lunedì 11 maggio 2020

CORSE DELL’ALTRO SECOLO: CORSA ALPINA AL COLLE BIONE

Coazze più di ogni altra realtà ha dato forma rappresentativa della differenza tra la vecchia Marcia Alpina e la più recente Corsa in Montagna. Alla storica Marcia Alpina ai Picchi del Pagliaio, con partenza ed arrivo alla Borgata Cervelli ha fatto seguito la Corsa Alpina al Colle Bione che aveva il suo epicentro nel salotto buono di Coazze. Tanto tecnico e selvaggio il tracciato della prima quanto più “corribile” quanto proposto, all’esordio di settembre, dalla U.S. Coazze che alla manifestazione aveva dato i natali.

Quel “corribile” è un aggettivo quanto mai personalizzabile, si tratta pur sempre di salire e scendere per sentieri montani, ma è indubbio che la Corsa Alpina al Colle Bione rientrasse maggiormente nei canoni e regolamenti del nascente Comitato Regionale Corsa in Montagna in ambito Fidal. Circa 11 chilometri complessivi e 750 metri di dislivello con un brevissimo tratto di asfalto a caratterizzarne partenza ed arrivo.

La Fidal, quando le fu assegnata la gestione di questa disciplina sportiva, scelse di fare buon viso a cattiva sorte definendo che la specialità doveva essere utile a reperire atleti nelle vallate alpine, sovente sprovviste di impianti di atletica, da portare a praticare le specialità olimpiche ed in special moda maratona e siepi. Per questo nacque la definizione di “Corsa in Montagna” proprio per identificare percorsi più “corribili”. Gelindo Bordin e Severino Bernardini furono due primi splendidi esempi di questa scelta tecnica.

D’altra parte, la presenza in valle di Bartolomeo Aimar, macellaio in Torino, frequentatore assiduo di quelle montagne ma, soprattutto, dinamico componente del citato Comitato, non poteva che condurre la manifestazione coazzese fino agli scenari nazionali, cosa che avvenne nel 1990 con lo svolgimento del Campionato Italiano di Gran Fondo su percorso opportunamente adeguato: Km 21 e 1160 metri di dislivello positivo. Vincitore il forestale Davide Milesi nella categoria maschile. Non è possibile citare la categoria femminile perché la distanza in allora era interdetta alla partecipazione femminile dalle norme Fidal.

La prima edizione si tenne nel 1977 con la disputa del Trofeo Comm. Ferruccio Tessa che dello sport dei faticatori in montagna di quell’angolo del Piemonte fu filantropo e mecenate. Si deve a lui la realizzazione i loco di una delle più forti compagini di specialità guidate da atleti del calibro di Edo ed Elio Ruffino. La prima edizione vide il trionfo del “Fornese” Edo Ruffino bissando il successo nella seconda edizione pari merito con il fratello Elio in 53’55”. Nella terza edizione salì a Coazze il valdostano Donato Ducly che superò in volata lo stesso Edo Ruffino distaccandolo di 1 (un) decimo di secondo. Il miglior tempo sul tracciato “classico” risulta da assegnare al campione valsusino Franco Naitza che nel 1990 fermò il cronometro a 52’04”.

Un breve cenno allo schieramento di autorità atletiche che hanno frequentato, con successo, lo scenario della Corsa Alpina al Colle Bione: dai fratelli Ruffino a Donato Ducly, da Pierpaolo Fontan a Franco Naitza e poi ancora Gabriele Abate, Massimo Galliano, Paolo Bessone, Ivana Giordan, Mariangela Grosso, Gisella Bendotti.

Le vittorie di Gabriele Abate all’inizio del secolo nuovo archiviarono per alcuni anni la manifestazione che aveva esaurito la propria “spinta propulsiva”. La generazione dei Campioni della Marcia Alpina aveva raggiunto l’età della pensione agonistica ed anche l’Atletica Val Sangone, che era subentrata negli anni ‘90 all’U.S. Coazze, era in procinto di archiviare la propria storia.

Però…siccome le passioni non muoiono mai, specie quando hanno piantato solide radici, ecco che la Corsa Alpina al Colle Bione ha ripreso vita dopo anni di “vacanza” ad opera degli eredi della passione sportiva dei Commendatori Ferruccio Tessa ed Ezio Rosa Brusin e della competenza organizzativa dei “Des Amis” compagine sportiva che si è assunta l’onere di dare una casa ai nuovi campioni. L’esordio del nuovo corso è avvenuto domenica 19 Maggio 2019 ed è stato subito (ri) esordio tanto bagnato quanto fortunato. Se Paola Martoglio si è incaricata di dimostrare che in Valle il filone dei campioni, in questo caso delle campionesse, non si è esaurito, tra gli uomini l’eterno Paolo Bert è stato ancora imbattibile. Alle sue spalle, però, sono emersi gli eredi dei talentuosi campioni di Forno di Coazze: il collaudato Luca Vacchieri e Andrea Negro sulle cui gambe pesa una eredità tanto preziosa quanto impegnativa.

Carlo Degiovanni