31 luglio 1994. Al Sestriere si celebrava l’Atletica “sopra le righe”, a modestissimo parere mio. L’Atletica spettacolo costruita sulle prestazioni fenomenali di atleti eccezionali “utilizzati” per dare lustro alla specialità, e questo era un obiettivo lodevole, ma anche per promuoverne l’industrializzazione della stessa ed il business economico che poteva lanciare.
Protagoniste non erano le montagne che circondano il Colle ma una pista di atletica costruita proprio li dove termina la Valle Chisone ma non è ancora Valle Susa. E su quella pista si assitette, in quella data, alla strepitosa performance di Sergej Bubka che con l’asta si arrampicò fino a quota 6 metri e 14 centimetri tornando a casa su una fiammante Ferrari rigorosamente rossa messa a disposizione dell’organizzazione per chi avesse stabilito un record mondiale!!!
Il vento fu clemente, quel giorno e l’anemometro convalidò, con i valori ufficialmente registrati, la super prestazione. Passarono 20 anni prima che qualcuno facesse meglio di Sergej e toccò al francese Renald Lavillenie superare, con 6.16, la strepitosa misura. Avvenne al coperto e in ovvia assenza di vento ma fu omologato come record valido anche per le prestazioni all’aperto.
Erano anche i tempi nei quali non tutti i risultati della specialità erano genuini: il ricordo porta all’incolpevole Giovanni Evangelisti che “conquistò” una medaglia di bronzo ai Campionati del Mondo di Atletica Leggera di Roma nel 1987 allorché i Giudici prolungarono la misura del suo ultimo salto di ben 53 cm portandolo ad un falso 8.38 utile per potere scavalcare al terzo posto l’8.33 dell’americano Myrik. Brutti scherzi della commistione sport, potere e soldi!!! Poi giustizia venne fatta ma la figuraccia è rimasta nella storia.
Osservando dall’alto quella pista in attesa del passaggio dei protagonisti del Trail Internazionale del Sestriere era inevitabile andare con la mente a quel giorno nel quale assistetti alla stratosferica prestazione di Sergej almeno fino a che si presentò la testa della gara in corso: a guidare la lunga fila dei trailer erano atleti giovanissimi, alcuni in maglia celeste, a fare l’andatura sulle pendenze che iniziavano a farsi importanti. Una gradita sorpresa in una disciplina che appare destinata alla capace resistenza di atleti più esperti.
Tra di loro Lorenzo Becchio che finirà la gara con una prestigiosa 6° posizione ma che gli varrà solo una grande soddisfazione personale in luogo della fiammante Ferrari, rossa o no non avrebbe rappresentato un problema!
Eccolo un altro possibile futuro Invincibile anche lui vittima della “suggestione” della Tre Rifugi.
Nato il 3 febbraio 1993 già con le scarpette da Calcio nei piedi ed un bastone da Hockey ghiaccio nelle mani per praticare i primi amori sportivi. I “Draghi” di Pinerolo gli offrono il ghiaccio ma la preferenza va al calcio che coltiva fino alla Promozione nelle fila del Castagnole – Pancalieri passando per la Prima categoria del Villar Perosa.
Il calcio offre più gloria ma lui conosce la storia (leggenda) della Tre Rifugi e l’attrazione diventa fatale. Il campo di calcio si alterna con i sentieri delle vicine Val Noce e Chisone. Poi una prova quasi in sordina: lassù, in alta Val Pellice si celebrano, il 20 agosto 2015, le quaranta edizioni della classica di Marcia Alpina ed è l’occasione per un esordio in punta dei piedi (?).
Nell’impresa lo accompagna, essendo la gara a coppie, Andrea Bertuglia. Il riscontro cronometrico è soddisfacente (2.52) ma la trappola sta nel Colle Manzol.chi lo percorre in gara ne rimane affascinato e marchiato per tutta la vita e non c’è più campo di calcio che tenga. “Il fuoco non si è più spento” dice lui.
Poi, vicino casa, c’è una seria Società sportiva ed una attraente pista di Atletica…perché non approfittarne???
Così il 2016 esordisce nella specialità e la preparazione sotto l’attenta guida di Patrizia Boaglio da subito i suoi frutti: ci prova su terreni tecnicamente più docili quali quelli che presenta il Trail del Chisone di Baudenasca ed il terzo gradino del podio è suo dietro Sua Maestà Paolo Bert e Paolo Nota.
Poi le dolci asperità di Cafasse che con la sua Ca Bianca ripropone una storica gara: giunge quarto, posizione che conferma quando eccede un po’, per l’anno di esordio, partecipando allo Sbarua Trail percorrendo 45 Km con allegati 2500 mt. di dislivello!
Dimostra coraggio presentandosi sulla scena di una delle più qualificate gare di Sky Race: la Trentapassi di Marone. Cinquantunesimo ma in un contesto qualitativamente strepitoso.
Al Memorial Maurino di Bagnolo, assunto a Campionato Regionale conquista la 10° piazza.
Ancora buoni piazzamenti a Pianprato ed al “nobile” Chaberton ma arrivano anche due vittorie:
Il Trail corto del Monte Servin di Angrogna e i “Percorsi di Marco Olmo” di Robilante consacrano una stagione, la prima, che promette molto per il futuro.
Torna sui suoi primi passi il 18 Agosto per il pellegrinaggio sui sentieri della Tre Rifugi: la “Tre che non c’è” si è incaricata di mantenere viva la fiamma dell’affascinante Marcia Alpina. Lui celebra l’evento in compagnia di Diego Ras, altro giovane, altra maglia celeste, altro possibile futuro Invincibile. Il crono si ferma a 2 ore e 30 che vale una terza posizione… “che non c’è”!
C’è, invece, l’inizio di un percorso che può portare lontano se si prosegue con lavoro e umiltà nella preparazione tenendo sempre in conto che la vita è, comunque, cosa più complessa di una promettente carriera sportiva.
…la Ferrari però, sempre che sia un ambizioso traguardo, non sarà la montagna a portarla, che sia Corsa in Montagna, Marcia Alpina, Sky Race o come diavolo la si voglia chiamare…
Carlo Degiovanni