“Lascia lente le briglie del tuo ippogrifo, o Astolfo, e sfrena il tuo volo dove più ferve l'opera dell'uomo, però non ingannarmi con false immagini ma lascia che io veda la verità e possa poi toccare il giusto”.
Era il 1972 quando Francesco Di Giacomo utilizzò l'Orlando Furioso per esordire nel primo disco capolavoro del Banco del Mutuo Soccorso.
Oggi il nostro Ippogrifo era il Suzuki Jimny di Ermanno utile per guadagnare comodamente quota per poi avventurarci, rigorosamente a piedi, alla ricerca del “Pergou dar Mariou” in versione Bobbio Pellice. E sì, perchè attorno al Monolito appartenente alla tradizione valdese si è aperto un dibattito tra coloro che sostengono si trovi in territorio villarese sotto la guglia della Rubinella e coloro che invece propendono per un monolito nascosto nella faggeta che regna sul versante bobbiese del Vallone di Subiasco o degli Invincibili!
Seguendo i preziosi consigli dell'autoctono Emilio Mondon, la squadra dei novelli Indiana Jones composta dal citato Ermanno Aglì, da Daniele Catalin, Fredi Gallo ed io si è coraggiosamente (o incoscientemente) addentrata nella fitta boscaglia tra salti e dirupi che separa Rocha Ciabert da Barma d'Aout ed al km. 1 circa del citato diagonale ha individuato tracce di un antico sentiero che scendendo tra vecchie carbonaie ha condotto gli impavidi esploratori al cospetto dell'introvabile monolito.
Non è stato trovato alcun reperto che possa fare propendere per l'una o per l'altra tesi e, conseguentemente, manteniamo la nostra neutralità in merito al “Giusto Pergou”. Speriamo, con la nostra impresa, di avere fornito elementi utili alla soluzione pacifica del grande dilemma...speriamo. Se il nostro sforzo sarà stato vano in tal senso ci consoleremo per avere individuato un luogo particolarmente vocato alla raccolta del fungo porcino.
Carlo Degiovanni