Trail Degli Invincibili

Un bellissimo Trail attraverso luoghi spettacolari, insoliti, racchiusi da una cerchia di monti dove tra tutti emerge il Cornour, da questa parte quasi inaccessibile!

Il nuovo percorso

Un nuovo Trail in Val Pellice con partenza ed arrivo dal Laghetto Nais di Bobbio Pellice!

Un occasione per conoscere la nostra Valle

Il nostro "Trail degli Invincibili", oltre ad essere un importante momento di sport vuole essere un occasione per conoscere il territorio della Val Pellice, non solo per le sue bellezze paesaggistica ma soprattutto per la sua ricca storia e cultura.

mercoledì 20 aprile 2016

Siamo pronti per la CorriBobbio 2016

Sabato 14 maggio 2016 al Laghetto Nais di Bobbio Pellice un momento di festa e di sport con la CORRIBOBBIO e la CAMMINATA DELLA POUIÀ organizzate dalla Associazione Polisportiva Dilettantistica Bobbiese, giunte alla 5^ edizione.
Vi aspettiamo!
Scarica la locandina

domenica 17 aprile 2016

Nella Barge – Montebracco 162 salitori conquistano la vetta!

LA LUNGA VOLATA TRAPPISTA TRA PAOLO BERT E DAVIDE PREVE, APPENA PIU’ AGEVOLE IL COMPITO DELLA KUZMINSKA
La Corsa in Montagna, quella targata Fidal, ha portato i suoi atleti (164 partenti), sabato 16 aprile, a misurarsi sull’aspra salita che conduce dalla Piazzetta della Madonna (non intesa come imprecazione) di Barge alla vetta enviese del Montebracco. Dai 368 ai 1307 s.l.m. per un totale di circa 1000 metri di dislivello grazie ad un provvidenziale avvallamento a metà fatica.
Garretti buoni per superare i primi due km su puro sentiero e poi San Michele ha addolcito  appena la salita. Transito perfino in discesa nella Trappa del Montebracco superati i 5 km  “depuis le dèbut”. Li si sono fermate le Juniores Femminili (1) e le F4 in pari numero mentre il grosso della truppa ha proseguito imperterrito, si fa per dire, per altri circa 3 km con strappi successivi fino a raggiungere il nuovissimo “rifugio” costruito dai volontari di Envie nella loro “enclave” collocata proprio sulle rocce terminali della sudata collettiva.
Terreno utile a provare i valori atletici di specialità 2016. Paolo Bert, fresco vincitore (e ti  pareva) del Trail del Chisone fa l’ennesima impresa ma questa volta la battaglia si fa aspra. A rendergli la vita dura, assente giustificato Manuel Solavaggione, febbricitante, sono stati soprattutto Preve Davide (Roata Chiusani) ed il giovanissimo (Juniores) Rostan Andrea (Atl. Saluzzo). Tra i primi due è stata lunga volata iniziata fin dal via con successivi numerosi cambi di posizione in testa. Poi ha prevalso la resistenza del Campione di casa che con una ultima accelerata ha conquistato la vittoria in 45.51 con 12 secondi di vantaggio sull’allievo di Beppe Viale.  Ancora lontano il record della manifestazione (43.42)  ma in  quella edizione, 2012, fu sua maestà Bernard Dematteis, targato Esercito, a guidare le danze.
La battaglia sportiva femminile ha una vincitrice dal nome polacco divenuta oramai apprezzata atleta di specialità con la casacca della Atletica Canavesana: Kuzminska Katarzina (56.27). Battaglia meno aspra sulle asperità trappiste con la forte atleta che conduce fin dalle battute iniziali. E’ Elisa Almondo (58.32), salita a Barge da Asti con i colori della società sportiva Brancaleone a provare ad opporre qualche resistenza mentre Magro Eufemia (1.00.26) ricerca e ritrova una grande prestazione finendo la gara in terza posizione.
Come vuole la Fidal ( e molti atleti) c’è poi la gara nella gara ovvero il confronto tra le varie categorie e queste hanno visto i seguenti risultati:
Juniores M. Andrea Rostan (Atletica Saluzzo 47.57), M1 Bosio Giovanni (Des Amis 48.37), M2 Parola G. Carlo (Dragonero 54.02), M3 Attardi Fabrizio (Atl. Monterosa 50.46), M4 Olivero Paolo (Nuova Chieri 56.05), M5 (Barberis Antonio (S.D. Baudenasca 1.05.15) Juniores F. Collino Elisabetta (Atl. Valpellice 49.14 percorso ridotto), F1 Lerda Sandra (Dragonero 1.06.32), F2 Balbis Sonia (Pam Mondovì 1.03.42), F3 Plavan Marina (Atl. Valpellice 1.03.26), F4 Bruno di Clarafond Daniela (Dragonero 1.10.45 percorso ridotto).
Per chi non ha faticato  sui sentieri è stata l’occasione per dare un’occhiata al complesso monastico della Trappa del Montebracco per arricchire anche un po’ il “dentro” e non sempre il “fuori”. Li ci vissero per pochi anni i Trappisti, a partire dal 1794, in fuga dai sanculotti della Rivoluzione Francese.Per tutti invece lo speciale pensiero per quel “Ciao Domenico” che accompagna da qualche anno il volantino. Nascosto nel bosco o sulle asperità finali Bruno Franco Domenico è stato  presente ad incitare proprio tutti ma con un  applauso in più per i “diavoli” in maglia rossa della Podistica Valle Infernotto.
Scarica la classifica, pubblicata anche sul sito www.podisticavalleinfernotto.it
(Carlo Degiovanni)

giovedì 14 aprile 2016

Con INALPI il sapore del buon latte fresco per gli "Invincibili"

Inalpi nasce ufficialmente nel 1966, ma le sue origini risalgono al 1800, quando le famiglie Invernizzi e Barattero intrapresero l'attività nel settore lattiero caseario. Da allora ha un'unica priorità: conservare il gusto autentico del latte.
Per i suoi prodotti Inalpi seleziona solo il latte proveniente dai migliori allevamenti piemontesi. Lo stretto legame con il territorio locale le permette di monitorare in modo ottimale il ciclo produttivo e di conservare intatto il sapore della materia prima.
Inalpi vuole tramandare la sua storia e proiettarla nel futuro. Per questo alla tradizione affianca l'innovazione: per far sì che i suoi prodotti rimangano per sempre sinonimo di bontà e genuinità.
Visita il suo sito

venerdì 8 aprile 2016

VALMORA disseta gli "Invincibili"!

Perché bere l'acqua minerale Valmora? 
Perché è un'acqua minerale di montagna. Sgorga alla fonte Aburù a 1300 mt di altitudine nel cuore delle Alpi Piemontesi, a Rorà, amena località della Val Pellice in una situazione ambientale particolarmente privilegiata: natura a perdita d'occhio, acqua in abbondanza e torrenti incontaminati.
La fonte Aburù e immersa nella quiete del Parco Montano di Rorà, teatro di suggestivi scenari naturali, terra ricca di storie e leggende popolari. Qui tra i boschi di larice, faggeti e tortuosi sentieri sgorga l'acqua minerale Valmora. Pura, fresca come la montagna.
Raccontiamo la sua Storia ...
La Società Pontevecchio è considerata oggi una grande realtà all'avanguardia nel panorama delle aziende di acque minerali. Fondata nel 1963 da Giovanni Damilano, inizia la sua attività produttiva nel 1971, arrivando nel tempo ad imbottigliare fino a sette sorgenti di montagna che sgorgano nelle Alpi piemontesi, ai piedi del Monte Frioland. Negli anni dal 1963 al 1971 a Luserna San Giovanni, piccolo comune della Valle Pellice in provincia di Torino, viene costruito lo stabilimento con la prima linea di produzione industriale di acque minerali provenienti dalla sorgente Sparea, dalla quale prende il nome la prima etichetta lanciata sul mercato.
Nel 1982, con l'imbottigliamento delle acque minerali della sorgente Oro nasce il secondo marchio aziendale, Alpi Cozie, mentre il 1990 è l'anno di nascita di Valmora, brand leader in Piemonte e Liguria Valmora è l'acqua minerale leggera e microbiologicamente pura, imbottigliata dalla sorgente alpina Aburù, nel Parco Montano del comune di Rorà.
Vuoi saperne di più? clicca per navigare nel suo sito 

martedì 5 aprile 2016

Andiamo alla borgata Sarsenà ….

Si parte dal laghetto Nais verso la circonvallazione di Bobbio Pellice , dove vi è un cartello indicatore per SIBAUD; la mulattiera sale tra boschi ed orti e raggiunge la biforcazione al punto, in piano a
sinistra verso SIBAUD (ma vi passeremo al ritorno) diritto in salita verso la Sarsenà; la mulattiera sale ripida incontrando la B.ta Paousette (ruderi) e poi la pista che viene dal Podio, attraversata la pista si continua sulla mulattiera che dopo alcuni tornanti ci porta alla B.ta Sarsenà inf. (fontana) da dove si gode una magnifica veduta dove fa capolino la vetta del Monviso. Nella borgata il "muro saraceno": storia o leggenda ?
In Val Pellice nel IX secolo giunsero i Saraceni: ne rimangono testimonianze nell'archeologia, nel linguaggio, nella toponomastica, come Moumaou e Barma dar Servagge nella Coumba di Charbounié e nei cognomi quali: Salvay, Salvagiot, Morel. La loro cacciata definitiva avvenne verso il 985, lasciando le vallate alpine spopolate e disorganizzate.

TRATTO ALT Lunghezza mt. Pendenza
Circonvallazione partenza sul sentiero 776 173,59 19,59
Dx sul sentiero; a Sx verso Sibaud 810 487,62 26,66
B.ta Paousette 940 83,98 5,95
Incrx. pista Sarsenà; Dx su sentiero 945 737,23 27,13
Sarsenà Inf.. 1145 338,19 19,81

Proprio i toponimi Sarsenà come anche quello di un'altra frazione di Bobbio Pellice, Payant, riecheggiano i termini 'saraceno' e 'pagani' e sembrano testimoniare inequivocabilmente, assieme a questo troncone di muro, con le pietre disposte a lisca di pesce, una terribile invasione che portò rovina e distruzione in Valle.
Le Borgate di Sarsenà, collegate da una mulattiera, sono poco distanti da una cava di pietra, materiale primario assieme al legno di castagno, utilizzato in edilizia.
Qui l'architettura alpina è ben rappresentata: abitazioni esposte a sud, pianta serrata in pietra con tetti ricoperti di lose, che trasmette l'idea di robustezza ed essenzialità, quasi sempre distribuita su due livelli; bassi locali seminterrati come ricovero per il bestiame e cantina, fienile e camere soprastanti.
Il legno appare soprattutto nelle travature dei tetti e negli infissi delle scarse aperture, garanzia di sicurezza e di difesa.
La tipologia abitativa, che si concentra nei grandi agglomerati di Sarsenà, è il fourest, che un tempo indicava una regione fuori da un certo centro, abitata permanentemente, con aree di pascolo più basse rispetto all'alpeggio.  Con il progressivo abbandono della montagna, il suo uso è stato limitato a dimora intermedia di mezza stagione nella transumanza, prima di salire ai pascoli dell'alpeggio a metà giugno o prima di discendere a Valle a fine settembre.
Le pietre delle baite di Sarsenà però sono state testimoni di altri importanti 'frammenti di storia': siamo nel 1943, in un momento di 'scelta' vitale tra divenire 'Banditen' o entrare a far parte della Repubblica di Salò.
'I montanari' di Bobbio non hanno avuto dubbi: hanno preso la strada dei monti dopo l'armistizio Badoglio e sono diventati ribelli sotto la guida di Abele Bertinat ed il Comando d'Alta Valle di Antonio Prearo, contribuendo a creare la fisionomia di 'Terra ribelle' o 'Terra della libertà' della Val Pellice.
Il ritorno dalla pista verso la località la B.ta Podio (altra fontana). Qui comincia la strada asfaltata che prendiamo in discesa, tra vecchie frazioni, campi e prati, fino alla Loc. Cortilet, dove giriamo a sinistra verso Sibaud (cartelli indicatori). In pochi metri arriviamo alla stele di Sibaud.
La stele ricorda il giuramento fatto prestare dal condottiero Enrico Arnaud, il giorno 1 settembre 1689 agli esuli valdesi reduci dall’esilio svizzero (Glorioso Rimpatrio). Sulla base della stele sono incisi i nomi delle parrocchie valdesi delle valli ed i nomi delle principali città italiane in cui si trovano templi, lo stemma valdese e la data del rimpatrio.

sabato 2 aprile 2016

CAFFAREL è con gli "Invincibili"!

CAFFAREL, sponsor degli "Invincibili", offre la più pura e seducente espressione della tradizione piemontese del cioccolato.
Nel 1826 Pier Paul Caffarel, nato nel 1783 a San Giovanni, oggi Luserna San Giovanni, rilevò una piccolissima conceria situata in via Balbis 12, nel quartiere San Donato di Torino e la trasformò in un laboratorio per la produzione del cioccolato: Caffarel acquistò una macchina industriale, inventata dal genovese Bozelli, in grado di produrne oltre 320 kg al giorno, una quantità notevole per l'epoca.
L'energia elettrica per macinare i semi di cacao era fornita dalla ruota idraulica della conceria alimentata dalle acque del canale Pellerina. Il secondo importante acquisto industriale fu una macchina idraulica costruita dal piemontese Doret, in grado di raffinare la polvere di cacao e miscelarla con zucchero e vaniglia.
nel 1852 Caffarel introduce sul mercato una novità dolciaria: il Givu (“mozzicone” in dialetto piemontese), uno straordinario cioccolatino a forma di barchetta. Il Givu è fatto di una profumata, delicata, morbida pasta nella quale una parte di cacao è stata sostituita con le originali nocciole tonde e gentili delle Langhe. Nasce così il tipico, originale e autentico GIANDUIOTTO di Torino.
Nel 1865, in occasione del Carnevale di Torino, la maschera ufficiale torinese, Gianduia, offre agli spettatori della parata Gianduiotti Caffarel. In quella stessa occasione acconsente a dare il proprio nome al Gianduiotto Caffarel che da allora porta il nome di Gianduia 1865.
Da allora la ricerca della massima qualità è stata perseguita in tutte le sue creazioni, combinando l'artigianalità di alcune lavorazioni con l'uso delle più moderne tecnologie.
Oltre all'indiscussa qualità, la grande ricercatezza delle confezioni e la meticolosa cura di ogni dettaglio permettono oggi a Caffarel di essere presenti nelle migliori pasticcerie e negozi dolciari in Italia e nel mondo.

Visita il suo sito www.caffarel.it

venerdì 1 aprile 2016

E' arrivato il patrocinio della Regione Piemonte

Siamo orgogliosi di poter comunicare che il nostro Trail può fregiarsi del Patrocinio della REGIONE PIEMONTE unitamente all'utilizzo del suo Logo Ufficiale!