mercoledì 27 maggio 2020

RICORDI...

IL RECORD DI SALITA E DISCESA DA PIAN DEL RE AL MONVISO:
PAOLO BERT: 3.12’42” – Salita 1.58’03” – Discesa 1.14’39”

In una magnifica e tersa mattinata di fine agosto 2011 un brivido rosso ha scosso il Re di Pietra: l’evento era stato preparato in gran segreto. Gli elementi imponderabili sono molti e quindi meglio lavorare in silenzio ed alla pubblicità, nel caso, si pensa dopo…
Paolo Bert da Bricherasio è il protagonista: classe 1978, tesserato alla Podistica Valle Infernotto, società sportiva di quest’angolo del cuneese. Eccellente atleta di livello internazionale che oramai da un decennio domina il mondo dello Sky Race o della Corsa in Montagna. Per 9 anni vincitore della 3 Rifugi Val Pellice ma citare tutti i suoi successi, regionali e nazionali, riempirebbe un intero articolo.
Non ha punti deboli e per questo primeggia: veloce su strada in pianura, ottimo scalatore dalle salite più facili alle più tecniche, discesista impareggiabile e soprattutto dotato di grande potenza resistente.

Anno importante per il Monviso il 2011: 150 anni fa lo salirono ufficialmente per la prima volta gli inglesi William Mathews, Frederik Jacomb con le guide francesi Jean Baptiste e Michel Cruz. Era il 1861 il giorno 30 Agosto.
Così dice la cronaca ufficiale. Quella popolare vorrebbe che il primo salitore sia stato “Sebastiano A” di Oncino il 1° Settembre 1841. Ma questa è una leggenda, sia pure verosimile, raccontata in un libro davvero interessante scritto nel 2005 da quel Dario Viale che nel 1986 migliorò il precedente record di salita al Monviso di Livio Berta. Il titolo “Sebastiano A il primo salitore del Monviso” Fusta Editore: leggere per credere!!!

Molte le manifestazioni per il 150° ma quella che qui si racconta non appartiene a nessun programma. Torniamo, quindi, alla impresa di Paolo per la quale la decisione era presa da tempo; unico elemento imponderabile la meteorologia.
Le formalità ridotte all’essenziale per limitare il coinvolgimento di altre persone in responsabilità sempre latenti.
Indispensabile, però, la presenza di un cronometrista ufficiale: chi meglio di Danilo Gaborin, storico misuratore del tempo della Federazione Cronometristi di Cuneo. Lo stesso cronometrista che aveva registrato il 6 Settembre 1986 il record di sola salita al Monviso, sempre dal Pian del Re, di Dario Viale.

Nessuna ambizione di misurarsi con il record del Re della Salita: l’obiettivo è una impresa sportiva diversa: prevede il raggiungimento della vetta del Monviso salendo il versante sud con partenza da Pian del Re ed il ritorno dalla stessa via alla località di partenza. Le caratteristiche tecniche di Paolo Bert, compresa la sua capacità di affrontare in sicurezza le ripide discese rendono l’impresa sostenibile.

Si chiede aiuto agli amici per un supporto sul percorso, la notizia circola a mezza voce a Crissolo dove Paolo trascorre, con la famiglia, il periodo di ferie. Da parte di molti c’è il desiderio di sostenere l’impresa in qualche modo: si trovano i “controllori” da dislocare sul percorso ed in vetta. Spuntano anche amici sponsor per coprire le sia pure ridotte spese e tutti insieme si spera nel bel tempo.

Si sceglie lunedì 29 agosto perché domenica 28 Crissolo ed il Monviso hanno celebrato la ricorrenza ufficiale del 150° anniversario della prima ascesa e sul Monviso è previsto traffico favorito anche da una giornata meteorologicamente spettacolare.
Il cielo è colorato dall’atteso azzurro alle 8,00 del lunedì. A salutare l’avvio dell’impresa Danilo Gaborin e Marco Badariotti, l’uno per il tempo e l’altro per il sostegno morale allo sguardo teso del protagonista.

Parte il cronometro ufficiale e Paolo in perfetta solitudine si avvia ad affrontare il Re di Pietra. L’abbigliamento è ridotto all’essenziale: scarpe, pantaloncini e la classica maglietta mezze maniche rossa con le insegne della Podistica Valle Infernotto. Niente zainetto, borracce e bastoncini a sostenerne il passo. Un cronometro si, per capire l’evolversi della situazione.
Sale come se fosse la consueta gara domenicale: pur senza avversari riesce a trovare il ritmo giusto. Transita al Rifugio Quintino Sella dopo 41 minuti esatti. Osservano il passaggio Enrico Bonansea ed Hervè Tranchero, quest’ultimo Guida alpina e storico gestore del rifugio.
Con rispetto Paolo lo aveva preavvertito del tentativo quasi chiedendo il permesso di potere realizzare un sogno. Permesso accordato: “a voi corridori questa montagna vi incista” gli disse il testimone vivente della storia recente del Monviso. Lui sa che l’alpinismo è anche competizione e che le passioni occorre gestirle ma non si possono sopprimere.

Alle ore 9,02 spunta al Colle delle Sagnette: è un punto molto rischioso per possibili scariche di pietre. Ad attenderlo ed assisterlo Luca Odetto, Paolo Perotti e Marco Curti. Un tratto meno verticale e poi su alla ricerca della parete sud. Il transito all’Andreotti avviene dopo 1 ora e 24 minuti circa dalla partenza. Ad incitare lo sforzo solitario anche alcuni alpinisti che, preavvisati da Hervè, cedono i passo all’uomo che insegue il suo sogno.

Imerio Pron è in vetta dopo una veloce salita non ostante la competizione dello “Stellina” della mattinata precedente. È lui il delegato dal cronometrista ufficiale per la verifica del passaggio in vetta. E’ dotato di orologio satellitare e radio. Ore 9 e 58 Paolo è in vetta: 1 ora 58 minuti e 03 secondi. Il record di sola salita resiste ma questa è tutt’altra storia.

Poco più di un minuto di sosta per la foto ufficiale e poi giù per un verticale incredibile: è qui che Paolo costruisce il capolavoro. L’altro Paolo, inteso come Perotti, lo osserva dal Passo delle Sagnette. Uno spettacolo la discesa agile e controllata laddove di norma ci si arrampica in cordata. Diciassette minuti dalla vetta al Bivacco Andreotti e poi via verso la scarica di pietre del Passo. Il transito al Quintino fa presagire il livello della prestazione. 2 ore e 41 il tempo di passaggio.

Al Pian del Re Danilo attende per ufficializzare l’impresa: il passaggio dell’atleta è segnalato al Lago Fiorenza e poco dopo la maglietta rossa appare sui tornanti che conducono alle sorgenti del Po. La corsa è ancora agile nel superare indenne le scivolose pietre che lastricano la dirittura finale. Giunge in solitudine accolto dall’applauso di una folla di 3 spettatori. Non applaude Danilo intento a dare ufficialità alla prestazione cronometrica finale: 3 ore 12 minuti e 42 secondi. Il tempo di discesa è ufficializzato in 1 ora 14 minuti e 39 secondi !!!

Cosa aggiungere: è un’impresa sportiva che non porta medaglie o ricchezza economica ma la vita si nutre anche di passioni e poi... c’è l’ammirazione della gente per il coraggio dimostrato più ancora che per il tempo impiegato. Forse un poco di invidia da parte di coloro che per salire il Monviso devono allenarsi un anno intero … Ma il piccolo uomo che sale il grande monte e la metafora dell’esistenza: la consapevolezza delle proprie possibilità, non uguali per tutti, e la tenacia nel volere raggiungere, con umiltà e sacrificio i propri obiettivi.
Il piccolo uomo che sale il grande monte sa che non lo “vince” ne lo “conquista”, semplicemente lo accarezza, lo rispetta e lo ringrazia per avergli permesso, in un giorno di fine agosto, di realizzare un sogno che durerà una vita.

Poi si riprende la vita di tutti i giorni: la Montagna rimarrà la a disposizione per altre “imprese” ed altri sognatori. Paolo tornerà al lavoro ed a regalarci altre vittorie nelle competizioni di montagna.
Carlo Degiovanni