martedì 24 maggio 2016

La stele del SIBAUD ...

A dieci minuti sopra Bobbio Pellice verso il Podio vi è la borgata Sibaud, dove, fra i castagni, vi è un monumento realizzato in occasione delle celebrazioni per il 2° centenario del “Glorioso Rimpatrio” nel 1889, che vuole ricordare un momento drammatico della storia Valdese.
Qui la domenica 1 settembre 1689 i reduci del Glorioso Rimpatrio si radunarono attorno ai due soli pastori, Arnaud e Moutoux, e fu pronunziato un giuramento di fedeltà e di unione, rimasto celebre nella storia dei Valdesi. 
Salito sopra una piattaforma improvvisata alla meglio – un uscio posto su due rocce – il pastore Moutoux spiegò queste parole di Gesù Cristo: “la legge ed i profeti hanno durato fino a Giovanni; da quel tempo è annunziata la buona novella del Regno di Dio ed ognuno v’entra a forza (Vangelo di S. Luca cap. XVI versetto 16)”.
Dopo la predica, che Arnaud chiama “bellissima” questi si fece avanti e lesse ad alta voce la formula del giuramento, di cui riportiamo il principio e la fine:
“Iddio, per la sua divina grazia avendoci felicemente ricondotti nel paese dei nostri padri, per ristabilirvi il puro culto della nostra santa religione, continuando e compiendo la grande impresa che questo gran Dio degli eserciti diresse fin qui così divinamente a favor nostro: noi pastori, capitani ed altri ufficiali, giuriamo e promettiamo al cospetto di Dio, pena la dannazione delle anime nostre, di serbare fra noi l’unione e l’ordine, di non disunirci finché Iddio ci conserverà in vita, e quand’anche per sventura ci vedessimo ridotti a tre o quattro …. E noi, soldati, promettiamo e giuriamo oggi dinnanzi a Dio di ubbidire agli ordini di tutti i nostri ufficiali, e giuriamo ad essi con tutto il cuore d’esser loro fedeli fino all’ultima goccia del nostro sangue … E’ affinché l’unione, che è la vita nostra, resti fra noi incrollabile, gli ufficiali giureranno fedeltà ai soldati e questi agli ufficiali, promettendo oltre a ciò, tutti insieme, al nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo di strappare, per quanto sarà possibile, il rimanente dei fratelli nostri alla crudele Babilonia, per ristabilire con essi e mantenere il suo regno fino alla morte, osservando durante tutta la nostra vita e di buona fede il presente regolamento”
Tutti giurarono alzando la mano.
Quel giuramento di unione era stato quanto mai opportuno. Se la discordia, riuscita fatale tre anni prima, fosse rientrata nelle file valdesi, l’ultima rovina sarebbe stata inevitabile. 
Nonostante i disertori, i morti ed i prigionieri, la spedizione fino a quel momento aveva avuto successo … occorreva ora passare alla seconda fase, cioè la riconquista delle valli contro le truppe di Vittorio Amedeo II agli ordini del marchese di Parella.
Purtroppo successe quello che Arnaud paventava, e cioè lo sbandamento del corpo di spedizione ed il susseguirsi di una serie di scontri più o meno inconcludenti. 
Sul monumento sono incisi i nomi delle parrocchie valdesi delle valli ed i nomi delle principali città italiane in cui si trovano i templi oltre lo stemma valdese e le date 1689 – anno del rimpatrio – e 1889.
Fonte “Breve Storia dei Valdesi” di Ernesto Comba (1937)