gara internazionale di scalata che aveva luogo a Courmayeur.
Ritornando alla carriera podistica il suo esordio è avvenuto ai trent’anni nel 1972 (anno che agli appassionati della Tre Rifugi dovrebbe ricordare qualche cosa) vincendo gara e titolo di Campione Regionale di Corsa Campestre. Nello stesso anno vicino a casa sua era posto il traguardo di una vera e propria impresa sportiva: la Torino – St. Vincent e l’attrazione alla partecipazione è stata forte: il quarto posto ha premiato lo strepitoso tempo di 7 ore e 22 minuti sulla distanza dei classici 100 Km.  Ci ha riprovato l’anno successivo concludendo con 10 minuti risparmiati ed ancora è stata quarta posizione.
Ritorno al 1972 per raccontare la sua prima impresa podistica: dopo avere vinto il titolo di Campione Regionale nella Campestre ed il quarto posto alla Torino Saint Vincent (senza dimenticare il suo successo alla prima edizione della Tre Rifugi), in autunno Marco si iscrive al “Le Marathon du Triangle de l’Amitier”, una gara internazionale della lunghezza di 111 Km e 5.400 metri di dislivello. Aosta, Colle Gran San Bernardo, Martigny, Col de la Forclaz, Col des Montais e arrivo a Chamonix il tracciato di gara di quello che oggi si chiamerebbe “Ultratrail”.
E’ un trionfo per lui: dieci ore e trentacinque minuti gli consegnano la prima posizione assoluta relegando a un’ora e cinque minuti il vincitore della Torino Saint Vincent!
Le sue grandi qualità di atleta di resistenza hanno trovato conferma nel 1978 quando prese parte in Svizzera al Campionato Mondiale di Corsa in Alta Montagna che si svolgeva sul tracciato Les Plan – Cabane Plan Nevèe. Terzo assoluto in tempi che non prevedevano “categorie” alle spalle dell’americano Smid e del tedesco Sigenthaler.
Come accennato in precedenza Marco Treves non ha mai considerato il Podismo la “sua” prima scelta sportiva ed alla corsa ha dedicato soprattutto gli anni ’70. Anche per questo non può che destare stupore il suo ricco curriculum di vittorie. Lui dice “ne avrò vinte come minimo un centinaio” mettendo in difficoltà tutti noi che serbiamo ricordo indelebile non solo delle eventuali vittorie ma anche delle posizioni di rincalzo!
A titolo puramente indicativo si ricordano le sue vittorie sulle gare – monumento della Marcia Alpina (nella sua Patria Martze a Pia):
Tre Rifugi in Val Pellice, Chaberton di Cesana, Castelluzzo a Torre Pellice, Tre Denti di Cumiana, Picchi del Pagliaio a Giaveno, Musinè a Caselette.
Nel canavesano Quinzeina di Castellamonte, Calea, Ivrea – Mombarone, Sparone.
In Valle d’Aosta altri trionfi: dalla gara di casa Saint Vincent – Col di Joux, vinta in quattro edizioni individuali e due a staffetta al “mitico” Dondeuil (5 vittorie) passando per la Balconata del Cervino e la Marze di Lieuze.
Per un’atleta che aveva esordito nelle campestri e sull’asfalto non è stato un problema farsi valere anche su quei terreni a Trofarello, gara con record, o nella Sassi – Superga – Sassi o, ancora, nella Esperia – Colle della Maddalena.
Le trasferte fuori Valle sono state sovente molto intensive con la partecipazione a due gare, e che gare, nella stessa giornata: Ivrea – Mombarone al mattino e Calea – Brosso – Calea al pomeriggio oppure ancora la classica eporediese al mattino e Sparone al pomeriggio. Una volta arrivò addirittura a tre: crono Chiaverano – Scalveys per riscaldamento (3° post), Trofeo Zorzetting a Sauxe d’Oulx al pomeriggio (gara vinta) e notturna a Cucelio con conclusiva 6° posizione!
Nella sua breve ma intensissima carriera podistica ha vestito le maglie della Fortessani di Prazzo dell’amico Calandri, dell’U.S.  Tavagnasco di Marco Morello e dello Challant, la squadra di casa.
E dire che, nella Valle degli Invincibili, avevamo sempre pensato che la misura del suo essere Campione fosse data dalle quattro vittorie consecutive alla “nostra” Tre Rifugi assieme all’amico Marco Morello!!!
E’ stato comunque un onore, per questo angolo di Piemonte, avere ospitato il suo gesto atletico davvero spettacolare nello stile di corsa e la sua simpatia che ha conquistato la valle al pari delle sue vittorie.
Per quanto mi riguarda mi rimane un desiderio: salire in Valle d’Aosta per assistere ad una partita di Tzan e applaudire Marco nella pratica della sua più grande passione sportiva senza dimenticare che è stato uno dei più grandi interpreti dello sport che oggi affascina migliaia di atleti.
Carlo Degiovanni 

venerdì 18 novembre 2016

Galleria del futuri (?) "Invincibili" nello sport e non solo: ANDREA BARALE

Esistono realtà territoriali che sembrano vocate solo alla dura fatica del lavoro in agricoltura. La piatta pianura favorisce le coltivazioni estensive e la piccola industria, ovviamente legata principalmente all’agricoltura.
Queste realtà custodiscono piccoli tesori che dimostrano la ricchezza, non solo economica, della provincia italiana.
Una di queste realtà è collocata in Provincia di Cuneo: si chiama Roata Chiusani che non è neppure Comune ma Frazione del capoluogo Centallo.
Se voliamo alto potremmo dire che a Roata Chiusani è nato Michele Pellegrino, divenuto in vita Cardinale ma, soprattutto, punto di riferimento universale per credenti e non.
Rimanendo con i piedi in terra segnaliamo la presenza, in quel luogo, di una delle migliori Società di Atletica Leggera a livello regionale e non solo.
Il G.S. Roata Chiusani (ASD come vuole l’attuale normativa) è nato nel 1980 causa la testarda volontà di Giovanni Cavallo che si è avvalso delle prime esperienze di tecnico istruttore di Beppe Viale.
Negli anni la piccola società iniziale ha conquistato vittorie e fama coltivando la passione di generazioni di giovani ed allestendo la “5 Piloni”, manifestazione sportiva eccelsa nel campo dell’Atletica su strada (“no stadia”, direbbe la Fidal).
Il faro del G.S. Roata Chiusani è senza dubbio Rita Marchisio: fu lei a presentarsi al via della prima maratona esclusivamente femminile della storia dell’atletica nella giapponese Osaka il 24 gennaio del 1982. Stupì il mondo vincendo a sorpresa tra centinaia di atlete in 2 ore 35 minuti e 55 secondi!!! Con lei un’altra italiana….la torinese Elena Dugono, più a suo agio con le fatiche montane dello Chaberton.
Tra la schiera di atleti che oggi fanno grande il G.S. Roata Chiusani c’è Andrea Barale.
Alla corte di Beppe Viale Andrea c’è arrivato su consiglio di Gualtiero Falco che lo segue nella preparazione atletica. Nato a Pinerolo nell’aprile 1994 ma orgogliosamente residente a Bibiana ha conosciuto l’atletica nel periodo scolastico quando, esaurite le cosi dette scuole dell’obbligo, ha “dovuto” confrontarsi nelle corse campestri. La sorpresa, anche per lui, è stata la vittoria alla prima partecipazione che lo ha spinto a provarci seriamente, sia pure nelle numerose “non competitive” che affollano le sere d’estate.
L’esordio nell’Atletica che conta è avvenuto nella categoria Juniores con risultati importanti: vittoria nel Campionato Regionale dei 1500 in pista e 1° posto alla mezza maratona di Losanna.
Però….le prime asperità montane della Val Pellice hanno assistito ai suoi successi  atletici ma sono divenute anche una fatale attrazione per la sua passione sportiva.
Ancora Juniores si misura con i migliori coetanei nel Campionato Italiano di Corsa in Montagna conquistando una bene augurante 15° posizione.
Scopre una naturale predisposizione per le corse in salita che lo porta a misurarsi sulle dure pendenze del Km verticale: il Campionato Italiano di specialità del 2014 lo vede conquistare il terzo gradino del podio della categoria “Promesse”.
Con i suoi compagni d’equipe conquista, nel 2015, il titolo regionale di Corsa in Montagna a staffetta ma il suo capolavoro, che gli vale l’ingresso nella categoria dei, sia pure futuri, “Invincibili” lo realizza il 20 Agosto del 2015.
In alta Val Pellice si “celebrano” 40 edizioni della Tre Rifugi con una versione “Vintage”. La scelta del compagno di avventura cade su Loris Tourn ed insieme affrontano le asperità dei Colli Barant e Manzol.
Finiranno 7° mail tempo conferma che la stoffa c’è … nonostante la discesa. 2 ore 34 minuti e 45 secondi sanciscono una preziosa 7° posizione ma, soprattutto, confermano un’opzione in più nella sua carriera sportiva.
L’inverno lo riporta su terreni più pianeggianti ed il suo futuro prossimo sarà la qualificazione per gli italiani di campestre.
Passione per lo sport ed i risultati raggiunti sono il carburante indispensabile per affrontare la sfida, sovente solitaria, degli allenamenti….per costruire un futuro di successi la dove la strada, o il sentiero, inizia a salire.
Carlo Degiovanni

mercoledì 16 novembre 2016

Galleria degli Invincibili tra storia e sport: MARCO MORELLO

“Unico allenatore: il mulo”. Non precisa se fosse dotato anche di apposito attestato rilasciato dalla Fidal ma l’affermazione è perentoria! Il suo primo ed unico allenatore è stato il Mulo con il quale saliva agli alpeggi ai Piani di Tavagnasco e nel tragitto imparava la perseveranza, la forza e la resistenza dell’animale che talvolta lo costringeva a muscolari ripetute per tenerne il passo o a prove di forza nello smuoverlo dalle testarde pause!
Emerge fin dal suo esordio il carattere montanaro, tutto sostanza e pratica, di Marco Morello, ineguagliabile atleta di altri tempi mai sufficientemente celebrato dalle cronache ma, senza dubbio, il più amato dalle schiere di appassionati di Marcia Alpina che una volta popolavano i sentieri e gli arrivi della Nobile Atletica delle Valli e dei Monti.
Il suo impianto sportivo si estendeva su sentiero dal concentrico di Tavagnasco, ancora Piemonte ma già in odore di Valle d’Aosta, fino ai Piani di Tavagnasco posti mille metri più su dove una chiesetta dedicata alla Madonna accoglie ogni anno gli atleti protagonisti di una storica impresa sportiva ed i fedeli alla Madonna stessa. 
Al mattino ognuno si dedica alla propria passione, sportiva o religiosa, ed al pomeriggio si accomunano in pantagrueliche feste a base di polenta, carni varie e formaggi!
C’è molto da raccontare dal punto di vista agonistico di Marco e vedrò di farne necessaria sintesi ma l’ouverture va assolutamente dedicata alla simpatia ed affabilità del “personaggio”.
Difficile pensarlo senza un baffuto sorriso ed un saluto per tutti ma soprattutto senza il nettare del suo territorio: vino, liquore e formaggio, tutto fatto “in casa” e a disposizione di tutti in un rito preventivo alle più serie discussioni tecnico – sportive.
A correre ha iniziato a 17 anni (1968) e l’esordio ha portato subito una beneaugurante vittoria! Primo classificato su 30 partecipanti. Primo in assoluto in un’epoca sportiva senza tante accomodanti categorie che generano schiere di vincitori….
Era la gara di paese, Tavagnasco appunto, dove all’inizio di Luglio si festeggiava la patrona Santa Margherita. 
Non convinto ci ha provato a fine luglio. Era in programma una gara – monumento della Marcia Alpina: Tavagnasco – Madonna ai Piani in una delle prime edizioni: anche lì, non ostante l’esordio tra i Campioni, 1° assoluto in 45 minuti (1080 mt. di dislivello!!!). 
Una settimana dopo cerca verifiche “fuori casa” ma a Cuceglio conferma con una ulteriore vittoria  la sua predisposizione atletica. Solo la lontana Torino lo riporta in posizioni di rincalzo ma pur sempre sul podio.
Inizia, quindi, nel 1968 a soli 17 anni la lunga carriera sportiva di Marco Morello e  per raccontarne 
le fasi salienti servirebbe un libro a se quindi provo a metterne  a fuoco risultati e aspetti più interessanti.
L’elenco delle manifestazioni che lo hanno visto protagonista rappresenta la Treccani della corsa sui monti quando ancora si chiamava Marcia Alpina:
A Tavagnasco – Madonna ai Piani dedico qualche attenzione in più perché su quei sentieri Marco è stato protagonista come atleta con 6 successi (miglior tempo personale 40,01) e come organizzatore con la prova di Campionato Italiano. 
La durissima salita su sentiero (Km 3,87 – Dislivello di mt 1046 – Garmin docet) rappresenta l’antesignana dei moderni Km Verticali con le sue 65 edizioni che hanno visto sfilare il Ghota della Marcia Alpina. La gara fu invisa dalla Fidal negli anni ’80 che la giudicò troppo dura e non rispondente ai propri regolamenti. Ma l’astuto montanaro ha mille risorse….bastò mantenere inalterato il percorso e correggere la lunghezza sul volantino e tutto fu risolto per alcune edizioni. Poi il Campionato Italiano nel 2006  portò 393 atleti (22° posto per Marco) ma anche l’obbligo di modificare veramente la dura ascesa…ma solo per qualche edizione perché adesso si torna a salire sul tracciato originale.
Santa Elisabetta – Cima Quinzeina e ritorno: siamo nell’alto canavesano (Castellamonte) dove regna un’altra regina delle fatiche montane. Come nelle più antiche gare di specialità nessuna segnalazione di percorso. Solo partenza, bandierone rosso sul Quinzeina,  e arrivo e, soprattutto, una muscolare salita seguita da una terrificante discesa. Se vi recate alla chiesa di Santa Elisabetta vedrete una lapide con i nomi dei vincitori della gara.  Marco la considera la “sua gara” per avervi partecipato 13 volte (nel 74, al vero, finì fuori percorso…) ed averla vinta  8 volte con record realizzato nel 1970 in 58’30”. Tra la prima (1970) e l’ultima (1990) sono trascorsi 20 anni!!!
Una vittoria l’ha anche conseguita con l’amico Marco Treves ma si saliva e scendeva a Cima Quinzeina da Frassinetto (1973).
Trofeo Monte Chaberton nella versione classica Claviere – Cima Chaberton – Cresta Nera - Cesana: tre partecipazioni e due 5° posti e un 7°.
Sauxe d’Oulx Trofeo Genevris con salita al Colle Blegier e ritorno: una partecipazione – 3° posto.
Castelluzzo a Santa Margherita di Torre Pellice: tre partecipazioni ed altrettanti  secondi posti.
Calea, ancora nel canavesano dove si è presentato al via ben 22 volte. Mai una vittoria ma sempre piazzamenti di prestigio ad iniziare dal 2° posto del 1969 e dal 3° del1972.
Sulle asperità del Musinè da Caselette si è misurato in tre edizioni ottenendo due 2° ed un 3° posto.
Ad Angrogna, nel Trofeo Monte Servin è salito per due volte: nel 1972 era in testa ad un km dal traguardo poi gli tocco la terza posizione finale. Lo supero Marco Treves che dopo il traguardo gli propose la partecipazione in coppia alla prima edizione di una strana gara allestita in alta Val Pellice: la Tre Rifugi. E di lì iniziò il mito degli “Invincibili” Marco Treves e Marco Morello.
Anche il Colle Bione di Giaveno, Quincinetto, Saint Vincent – Colle di Joux, Traversella, Pont Canavese, Ivrea – Mombarone, Il mitico Dondeuil da Challant a Issime lo vedono negli anni presente e vincitore e sicuramente l’elenco non è esaustivo.
La sua carriera sportiva comprende anche exploit inattesi:
partecipa a due edizioni della Torino – Saint Vincent. La prima nel 1969 a 18 anni e senza preparazione.  18° assoluto dopo 100 km e, purtroppo, pochissimo dislivello: 10 ore e 30 minuti ed il fisico distrutto. Ci riprova l’anno seguente con un approccio più realistico: due ore di tempo risparmiato e 4° posizione assoluta anche se….le scarpe distrutte a Borgofranco d’Ivrea lo hanno costretto ad imitare Bikila nell’ultimo tratto.
La 5 Mulini lo attende ancora nella categoria Junior nell’anno 1969: 5° posto nella università delle corse campestri di San Vittore Olona.
Ed ancora nel 1971, quando gli tocca la naja, rappresenta l’Italia nella gara tra squadre militari in Grecia ed in terra straniera conquista la seconda posizione.
Ma per noi Marco Morello è, soprattutto, il mito della Tre Rifugi. 
Il suo incedere potente in compagnia dell’eleganza atletica di Marco Treves ha “segnato” le prime 4 edizioni della regina delle Marce Alpine, dal 1972 al 1975, con quattro vittorie consecutive. E non può che andare a lui, o meglio alla coppia Treves – Morello, la palma degli “Invincibili tra gli Invincibili” nella particolare raccolta di schede che illustra le gesta dei protagonisti delle corse sui minti della Val Pellice.
La sua carriera sportiva è stata segnata dall’appartenenza a tre società sportive di eccellenza nel settore: U.S. Tavagnasco che ne ha visto i natali, lo Challant dell’inseparabile Marco Treves e il Monte Rosa del compianto amico Fogu che ha fatto ricca di soddisfazioni la specialità dentro e fuori la Valle d’Aosta fino ai migliori scenari nazionali.
Però… un gravissimo incidente automobilistico sui suoi monti lo ha fermato nella carriera sportiva. Mesi di cure ed anni per recuperare la normale capacità motoria e poi….nel 2010 ancora un ruggito da Campione: corre, o meglio, in larga misura cammina per l’ennesima volta Tavagnasco – Madonna ai Piani!
Adesso si gode gli storici successi e del vecchio campione rimane la collaborazione organizzativa nella “sua” gara e la grande simpatia diffusa a piene mani nel mondo degli appassionati con la sua affabile umiltà accompagnata, sempre, dalla consueta dote di prodotti locali e personali: un bicchiere di vino, un po’ di liquore realizzato con sapienti alchimie casalinghe e, soprattutto, il formaggio locale per celebrare amicizie e successi.
Se lo volete incontrare salite a Tavagnasco a metà luglio per percorrere i ripidi sentieri che raggiungono Madonna ai Piani ma…. non limitatevi alla parte agonistica perché Marco ha preparato un “terzo tempo” da favola ed in quel momento potrete incontrare ed apprezzare l’”Invincibile Marco”.
Carlo Degiovanni