mercoledì 7 settembre 2016

Galleria degli Invincibili tra storia e sport: PIERGIORGIO CHIAMPO

Si potrebbe partire da lì: 59 minuti e 13 secondi per salire lo Chaberton, dalla partenza di Claviere, ed i suoi 1400 metri di dislivello in altura, l’antica e genuina versione della gara dei “72 pazzi di corsa in cima allo Chaberton” quando ancora il Parroco di Claviere suonava le campane alla partenza dell’Impresa ed i doganieri francesi applicavano una Schengen ante litteram.
La notizia rimbalzò in piazza a Cesana dove centinaia di tifosi (si…anche la Marcia Alpina aveva il suo pubblico) attendevano l’arrivo dei “pazzi” che precipitavano letteralmente dalla Cresta Nera in una discesa direttissima con tanto di corde fissate per l’occasione. A giungere primo in piazza fu, però, il già “Invincibile” Mario Andreolotti. Forse lo sforzo estremo nella scalata al monte forse un sia pure parziale limite atletico nella discesa estrema non gli permisero di cogliere il successo pieno e rimase “solo” l’imbattuto record a testimonianza della grandezza dell’uomo – atleta Piergiorgio Chiampo.
Si potrebbe partire da lì e già l’impresa varrebbe una intera narrazione ma c’è ben altro!!!
Non si può raccontare, seppure in sintesi, la figura sportiva di Piergiorgio Chiampo senza un escursus sulla sua esperienza Internazionale e Nazionale. Si perché lui appartiene a quella classe di atleti che molto hanno avuto ma molto hanno dato allo sport della Montagna.
Atleticamente nasce “vecchio”. Ventitre anni non sono l’età giusta per iniziare l’attività agonistica; dai 14 anni qualche esperienza nella corsa, meno esasperata, di orientamento con il GS Moncenisio usando più testa che gambe peraltro poco allenate e poi l’esplosione atletica del fratello Luigi che mieteva successi per la Fiat Iveco lo ha convinto a tentare l’avventura. A disposizione c’era il Giò 22 Rivera di Miceli e non poteva che essere quella la base di partenza per “collaudare i motori”.
In quegli anni (1977/1978) sono arrivati i primi successi su corse (lui, modestamente, dice “una ventina”) magari in salita, ma sostanzialmente su strada: la Staffetta del Colle del Lys ha sancito il passaggio dai sogni alle glorie sportive.
Nel 1979 il passaggio alla Abrate Sport e più tardi alla Perosino di Asti: ancora successi su strada ma all’orizzonte l’approdo allo fatiche montane contando su una predisposizione fisica alla salità davvero eccezionale!
Ad accoglierlo, nell’84 e fino all’86, la mitica Alitrans Verona di Pennacchioni, società che contendeva negli anni ‘80 la primazia in specialità della Forestale Roma e del bergamasco Bar Emma.
Compagni di avventura, sulle scene internazionali e nazionali Gelindo Bordin, Alfonso Valicella e Fausto Bonzi.
Nel 1987 il ritorno alla casa madre del Giò 22 Rivera a praticare Corsa in Montagna ed a formare i giovani atleti in qualità di Tecnico. Gabriele Abate e Mirella Cabodi i suoi capolavori “elevati” all’altare della Nazionale.
Come detto Piergiorgio appartiene alla categoria degli atleti che hanno anche dato molto allo sport: credendo profondamente sul futuro della specialità è stato prima componente del Comitato Nazionale Corse in Montagna della Fidal e poi Tecnico nazionale ad affiancare, con la sua esperienza, l’opera di Raimondo Balicco nel condurre la rappresentativa Italiana di Corsa in Montagna sulle scene internazionali.
Tracciata la “cornice” del Campione nato nella Valsusina Caprie nel 1954 ed attualmente residente a Condove provo a riempirla di contenuto ovvero dei risultati agonistici che gli valgono un posto d’onore nella “Galleria degli Invincibili”.
Sulla scena internazionale, quando la Marcia Alpina, divenuta Corsa in Montagna non era ancora “strutturata” vince 5 edizioni del Campionato Europeo Cime: due vittorie in Francia, una in Svizzera e due edizioni della italiana Verres / Col Tzecore.
Sulle montagne italiane il trionfo nella veronese San Giovanni Ilarione dove si svolgeva il Trofeo delle Regioni edizione 1983. Ben 5 volte trai primi dieci nel Campionato Italiano su prove prevalentemente in salita, la sua vera specialità (59.13 sullo Chaberton….). In staffetta, in compagnia di mostri sacri quali Avataneo e Damele, conquista 6 volte il Podio in maglia Perosino Asti.
In Piemonte / Valle d’Aosta il suo palmares indica: 2 vittorie all’Ivrea – Mombarone e 2 sulla gemella Graglia – Mombarone. Alla St. Vincent – Colle di Joux coglie 5 successi come pure nella canavesana Calea. Al coazzese Colle Bione si impone 3 volte ed una volta alla Varallo – Res ai piedi del Monte Rosa. Vittorie anche alla Aosta – Peroulaz ed all’Alpe colombino di Giaveno ma il suo capolavoro, a rimarcare la sua caratteristica di imbattibile scalatore, è stato l’imbattuto record alla Tavagnasco – Madonna ai Piani nel 1982.
A legittimare pienamente il suo trionfale ingresso nella “Galleria degli Invincibili” i successi in Val Chisone e, soprattutto in Val Pellice:
Praly, Rodoretto,Perosa, Pragelato e Pinasca  per citare i primi ed in casa del Trail degli Invincibili la mitica Castelluzzo di Santa Margherita, Rorà, Luserna, la crono al Rifugio Jervis senza dimenticare la Bagnolo Montoso della vicina Provincia cuneese.
Ci poteva stare anche una vittoria alla Valsusina “Madonna del Cotolivier” se una leggerezza organizzativa non gli avesse impedito il successo causa inefficiente segnalazione del tratto di discesa!!!
…ed io che ero fermo alla mia “Corsa nei Sacchi” ed alla “caramella al rabarbaro”….
Complessivamente 160 vittorie prima del pensionamento atletico avvenuto nel 1991. L’auspicio è quello di vederlo applaudire i protagonisti del Trail degli Invincibili il 9 ottobre a Bobbio Pellice
Carlo Degiovanni