Lo Tsan (Tzan) è lo sport tradizionale Valdostano nel quale 2 squadre di 12 giocatori si confrontano in quattro fasi di gioco (Battià o Bacchià) e gli strumenti base, oltre al campo sovente collocato sui prati degli alpeggi, sono la Pertica (Percha o Pertse) e la pallina detta, appunto Tzan. Una sorta di Baseball in salsa valdostana, insomma.
Lo gestisce la F.E.N.T. ovvero la Fédérachòn Esports de Nohtra Téra.
Sarà sorprendente per tutti noi ma uno dei più affermati campioni di Tzan è, nel contempo, uno dei massimi rappresentanti degli “Invincibili”: Marco Treves.
Ancora oggi gareggia nella serie C dopo essere stato negli anni protagonista assoluto nei campionati inferiori ma soprattutto ben 6 volte Campione Valdostano assoluto in serie A nella squadra dell’Emarèse, località nella quale vive tutt’oggi.
Ci tiene, Marco, a sottolineare il suo legame preferenziale per questo sport che è insieme anche cultura e amore per la propria Terra.
Il podismo, nelle sue forme variegate, per Marco Treves è arrivato molto tardi all’età dei trent’anni ma di questo ne parlerò in seguito.
L’excursus nella vita sportiva di Marco sorprende e dimostra fino in fondo la differenza che passa tra l’essere sportivo a tutto campo o essere semplicemente podista!
Il 1964, anno del servizio militare, ha dato avvio alle sue imprese sportive: il Corpo dell’Artiglieria da Montagna aveva individuato in lui il miglior atleta da inviare a Roma per partecipare al Pentathlon nelle Olimpiadi Militari aggregato ai Lagunari della San Marco di Venezia in rappresentanza della Terza Armata.
Lo sci nordico è stata un’altra specialità frequentata da Marco: la Marcialonga in Val di Fiemme e la Marcia Gran Paradiso in Valle d’Aosta lo hanno visto tra i protagonisti come tutte le numerose gare di Granfondo che allora caratterizzavano la disciplina nella esclusiva specialità del Fondo in formula Classica.
Insieme all’amico Silvio Calandri ha partecipato e vinto, per due anni consecutivi, una gara davvero singolare: “La Granta Corsa” ovvero il Trofeo Monte Bianco di Alpinismo Perpetuo, gara internazionale di scalata che aveva luogo a Courmayeur.
Ritornando alla carriera podistica il suo esordio è avvenuto ai trent’anni nel 1972 (anno che agli appassionati della Tre Rifugi dovrebbe ricordare qualche cosa) vincendo gara e titolo di Campione Regionale di Corsa Campestre. Nello stesso anno vicino a casa sua era posto il traguardo di una vera e propria impresa sportiva: la Torino – St. Vincent e l’attrazione alla partecipazione è stata forte: il quarto posto ha premiato lo strepitoso tempo di 7 ore e 22 minuti sulla distanza dei classici 100 Km. Ci ha riprovato l’anno successivo concludendo con 10 minuti risparmiati ed ancora è stata quarta posizione.
Ritorno al 1972 per raccontare la sua prima impresa podistica: dopo avere vinto il titolo di Campione Regionale nella Campestre ed il quarto posto alla Torino Saint Vincent (senza dimenticare il suo successo alla prima edizione della Tre Rifugi), in autunno Marco si iscrive al “Le Marathon du Triangle de l’Amitier”, una gara internazionale della lunghezza di 111 Km e 5.400 metri di dislivello. Aosta, Colle Gran San Bernardo, Martigny, Col de la Forclaz, Col des Montais e arrivo a Chamonix il tracciato di gara di quello che oggi si chiamerebbe “Ultratrail”.
E’ un trionfo per lui: dieci ore e trentacinque minuti gli consegnano la prima posizione assoluta relegando a un’ora e cinque minuti il vincitore della Torino Saint Vincent!
Le sue grandi qualità di atleta di resistenza hanno trovato conferma nel 1978 quando prese parte in Svizzera al Campionato Mondiale di Corsa in Alta Montagna che si svolgeva sul tracciato Les Plan – Cabane Plan Nevèe. Terzo assoluto in tempi che non prevedevano “categorie” alle spalle dell’americano Smid e del tedesco Sigenthaler.
Come accennato in precedenza Marco Treves non ha mai considerato il Podismo la “sua” prima scelta sportiva ed alla corsa ha dedicato soprattutto gli anni ’70. Anche per questo non può che destare stupore il suo ricco curriculum di vittorie. Lui dice “ne avrò vinte come minimo un centinaio” mettendo in difficoltà tutti noi che serbiamo ricordo indelebile non solo delle eventuali vittorie ma anche delle posizioni di rincalzo!
A titolo puramente indicativo si ricordano le sue vittorie sulle gare – monumento della Marcia Alpina (nella sua Patria Martze a Pia):
Tre Rifugi in Val Pellice, Chaberton di Cesana, Castelluzzo a Torre Pellice, Tre Denti di Cumiana, Picchi del Pagliaio a Giaveno, Musinè a Caselette.
Nel canavesano Quinzeina di Castellamonte, Calea, Ivrea – Mombarone, Sparone.
In Valle d’Aosta altri trionfi: dalla gara di casa Saint Vincent – Col di Joux, vinta in quattro edizioni individuali e due a staffetta al “mitico” Dondeuil (5 vittorie) passando per la Balconata del Cervino e la Marze di Lieuze.
Per un’atleta che aveva esordito nelle campestri e sull’asfalto non è stato un problema farsi valere anche su quei terreni a Trofarello, gara con record, o nella Sassi – Superga – Sassi o, ancora, nella Esperia – Colle della Maddalena.
Le trasferte fuori Valle sono state sovente molto intensive con la partecipazione a due gare, e che gare, nella stessa giornata: Ivrea – Mombarone al mattino e Calea – Brosso – Calea al pomeriggio oppure ancora la classica eporediese al mattino e Sparone al pomeriggio. Una volta arrivò addirittura a tre: crono Chiaverano – Scalveys per riscaldamento (3° post), Trofeo Zorzetting a Sauxe d’Oulx al pomeriggio (gara vinta) e notturna a Cucelio con conclusiva 6° posizione!
Nella sua breve ma intensissima carriera podistica ha vestito le maglie della Fortessani di Prazzo dell’amico Calandri, dell’U.S. Tavagnasco di Marco Morello e dello Challant, la squadra di casa.
E dire che, nella Valle degli Invincibili, avevamo sempre pensato che la misura del suo essere Campione fosse data dalle quattro vittorie consecutive alla “nostra” Tre Rifugi assieme all’amico Marco Morello!!!
E’ stato comunque un onore, per questo angolo di Piemonte, avere ospitato il suo gesto atletico davvero spettacolare nello stile di corsa e la sua simpatia che ha conquistato la valle al pari delle sue vittorie.
Per quanto mi riguarda mi rimane un desiderio: salire in Valle d’Aosta per assistere ad una partita di Tzan e applaudire Marco nella pratica della sua più grande passione sportiva senza dimenticare che è stato uno dei più grandi interpreti dello sport che oggi affascina migliaia di atleti.
Carlo Degiovanni