Trail Degli Invincibili

Un bellissimo Trail attraverso luoghi spettacolari, insoliti, racchiusi da una cerchia di monti dove tra tutti emerge il Cornour, da questa parte quasi inaccessibile!

Il nuovo percorso

Un nuovo Trail in Val Pellice con partenza ed arrivo dal Laghetto Nais di Bobbio Pellice!

Un occasione per conoscere la nostra Valle

Il nostro "Trail degli Invincibili", oltre ad essere un importante momento di sport vuole essere un occasione per conoscere il territorio della Val Pellice, non solo per le sue bellezze paesaggistica ma soprattutto per la sua ricca storia e cultura.

mercoledì 25 maggio 2016

Galleria degli Invincibili tra storia e sport: MARCO OLMO

“Lui”, classe 1948, la Valle Pellice l’ha frequentata ante litteram indicando come “litteram” la sua esplosione atletica e, conseguentemente, la sua fama come protagonista delle lunghe fatiche nel deserto.
Qualcuno ancora lo ricorda all’inizio degli anni ’80 attendere, appartato ed in solitudine, l’apertura delle iscrizioni della Rorà – Valanza – Rorà, classica di Marcia Alpina allestita a Rorà, appunto, dalla locale Pro Loco supportata dall’Atletica Cavour “in trasferta”.
In valle, però, ha lasciato impronte prestigiose con la vittoria del 1989 alla Tre Rifugi Val Pellice fermando il crono a 2.08.23 ovvero sotto il limite delle 2 ore e 10 minuti che attribuisce la “Laurea Onoris Corsa” ai faticatori di passioni montane.
Due volte secondo nella stessa manifestazione negli anni 1993 e 1994 quando il Principe delle fatiche era Livio Barus.
“Lui”, però, ha frequentato anche scenari internazionali e li si è costruito la meritata fama: 2 vittorie alla U.T.M.B. (per i non specialisti l’Ultra Trail Mont Blanc) per misurarsi sulle lunghissime distante (166 km) e poi la via del Deserto dove Marco è letteralmente esploso a livello internazionale trovando la sua vera dimensione atletica e, persino, filosofica!
Ha dominato la Desert Cup con ben 4 vittorie confermando il suo valore tra le dune desertiche con tre podi alla Marathon Des Sales.
Al cospetto di questi impressionanti successi la sua vittoria alla Tre Rifugi di Mondovì e decine di altri successi inevitabilmente, diventano “minori”.
Pochi lo sanno ma Marco atleticamente è nato fondista e sci alpinista ma qui occorrerebbe aprire una nuova scheda.
Le sue trasferte in luoghi disagiati tra popoli che vivono, a volte, ai limiti della sussistenza lo ha portato alle testuali:
RIFLESSIONI DI UN CORRIDORE
Io ho gareggiato prima in montagna, poi in molti deserti nel mondo e spesso mi chiedono quale dei due preferisco e qual è la differenza. La natura ha creato prima la sabbia dei deserti e le asperità montane. Solo dopo vennero, per mano dell’uomo, l’asfalto ed il più tecnologico tartan. Conseguentemente, chi come me ama correre in natura preferisce i primi due elementi.

Ho corso in valli e deserti con paesaggi bellissimi ed ho gareggiato e mi sono allenato con tutto il necessario per il tragitto e l'assistenza di un'organizzazione che mi a garantito la sicurezza. Ma io lo faccio per sport. Non posso dimenticare, però, la dure condizioni delle popolazioni che hanno dovuto per motivi vari rifugiarsi nei deserti o in valli impervie e li, con fatica e sudore, hanno creato il loro mondo lottando contro le avversità logistiche. Hanno costruito terrazzamenti sui monti, pozzi ed oasi nel deserto e con queste opere hanno garantito la loro sopravvivenza. Il loro “sudore” merita, da parte nostra, un grande rispetto!!! Noi frequentiamo quei luoghi per sport. La nostra fatica ha un aspetto addirittura ludico e, per faticare in sicurezza, paghiamo pure.
A volte mi sento “in colpa” per tutto questo come se il mio gesto atletico deridesse le popolazioni locali e la loro lotta vera contro gli elementi avversi.
Per questo voglio esprimere la mia vicinanza ed apprezzamento per quelle popolazioni.
Dopo questa considerazione espressa da Marco, la sua “scheda” non può che chiudersi con una riflessione anche da parte del Trail degli Invincibili: CHAPEAU MARCO OLMO!!!

martedì 24 maggio 2016

La stele del SIBAUD ...

A dieci minuti sopra Bobbio Pellice verso il Podio vi è la borgata Sibaud, dove, fra i castagni, vi è un monumento realizzato in occasione delle celebrazioni per il 2° centenario del “Glorioso Rimpatrio” nel 1889, che vuole ricordare un momento drammatico della storia Valdese.
Qui la domenica 1 settembre 1689 i reduci del Glorioso Rimpatrio si radunarono attorno ai due soli pastori, Arnaud e Moutoux, e fu pronunziato un giuramento di fedeltà e di unione, rimasto celebre nella storia dei Valdesi. 
Salito sopra una piattaforma improvvisata alla meglio – un uscio posto su due rocce – il pastore Moutoux spiegò queste parole di Gesù Cristo: “la legge ed i profeti hanno durato fino a Giovanni; da quel tempo è annunziata la buona novella del Regno di Dio ed ognuno v’entra a forza (Vangelo di S. Luca cap. XVI versetto 16)”.
Dopo la predica, che Arnaud chiama “bellissima” questi si fece avanti e lesse ad alta voce la formula del giuramento, di cui riportiamo il principio e la fine:
“Iddio, per la sua divina grazia avendoci felicemente ricondotti nel paese dei nostri padri, per ristabilirvi il puro culto della nostra santa religione, continuando e compiendo la grande impresa che questo gran Dio degli eserciti diresse fin qui così divinamente a favor nostro: noi pastori, capitani ed altri ufficiali, giuriamo e promettiamo al cospetto di Dio, pena la dannazione delle anime nostre, di serbare fra noi l’unione e l’ordine, di non disunirci finché Iddio ci conserverà in vita, e quand’anche per sventura ci vedessimo ridotti a tre o quattro …. E noi, soldati, promettiamo e giuriamo oggi dinnanzi a Dio di ubbidire agli ordini di tutti i nostri ufficiali, e giuriamo ad essi con tutto il cuore d’esser loro fedeli fino all’ultima goccia del nostro sangue … E’ affinché l’unione, che è la vita nostra, resti fra noi incrollabile, gli ufficiali giureranno fedeltà ai soldati e questi agli ufficiali, promettendo oltre a ciò, tutti insieme, al nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo di strappare, per quanto sarà possibile, il rimanente dei fratelli nostri alla crudele Babilonia, per ristabilire con essi e mantenere il suo regno fino alla morte, osservando durante tutta la nostra vita e di buona fede il presente regolamento”
Tutti giurarono alzando la mano.
Quel giuramento di unione era stato quanto mai opportuno. Se la discordia, riuscita fatale tre anni prima, fosse rientrata nelle file valdesi, l’ultima rovina sarebbe stata inevitabile. 
Nonostante i disertori, i morti ed i prigionieri, la spedizione fino a quel momento aveva avuto successo … occorreva ora passare alla seconda fase, cioè la riconquista delle valli contro le truppe di Vittorio Amedeo II agli ordini del marchese di Parella.
Purtroppo successe quello che Arnaud paventava, e cioè lo sbandamento del corpo di spedizione ed il susseguirsi di una serie di scontri più o meno inconcludenti. 
Sul monumento sono incisi i nomi delle parrocchie valdesi delle valli ed i nomi delle principali città italiane in cui si trovano i templi oltre lo stemma valdese e le date 1689 – anno del rimpatrio – e 1889.
Fonte “Breve Storia dei Valdesi” di Ernesto Comba (1937) 

lunedì 23 maggio 2016

PAESANA TRAIL "VIS A VISO": la Valle Pellice in Valle Po

CLAUDIO GARNIER E DANIELA BONNET I VINCITORI DEL “LUNGO” A PAOLO BRUNO FRANCO E MARA CALORIO LA “SHORT”
Può apparire blasfemo, nel giorno del trionfo di Paolo Bert a Zagama, è qui (li) il 12° posto equivale ad un trionfo, celebrare le gesta dei 200 protagonisti della giornata sportiva che oggi ha caratterizzato la Valle Po con la disputa del Paesana Trail avente come Nik Name “Vis a Viso” a significare il Monviso a portata di sguardo.
Un lungo e spontaneo applauso è partito dal parterre della manifestazione alla notizia, giunta “via Dano” dell’impresa del Campione di Bricherasio per l’occasione targato “La Sportiva” alla prova di Campionato Mondiale Fisky.
Tributato il giusto riconoscimento al “nostro” Paolo occorre raccontare della gran giornata paesanese che ha raccolto oggi i frutti del grande lavoro organizzativo prodotto da Alpinside che, tradotto in versione umana, assume le sembianze di Eleonora Monge e Fabio Bossa .
Il popolo dei Trailers ha risposto bene al richiamo della Valle Po raddoppiando il numero dei partecipanti rispetto all’esordio del 2015, e questo è già un grande risultato.
La giornata ha proposto, dal punto di vista climatico, il primo caldo di stagione che ha accompagnato i protagonisti sui due percorsi previsti: quello “breve”, si fa per dire, di 23 Km e 1400 mt di dislivello e quello più impegnativo che di Km ne misurava 34 ed incrementava il dislivello portandolo a 2400 metri.
Come tradizione nei trail è agonismo puro ma con duplice obiettivo: qualcuno per fare classifica ed altri per acquisire la qualifica di “finisher” a suggello di vere e proprie personalissime “imprese sportive”.
Le difficoltà tecniche sommate alla giornata particolarmente calda hanno creato qualche problema ai protagonisti alcuni giunti al traguardo in preda ai crampi ed altri ( Cavallo su tutti) costretti al ritiro dopo avere dato il possibile.
La cronaca sportiva racconta di un fortissimo Paolo Bruno Franco che , nella prova “short” guida il gruppo fin dalle prime asperità senza mollare mai la presa sulla prima posizione. L’atleta del S.D. Baudenasca giunge al traguardo in 2.38.37. Cinque minuti scarsi di attesa ed è Massimo Domenino della Pod. Valle Infernotto a conquistare la seconda piazza davanti a Mattia Renaldi(2.35.19) che giunge a Paesana dalla Valle Grana tesserato per la locale Podistica.
Mara Calorio (2.53.55) arriva da Cumiana (Atl Cumiana Stilcar) a conquistare la vittoria nella pari distanza femminile davanti a Elisa Giordano (ASD Dragonero – 3.05.55) e Martina Bricarello (3.13.11) con la maglia sociale del Cral Regione Piemonte.
Lo sguardo sulla prova più impegnativa rileva il volo lungo di Claudio Garnier (3.36.05), in veste Valetudo che chiude con abbondante vantaggio, circa 19 minuti, sul secondo classificato Fabrizio Bongiovanni da Mondovì.
A dire il vero la seconda posizione è stata nelle mire di Fabio Cavallo, targato Botero Ski, ma lo stesso è “saltato” quando era già in vista del culmine dell’ultima salita. Zekaj Adrian (4.02.41) conquista la terza piazza portando in alto l’onore del goliardico team degli Orchi Trailers.
Bonnet Daniela (S.C. Angrogna) bissa il trionfo della prima edizione ed in 4.33.49 porta a casa l’impresa. Dalla Valle Pellice arriva invece la seconda “lunghista”: Chiri Cinzia (4.37.06) che fa segnare un crescendo costante nelle sue prestazioni agonistiche nella disciplina di fatiche montane. Serena Natolini (4.45.23) sale sul terzo gradino del podio in rappresentanza della scuola di Applicazione dell’ Esercito.
Le classifiche sul Sito www,paesanatrail.com

sabato 21 maggio 2016

La “scuoletta Beckwith” alla borgata Perlà

Nelle Valli Valdesi la scuola ha sempre avuto una grande importanza poiché la sua gente aveva capito che l’istruzione è fondamentale per la sopravvivenza.
In tutti i villaggi vi era un locale in cui i bambini si recavano, nei mesi invernali, per imparare a leggere e scrivere.
Agli inizi dell’ottocento il generale John Charles Beckwith, nato in Canada, ma che aveva fatto carriera militare in Inghilterra e che aveva perso una gamba nella battaglia di Waterloo, si trasferì a Torre Pellice per aiutare le popolazioni protestanti della zona, con la costruzione di strutture sociali quali ospedali e asili per bambini e anziani, e soprattutto per potenziare il sistema scolastico. Fece costruire moltissime scuole, chiamate in seguito "scuolette Beckwith", costituì una commissione che doveva preoccuparsi di scegliere i maestri e di vigilare sul programma da svolgere.
Queste scuole, oltre alla funzione didattica, per i bambini, ne avevano anche una sociale poiché alla sera si trasformavano in centri d’incontro dove gli adulti della borgata potevano ritrovarsi per le varie attività religiose, politiche, sociali.
Nella scuola della borgata Perlà quasi niente è stato cambiato da quando era stata istituita, grazie alle amorevoli cure del signor Adolfo: la cattedra, i banchi, la stufa (ogni bambino portava ogni giorno un pezzo di legno per contribuire al riscaldamento del locale), la lavagna, gli abecedari, le cartine geografiche, i lumi a olio. 

giovedì 19 maggio 2016

Galleria degli Invincibili tra storia e sport: DARIO VIALE


“Tutto vano questo travaglio, dunque?. Non lo so, mi rispondo, ma la vita dell’uomo senza passione sarebbe ben poca cosa, un’asettica e abulica attesa del trapasso”
E la sua passione è stata ed è ancora la Corsa, quella sui e tra i  monti, degnamente accompagnata da un velo di filosofico misticismo!!!
Classe 1961, ha vissuto a Cuneo solo il 3 Agosto di quell’anno causa nascita per poi fare subito ritorno a Limone Piemonte dove vive tutt’ora…facendo un po’ l’Artigiano ed un po’ l’Artista coltivando l’arte dello “scivere”.  La sua passione per la corsa è nata a 17 anni e per molto tempo lo ha spinto a superare i suoi limiti raggiungendo grandi risultati podistici. Agli albori delle gare su lunghe e lunghissime distanze è stato uno dei pionieri delle Skyrace e Skymarathon. Il suo nome è legato al record di salita al Monviso dal Pian del Re versante Sud (1.48.54) che resiste a tutt’oggi ad oltre 30 anni dall’evento.
Vivendo a Limone non poteva non frequentare lo sci ed in particolare lo Ski – Alp vantando grandi successi di specialità quando si sciava “a raspa” nella mitica “Tre Rifugi” Monregalese. A volte il compagno di avventura è stato il mitico Marco Olmo che abitava …. un poco sotto Limone.
Vincitore dell’Himalaya Marathon in Karakorum nel 1987, vanta molte partecipazioni ma, soprattutto, il 2° miglior tempo assoluto alla Tre Rifugi Val Pellice in 2.04.24 battuto solo da quel “mostro sacro” di Claudio Galeazzi in allora Campione del Mondo di specialità.
Ha frequentato il deserto della Marathon de Sables e vinto ben 10 edizioni della Cuneo – Castelmagno detta, in occitano, la “Chaminado”.
Così come bisogna ricorda i tre successi all'Ivrea-Mombarone, altra classica corsa in montagna piemontese e nazionale che festeggerà i 40 anni di vita nel 2016.
Ancora al Sestriere, versante Tre Funivie, un altro prestigioso successo come pure al Monte Beigua ed altri innumerevoli successi.
Ha amato molto meno l’Atletica “istituzionale” ma 2.22 in Marathona, 1,07 in Maratonina e 31 minuti sui 10.000 testimoniano anche li grandi potenzialità.
Coprotagonista nel Film “La Taglia” nel recitare la parte autoironica di se stesso nella celebrazione delle 40 edizioni della tre Rifugi Val Pellice e delle 13 vittorie del campione di oggi Paolo Bert.
Da sempre portacolori dell’U.S. Sanfront (oggi Atletica Sanfront) del Presidente-Amico Felice Cacciolatto.
Divenuto, nel tempo, apprezzato scrittore di cose “occitane” ha, di recente, dato alle stampe il suo nuovo lavoro, "Trail de Vie", che racconta la sua storia sportiva.



martedì 17 maggio 2016

Galleria degli Invincibili tra storia e sport: RAIMONDO BALICCO

Raimondo Balicco in Valle è conosciuto per il suo prestigioso 2° posto alla classica Marcia Alpina del Castelluzzo di Santa Margherita di Torre Pellice, edizione 1975.
Nato a Mezzoldo (Bg) l’otto dicembre 1942 ha letteralmente costruito l’odierna Corsa in Montagna targata Fidal in collaborazione con Angelo De Biasi e Domenico Salvi.
“Invincibile” per antonomasia è stato 10 volte Campione Italiano di Corsa in Montagna; una volta in solitudine e ben 9 volte a staffetta con la squadra del Corpo Forestale insieme a Giovanni Mostacchetti e Mario Varesco.
A 35 anni un “banale” incidente d’auto fermò improvvisamente la sua corsa da Atleta….si è rialzato ed ha vinto la sua gara più importante: per oltre 30 anni ha “fatto correre” nelle salite e discese delle montagne, gli atleti più forti del mondo!!!!
E’ stato Commissario Tecnico della Nazionale italiana di Corsa in Montagna con la collaborazione di prestigiosi tecnici quali Domenico Salvi e Piergiorgio Chiampo.
Sotto la sua guida gli Azzurri hanno vinto 24 titoli mondiali assoluti a squadre su 28 disponibili più 3 secondi ed un terzo posto. . Con la nazionale femminile ha vinto 14 Coppe del Mondo e 8 secondi posti. Diciotto Campionati Europei maschili su 18 edizioni completa il palmares tecnico.
Il risultato più grande è stato il fare riconoscere ufficialmente la Corsa in Montagna quale specialità dell’Atletica Leggera in Italia, in Europa e nel Mondo dando pari dignità ad atleti, società ed organizzatori di questo bellissimo sport di montagna.
A seguito di ciò sono stati riconosciuti e legittimati i vari titoli ed i nostri campioni hanno potuto vestire la Maglia Azzurra negata quando Raimondo faceva “solo” l’atleta.
WMRA ovvero la Federazione Mondiale di Corsa in Montagna, della quale Raimondo ha fatto parte fin dalla nascita nel 1984, gli ha riconosciuto, nel congresso mondiale in Polonia nel settembre 2013 davanti ai rappresentanti di 40 Nazioni il meritato titolo di Membro Onorario permanente.

domenica 15 maggio 2016

"Sentiero dei Camosci": vittoria e record per Paolo BERT!!!

Questa mattina, al cospetto di una giornata spettacolare, oltre ottanta atleti erano ai nastri di partenza per la settima edizione del Sentiero dei Camosci. Pronti via per un primo chilometro di asfalto "tagliagambe". Poi una vera e propria marcia alpina con salita fin sotto al Castelluzzo, diagonale saliscendi per raggiungere la località Sea e di quì discesa su sentiero fino alla località Servera, per poi tornare in piazza Santa Margherita tramite l'asfalto percorso inizialmente. Paolo Bert ovviamente favorito su tutti. Ma oggi c'è anche un premio speciale per chi riesce eventualmente ad abbassare il record della gara (che appartiene ovviamente a lui). In salita Paolo se ne va ma il ritmo non sembra da "tempone" e Paolo (lo dichiarerà dopo l'arrivo) si accorge di non essere al cento per cento. Ma poi si riprende, si accorge di star bene, di riuscire a spingere a tutta nei tratti di saliscendi che portano alla Sea...e quando si accorge che il tempo "si può fare" allora decide di provarci: si lancia in discesa come un camoscio (quì è proprio la gara giusta per dirlo!), non sbaglia nulla, arriva sull'asfalto, spinge al massimo anche quest'ultimo tratto...ed è record!!! Il cronometro si ferma a 1h04'16", una quarantina di secondi migliore del suo precedente. Ovviamente con un tempo del genere dietro a Paolo si crea il vuoto e si devono aspettare quattro minuti per l'arrivo del secondo concorrente. Battaglia per il secondo posto però molto avvincente: Paolo Nota e Luca Vacchieri resistono al ritorno di Claudio Garnier in discesa e giungono in quest'ordine all'arrivo. Alla fine sono solamente 21 i secondi che dividono Paolo Nota (secondo) e Claudio Garnier (quarto). Quinta posizione per Giovanni Bosio. 
In campo femminile bella vittoria per l'angrognina Daniela Bonnet davanti alla valsusina Elisa Beltramo. 
Da segnalare ancora l'ottima prova del diciassettenne Manuel Garnier (figlio d'arte!) che sul percorso junior abbassa anche lui il precedente record con il tempo di 40'04".
(Un sentito grazie alla fotografa Loredana per le foto dei vincitori)
Daniele Zoppi

sabato 14 maggio 2016

Galleria degli Invincibili tra storia e sport: GIOSUE' JANAVEL

Nei pressi di Rorà, in località Vigne, vi è un gruppo di case chiamate Gianavella superiore e Gianavella inferiore. Erano state acquistate nel XVII secolo da un montanaro di Bobbio dal nome Jean Gignous ma soprannominato Janavel per una sua presunta rassomiglianza col gufo così chiamato in lingua d'Oc. Qui, presso la Gianavella superiore, nel 1617 nacque Giosuè Janavel.
Nel 1655, quando la sua vita ebbe un brusco cambiamento, questi era un contadino relativamente benestante, con moglie e figli. In quell'anno il governo del ducato di Savoia lanciò un'operazione militare contro le popolazioni valdesi (Pasque piemontesi), volta ad eliminare la presenza protestante nelle valli.
Giosuè Janavel guidò la difesa di Rorà, e riuscì in un primo momento a respingere gli assalti delle truppe savoiarde. Il coraggio dimostrato gli valse il soprannome di “Leone di Rorà”. La resistenza durò però poco: i valdesi furono sconfitti in val Germanasca e Janavel dovette espatriare, rifugiandosi in Queyras. Nonostante le minacce alla sua famiglia ed una taglia di 300 ducati sulla sua testa, Janavel rimase latitante, e dopo una quindicina di giorni rientrò in patria, riorganizzando la guerriglia.
Conclusosi il conflitto armato con le Conferenze di Pinerolo e le Patenti di grazia del 1656, ritrova la sua vita di contadino, ma, nel deteriorarsi della situazione, dovuta alle continue violazioni dell'accordo da parte dei Savoia e la mancata restituzione dei suoi bambini rapiti, riprende la lotta armata. Nuovamente messo al bando, condannato a morte «con tenaglie ed esposizione della testa», nel 1659 si mette a capo di vere e proprie bande armate che conducono una guerra partigiana contro le guarnigioni sabaude; dalla zona del Bric di Bandì compiono spedizioni nelle terre del piano; Luserna e Lusernetta sono messe a sacco. Contro di lui vengono inviate truppe sempre più numerose, Rorà, nuovamente assalita, viene distrutta.
Come tutte le guerriglie, anche la sua si avvale del sostegno della popolazione che vede in lui il difensore dei suoi diritti, ma agli attacchi dei suoi uomini rispondono le truppe ducali con operazioni di rappresaglia, incendi, condanne; la situazione si aggroviglia senza soluzione in un succedersi di violenze. Dopo mesi di guerriglia la popolazione, desiderosa di una vita regolare, dà segni di stanchezza e in un sinodo Janavel ed i suoi vengono sconfessati e invitati a ritirarsi. Momento sofferto, che mette fine alla sua resistenza ma anche alla sua ragion d'essere, che egli vive con grande dignità ritirandosi a Ginevra.
Qui trascorrerà 26 anni esercitando il mestiere di oste. Questo non gli impedì di seguire le vicende della sua gente con grande partecipazione. E quando ormai vecchio sembrava aver chiuso la sua missione, torna sulla scena con un ruolo di primo piano, perché la sua osteria diventa, nel 1689, il centro organizzativo del rientro alle valli dei mille valdesi, conosciuto come il “Glorioso Rimpatrio”.
Per l'occasione egli redige per gli uomini della spedizione un manuale di poche pagine, in cui sintetizza la sua esperienza guerrigliero fornendo indicazioni molto precise sui luoghi, l'organizzazione delle truppe, le modalità di combattimento, il tutto alla luce di una profonda convinzione religiosa, nella consapevolezza di combattere una battaglia ideale per la libertà della religione.
Il manuale è considerato un classico nel suo genere e studiato nelle accademie militari come uno dei più antichi testi di guerra partigiana.
Janavel morì a Ginevra il 15 marzo 1690, a 71 anni, poco dopo aver conosciuto l’esito fortunato dell’avvenuto rimpatrio.

(Notizie storiche tratte da fonti diverse)

venerdì 13 maggio 2016

Domenica 15 maggio al via il "Sentiero dei Camosci"

Domenica mattina (15 maggio) andrà in scena la settima edizione della nuova formula della Corsa di Castelluzzo che dal 2010 ha preso il nome di “Sentiero dei Camosci”. Negli anni settanta i camosci si chiamavano Raimondo Balicco, Giovanni Mostacchetti (recordman tra l’altro sul vecchio percorso nel 1975) e Willy Bertin.
Oggi i nomi dei camosci sono cambiati ma le gambe e il fiato sono rimasti come quelli dei loro predecessori. Da oltre dieci anni a questa parte è stata quasi esclusivamente una sfida a due tra Paolo Bert e Claudio Garnier (nella foto impegnati nella loro specialità ... la discesa!) che con le loro imprese riescono ancora ad infiammare e a rendere viva una specialità che, malgrado la poca visibilità, regge il confronto con sport sicuramente molto più popolari. 
Nelle prime sei edizioni di questa nuova veste, l’ago della bilancia pende sicuramente a favore di Paolo che ha vinto ben cinque delle sei edizioni (dal 2011 al 2015). E nel 2010 direte voi? Paolo quell’anno non partecipò, probabilmente causa altro impegno agonistico (vinse in quell’occasione il giovane Fabio Bonetto dell’Atletica Valpellice).
Claudio invece, da oltre 20 anni portacolori del G.A.S.M. (società storica che è tra l’altro anche organizzatrice dell’evento), ha dalla sua una regolarità impressionante: dopo aver dominato e vinto diverse edizioni negli anni ’90 (se la memoria non mi inganna in quel decennio fu capace di ben cinque vittorie consecutive!), ha poi comunque sempre dato battaglia e tenuto testa agli avversari di pari valore. Nelle ultime sei edizioni ha ottenuto infatti ben sei podi: quattro secondi e due terzi posti. La tenacia è il suo mestiere quindi e, per usare una sua massima, sarà pronto come sempre a “vendere cara la pelle”.
Speriamo quindi di vedere Paolo e Claudio ancora una volta domenica mattina per l’ennesima battaglia (sportiva s’intende), magari con qualche altro pezzo da novanta ad inserirsi nella lotta per la vittoria, come fu lo scorso anno per Diego Ras e nel 2014 per Manuel Solavaggione, entrambi secondi dietro a Paolo. O magari qualche giovane emergente che voglia cimentarsi sui duri pendii della prova torrese.
Appuntamento quindi per Domenica mattina alle ore 9 nella storica piazza di Santa Margherita per vivere da protagonisti o da “semplici” spettatori questa ennesima sfida.
Daniele Zoppi

giovedì 12 maggio 2016

Il 15 maggio, su WEDOSPORT, l'apertura delle iscrizioni!

TRAIL DEGLI INVINCIBILI: LO SPORT INCONTRA LA STORIA
Il 9 ottobre a Bobbio Pellice l’evento sportivo alla scoperta del Vallone degli Invincibili, denso di storia valdese e scrigno di incomparabile e selvaggia bellezza!!!
La felice idea è stata coltivata  per  anni ( ne parlan piano in valle, con un timor superstizioso…) e, finalmente, grazie all’iniziativa della Polisportiva Bobbiese e la consulenza tecnico - organizzativa che in valle non manca, l’idea è diventata progetto operativo ed è arrivata  l’ora del TRAIL DEGLI INVINCIBILI, ultimo nato nel calendario Trail Uisp e nel Circuito dei Trail Occitani.
Un Trail singolare che assembla la voglia di sport, agonistico ma non troppo, la scoperta e conoscenza del territorio (davvero caratteristico), la conoscenza di pezzi di Storia del “Popolo Valdese” (gli Invincibili erano i Valdesi che avevano trovato , nel vallone, una fortezza naturale per difendersi dalle persecuzioni) e la convivialità  che non mancherà di caratterizzare il dopo gara.
Si inaugura, così,  la stagione dei “Trail – Cult” che si pongono l’obiettivo di unire alla componente agonistica/sportiva ed a quella ambientale anche la conoscenza  storica e culturale che caratterizza i territori che ospitano i Trail.
Sarà DOMENICA 9 OTTOBRE il giorno deputato ad assistere alla “Prima” ma i consensi sono molti ad iniziare dagli appassionati delle faticose gioie  sui monti e dagli alti patrocini della Regione Piemonte, del Centro Culturale Valdese, del Cai Uget Val Pellice e dei Comuni di Bobbio e Villar Pellice. 
Circa 20 Km  quasi interamente su sentieri davvero intriganti e qualcosa meno di  1700 metri di dislivello con partenza ed arrivo presso il bobbiese Laghetto del Nais, sede della A.P.D. Polisportiva Bobbiese.
Domenica 15 Maggio si aprono le iscrizioni, supportati dalla professionalità di Wedosport e poi via all’allestimento operativo. 
Sul nostro sito si potranno seguire tutti  dettagli di crescita dell’evento.

Iscrizioni – clicca qui per iscriverti

martedì 10 maggio 2016

Galleria degli Invincibili tra storia e sport: GIOVANNI MOSTACCHETTI

Giovanni Mostacchetti, portacolori del Centro Sportivo Forestale stabilì, nel 1975, il record rimasto imbattuto della Marcia Alpina di Castelluzzo di Torre Pellice. Vincitore in 57.41 davanti a campioni del calibro di Raimondo Balicco e Willy Bertin giunti nell’ordine.
Fece anche una apparizione alla Tre Rifugi del 1995 in coppia con Darin. Finirono quinti in 2.22.47.
In una giornata di bufera (alla partenza) e neve (al mitico Manzol) partirono a cronometro, con il pettorale n. 18. Giunti poco sopra l’Arbancie in prima posizione trovarono la neve che copriva il precario sentiero e le frecce in vernice gialla dipinte sulle pietre. Aspettarono l’arrivo di qualche coppia che conoscesse la “retta via”  e ciò gli costò una posizione più prestigiosa ……
Nato nel 1947 vinse centinaia di gare senza formali riconoscimenti ne maglie azzurre in quanto allora la Corsa in Montagna non era ancora ufficialmente riconosciuta.
Aspetto gioviale da buon montanaro di San Pellegrino terme (Bg) ci ha lasciati il 10 Ottobre 2005

lunedì 9 maggio 2016

Diavolo di un Val Varaita Trail

OTTO DIAVOLI IN VAL VARAITA
Così la Podistica Valle InfernottoDovevano essere 32 Km e 1750 metri di dislivello ma il ValVaraitaTrail ha fatto buon peso e per lo stesso prezzo ha concesso 2,5 km in più ed un cicinin di dislivello aggiuntivo.
Ma alla fine, al “Finicher” che  cerca il bello del “durante” più del trionfale “arrivo” è andato più che bene così.
Il sole bacia i belli e noi lo eravamo “abbastanza” almeno al punto di non patire neppure una goccia di pioggia e, personalmente, qualche raggio di sole mi ha raggiunto ma, si sa, io sono di Cavour!!!
Duecentodue arrivati al traguardo su circa 270 iscritti divenuti 241 partenti. Qualcuno (64) a staffetta e gli altri (173) autosufficienti.
Tutti appartenenti a quest’ultima categoria i “Diavoli” presenti. 
Alcuni hanno avuto più fretta ed altri hanno ammirato di più il panorama mettendo a frutto il costo di iscrizione.
Lo slogan del giorno è stato: “piuttosto di barcollare, mollo” finalizzato al giungere al traguardo magari con qualche crampo ma ancora in grado di riconoscere la propria mamma da un carro di fieno!!!
E così: Falco Erik ha avuto fretta e dopo 4.13.59 è andato a farsi massaggiare (27°), Franco Boggero è partito piano piano ma poi, sempre piano piano, ha collezionato recupero su recupero ed ha finito 45° in 4.25.57, Dario Cardellino ha provato a resistere al recupero del revellese ed è stato l’ultimo a cedere chiudendo (48) in 4.29.53.
Boaglio Lelio ha l’esperienza necessaria per gestire il “lungo” ed ha fatto la gara la dove agli altri vengono i crampi: 71° in 4.42.05. Enrico Bolla (73) ha “osservato” il panorama solo per due minuti e trentasei secondi in più mentre Bruno Sergio folgorato dalla bellezza dell’ultima, criminale, salitina,  si è attardato un po’ di più finendo in 78° posizione in 4.47.27.
“Tre ore e mezza era il mio obiettivo……grazie se sono ancora vivo” questo pensiero ha accompagnato al traguardo il sottoscritto ovvero Carlo Degiovanni giunto all’arrivo 85° 4.50.20. Ferrato Gabriele, nome da Arcangelo ma divisa da Diavolo ha chiuso la spedizione  in 109° posizione impiegando poco  più di 5 ore.
E’ vero che altri sono arrivati prima di tutti noi: Marro Danilo, Bongiovanni Fabrizio e Garnier Claudio (il Podio). Ma è pur anche vero che altri 70 sono arrivati dopo, sempre che ciò in una gara di trail sia un elemento negativo.
E’ intanto Paolo Bert finiva appena ai piedi di un Podio stratosferico a Morone alla Trentapassi ma li era competizione allo stato puro: ad ognuno il suo!
Carlo Degiovanni

sabato 7 maggio 2016

Il castello di Bobbio Pellice ...

Da Bobbio Pellice, sulla strada carrozzabile verso Villanova, dopo circa 1,5 km appena attraversato il vallone del Crϋel, si costeggia un dosso erboso (mt. 865) dove troviamo i resti del castello dei Bigliori di Luserna.
Siamo in una borgata che si chiama Cestel (o Ciëstel, secondo alcune vecchie fonti), ancora oggi chiamata Ciastel. Il nome ricorda, infatti, la parola “castello” e fa riferimento all’antico maniero dei conti Bigliori, un ramo cadetto dei più potenti Manfredi di Luserna.
Il Garola, allorquando tratta di Bobbio Pellice, spiega come “eravi da antichissimo tempo sù di un poggio a ponente il suo castello, detto ancor oggidì region del Ciastel, riguardava sull’erta la strada e sul poggio in basso la vila di Bobbio, nel 1549 da Francesi dominanti la Valle atterrato. Era abitato dai conti Bigliori, che vi edificaron poi altre dimore loro a Sibaud o Sinibaldo dal nome d’un dei feudatari.” [1].
Proprio secondo il Garola [2], infatti, se non si conoscono fonti circa le origini del castello  (probabilmente anteriore all’anno 1159), vi sarebbero fonti storiche documentali [3][4] che documentano la sua distruzione nel 1549 per ordine di un governatore francese di Torino, il principe napoletano Giovanni Galeazzo Caracciolo di Melfi, insieme a quella di quanto restava del castello di Bricherasio ed inoltre delle fortezze di Torre e di Lucerna. 
Tuttavia ci sono leggende secondo cui la distruzione dell’edificio avvenne per altre cause.  Si dice infatti che il proprietario del castello (secondo la leggenda, il Conte Billour) si fosse convertito al protestantesimo, al contrario del resto della famiglia di conti che erano fedeli alla Chiesa Cattolica ed a Roma. Si narra che nelle segrete del castello il conte si mescolasse ai popolani per ascoltare il Vangelo predicato dai barba valdesi, nei culti che lì si tenevano di nascosto. 
La famiglia del conte si era però insospettita ed un giorno mandò a Bobbio Pellice dei soldati perché lo arrestassero e distruggessero il suo maniero. La triste fine del Conte Billour fu di essere imprigionato nelle torri del castello di Luserna, dove patì fame, sete, freddo e da dove non uscì mai più. 
La famiglia del conte decise di cancellare in questo modo l’onta di un parente eretico: così erano chiamati dalla Chiesa di Roma coloro che non seguivano la religione cattolica e, in Piemonte, erano così detti i Valdesi.
Così, al giorno d’oggi del conte Billour è giunta soltanto la leggenda, mentre del castello dei Bigliori sono sopravvissuti pochi resti sul poggio roccioso che dalla borgata Cestel sovrasta Bobbio Pellice.
Invero, pare che tale leggenda altro non fosse che una storia narrata dalle popolazioni locali per narrare l’oppressione inquisitrice di Roma e dei signori cattolici.

[1] GAROLA D.L., Documenti Istorici di Luserna e dei luoghi di sua valle compilati da Domenico Lorenzo Garola, 1832, p. 217.
[2] GAROLA D.L., Op. cit., p. 14.
[3] GAROLA D.L., Op. cit., p. 125.
[4] BOLLEA L.C., Storia di Bricherasio, Torino, 1928, p. 525.

Fonti:
Valdesina
Atlante delle Opere fortificate dell'associazione Vivere le Alpi

mercoledì 4 maggio 2016

"Ritorna il Circuito La Sportiva Vertical Sunsets" 6 salite, 6 comuni, 6 feste!

Dopo il grande successo dell'edizione 2015 ritorna il Circuito La Sportiva Vertical Sunsets ancora più bello, ancora più grande, ancora più coinvolgente.

Grazie alla collaborazione di due nuove società che sono entrate a far parte del Coordinamento:  S.D. Baudenasca e GSP80 Pomaretto che si sono aggiunte all'Athletics Piossasco e all'Atletica Valpellice, il Circuito passa da 4 gare a 6, con due nuove sfide sempre in salita a Bagnolo piemonte con la 1^ edizione della "COUR AL PIAN DEL LOUP" e con la 1^ edizione a Pomaretto della "LI VIOL DI RAMIE".
Visto l'entusiasmo che ha accolto la novità di questo Circuito a tappe l'anno scorso era quasi inevitabile ripetere e migliorare l'esperienza quest'anno con la volontà di ampliare i numeri positivi:
2 gare in più
pacchi gara ancora più belli
più premi
premiate anche le Categorie
Con questi elementi si cercherà di superare i 706 atleti che l'anno scorso hanno partecipato alle 4 gare del Circuito, con lo stesso entusiasmo parteciperanno nomi come Marco MOLETTO vincitore della 1^ Edizione (nella foto), Paolo BERT, Andrea ROSTAN al maschile, tra le donne riconfermate le presenze di Giulia OLIARO, vincitrice l'anno scorso e Debora CARDONE.
Tra i nomi nuovi e di altissimo livello che verranno a dare battaglia sui sentieri di Val Chisone, Val Germanasca, Val Pellice e Valle Po ci sono Francesca Bellezza, Yulia Baykova, Serena Natolini, Luca Gronchi, Simone Eydalin, Antonio Cubello, Nicolò Buti.
Sei la date da segnarsi per non perdere una grande occasione per misurarsi con tanta salita e tanto dislivello:
18 maggio  3^ Cronoscalata Monte San Giorgio -. Piossasco - 1,8 km 420 mt. D+
25 maggio 14^ Fontana degli Alpini - Porte - 1,8 km 300 mt. D+
8 giugno 1^ Li Viol di Ramie - Pomaretto - 2,5 km 600 mt. D+
15 giugno 2^ Salita a Pertuzel - Villar Pellice - 2,7 km 500 mt. D+
22 giugno 1^ Cour al Pian del Loup - Bagnolo Piemonte - 2,1 km 380 mt. D+
29 giugno 4^ Amount per la Voouta - Pramollo - 2,5 km 370 mt. D+
La gara del 15 giugno a Villarpellice sarà valida per l'assegnazione delle maglia di Campione Regionale UISP di Specialità Vertical.
PARTECIPAZIONE
Possono partecipare i tesserati per l'anno in corso agonisti UISP Lega Atletica ed i tesserati FIDAL, i quali potranno iscriversi autonomamente se in possesso anche di tessera UISP, altrimenti tramite la propria società di appartenenza, presentando comunque al ritiro del pettorale copia del certificato medico
ISCRIZIONI
Per le iscrizioni occorre inviare una mail al seguente indirizzo verticalsunsets2016@gmail.com entro le ore 15,00 del giorno antecedente la gara al costo di 8 euro. Saranno accettate iscrizioni fino a 30' prima della partenza al costo di 10 euro presentando certificato medico e tessera. Tutti i partecipanti alla manifestazione devono essere in regola con le norme per la tutela sanitaria previste e gli agonisti avere tessere di appartenenza in corso di validità il giorno della competizione. La tessera della stagione 2016 bisogna averla al seguito e disponibile per eventuali verifiche dell'organizzazione. Tutti gli agonisti autorizzati a partecipare saranno inseriti nelle classifiche come previsto dalle vigenti convenzioni e saranno premiati. Non potranno partecipare i tesserati FIDAL inseriti nell'elenco "Elite", salvo non abbiano apposita autorizzazione
RITROVO E PARTENZE
Il ritrovo per ogni singola gara è fissato alle 18,00. La partenza del primo atleta avverrà alle ore 19,30, a seguire un atleta ogni 20". Non è previsto in nessuna gara il trasporto cambio all'arrivo. E' vivamente consigliato attrezzarsi con lampada frontale per la discesa.
PREMIAZIONI
Saranno premiati i primi 5 ASSOLUTI maschili e femminili di ogni singola gara, non verranno erogati premi in denaro. I premi verranno consegnati solo agli atleti presenti al momento della premiazione.
La premiazione del Circuito verranno effettuate al termine dell'ultima prova a Pramollo dopo la festa con pastaparty organizzata dalla Proloco e saranno premiati i primi 5 Assoluti maschile e femminile e i primi tre delle Categorie VM/VF 1, VM/VF 2 , VM/VF 3. I premi verranno consegnati solo agli atleti presenti al momento della premiazione.
VIDEO PRESENTAZIONE CIRCUITO LA SPORTIVA VERTICAL SUNSETS 2016

domenica 1 maggio 2016

Paolo Bert c'è sempre!!!

Probabilmente a molti di noi con una giornata fredda e piovosa come quella odierna passa la voglia di uscire di casa, anche solo per fare la classica spesa della Domenica. Invece c'è chi, malgrado il meteo avverso si fa 200 km per andare a correre l'ennesima Sky Race ... da protagonista! Ovviamente sto parlando di Paolo Bert che questa mattina si è presentato ai nastri di partenza del Trofeo Dario e Willy, Sky Race di 23 km con 2000m D+ sulle montagne del triangolo lariano sopra Valmadrera in provincia di Lecco. E la gara di Paolo è stata semplicemente esemplare: parte in testa e passa in prima posizione a tutti i controlli giungendo vittorioso all'arrivo dopo 2h27'40" davanti all'atleta di casa Stefano Butti staccato di 3 minuti (2h30'41") e Riccardo Faverio (Gs Orobie) che completa il podio con il tempo di 2h32'03". Al femminile vittoria per l'intramontabile Emanuela Brizio.
Che dire del nostro Paolo, ormai ci ha abituati bene ed ogni volta le vittorie sembrano quasi scontate. Ma non è così: ogni volta che ti presenti alla partenza devi dimostrare di essere ancora il più forte davanti ad avversari sempre nuovi e spesso molto più giovani di te. In quel momento non conta ciò che hai fatto e ciò che hai vinto perché ogni gara é da correre, da soffrire, da lottare. 
E Paolo riesce a stupirci ogni volta di più...