Cavour è un paese ai margini della Val Pellice (o la Val Pellice è una vallata ai margini di Cavour…). E’ qui che nasce Carlo Degiovanni, presente dal 1953 a Cavour dove è nato ed ha convissuto con una splendida famiglia di 10 (dicansi dieci) figli più, ovviamente, i genitori: personaggio eclettico dai mille interessi sportivi e culturali.
E’ stata una caramella al rabarbaro, cosa quanto mai sgradita ad un bimbo di 8 anni che “ vince “ una “corsa nei sacchi”, il primo premio conquistato nella parte della sua vita dedicata allo sport. Era la festa patronale, a Cavour; c’erano i giochi del tempo per l’occasione, c’era la “mamma” che osservava divertita e c’era nelle sue tasche la famosa caramella al rabarbaro divenuta improvvisamente Trofeo da consegnare, con orgoglio popolare e popolano, al figlio vincitore.
Molti interessi nella vita, dalla politica al sindacato, dalla musica allo sport. Ha sempre desiderato una vita a colori, fatta di molte sfaccettature. Ovviamente ha sempre pensato di essere dalla parte giusta ma con una certa moderazione: una famiglia così numerosa all’interno della quale negli anni sono state rappresentate molte categorie sociali gli ha insegnato la complessità dei torti e delle ragioni. Conseguentemente ho sempre coltivato molti “se” ed altrettanti “ma” e privilegiato la ricerca del confronto e delle mediazioni al conflitto o alla polemica spicciola fine a se stessa.
Come detto, la sua “carriera” sportiva è iniziata piuttosto presto.
Ovviamente la “Corsa nei Sacchi” era un gioco come pure le competizioni tra amici sui pattini a rotelle.
Le cose si sono fatte più serie verso i 14 anni quando, acquistata una bici da corsa di seconda mano si è dedicato seriamente alla passione per il ciclismo che ha coltivato, per circa tre anni nelle fila della gloriosa “Condor” di Pinerolo in compagnia dell’inarrivabile Mario Vaira.
Ad oggi circa 900 gare in larghissima misura sui sentieri di montagna (circa 700); è la disciplina che ha sempre preferito. Questioni di predisposizione fisica (su strada non ha ne “gamba” e ne “testa”), di approccio mentale o chissà cosa: di solito si dice che è la passionaccia e ciò spiega tutto.
Vittorie? Una sola da ricordare (a dire il vero vinse anche una gara a staffetta con Guido Turaglio nella frazione di corsa e lui in quella ciclistica ma il suo avversario diretto aveva una “Graziella”….).
Tanti bei piazzamenti come si addice ad un buon atleta, ma di vittorie vere solo quella: la Tre Rifugi del 1978 in coppia con Domenico Bruno Franco. Un trionfo! Un po’ di sana autoironia lo porta a sostenere che ha stabilito un record difficilmente migliorabile: ho vinto la gara con il peggior tempo dei vincitori di sempre ma la soddisfazione è stata ugualmente grande!!!
La Marcia Alpina è stata la sua grande passione sportiva al punto che alla prima gara organizzata (1975 – La Cursa ‘d la Scala Santa a Cavour) prese quasi come un’offesa essere definito, dai compaesani, un “podista”! Evidentemente ha giocato la sua passione per la montagna ma anche il fatto che Cavour disponeva di un impianto sportivo naturale che era la Rocca: terreno perfetto per la preparazione specifica.
Fondo sugli sci (tecnica classica), corsa su strada (8 maratone con un misero 2.55 come miglior tempo sulla distanza), un po’ di ski roll, sci alpinismo (compresa la partecipazione alla prima riedizione al Trofeo Mezzalama nel 1997), gare di gran fondo di ciclismo ma soprattutto tanta, tanta, tanta Marcia Alpina.
Il suo esordio nella “Marcia Alpina” si realizza, attratto dal Mito Willy Bertin e dal più “gigione” Valdo, nello Sport Club Angrogna, società che alla fine degli anni sessanta era in prima fila nello sci di fondo e nella marcia alpina e in seguito nello ski roll in Val Pellice. Carlo partecipa alle prime gare in montagna e , dopo il servizio militare, accumulata la necessaria esperienza, fonda a Cavour quella che sarà tra la metà anni settanta fino agli anni novanta una delle più interessanti realtà podistiche della zona e non solo: l’Atletica Cavour. La prima gara che organizza è la “Cursa d’la Scala Santa”, gara “similpodistica” in quanto comprende per ben due volte dopo il percorso in pianura la salita sui sentieri che conducono alla vetta della Rocca di Cavour e per questo indigesta ai puristi della corsa su strada , ma proprio per questo affascinante in quanto ognuno poteva trovare il tratto a lui più favorevole. Agli inizi degli anni ottanta viene organizzato per ben 6 edizioni su pista in sabbia (non omologata Fidal per distanze non consone e fondo irregolare…) il pentathlon. Salto in lungo, getto del peso, 100 metri, salto in alto e 1500 metri, peraltro in leggera salita sulle strade che conducono a Cavour, con la partecipazione delle società locali. Nel 1978 vince la già ricordata Tre Rifugi.
In quegli anni l’Atletica Cavour partecipa con successo a gare di campionato italiano della specialità che ha preso l’eredità dalla Marcia Alpina, la Corsa in Montagna. I suoi percorsi erano più docili senza le vertiginose salite e le ripide discese delle gare precedenti. Poteva mancare a Cavour una gara di campionato italiano di questa nuova disciplina?, no di certo. Carlo si mette al lavoro e supportato dalla società organizza la prova di staffetta a tre elementi con un successo incredibile: quasi cento staffette provenienti da tutta Italia partecipano alla gara. Nel frattempo vengono organizzate altre manifestazioni quali la prova di campionato italiano di gran fondo sul percorso allungato del Trofeo Maurino che si disputava a Villar Bagnolo. Ma non si ferma lì! La “fervida mente” allestisce il “Trittico di Cavour”, si tratta di tre gare in tre giorni: al venerdì sera i 10.000 attorno alla Rocca, percorso ondulato quindi eventuale record non omologabile per le rigide regole federative, al venerdì sera la crono rocca di km 3,5 sui sentieri della massima asperità cavourese, infine la domenica mattina gran finale con la prova di gran fondo di 11 km sempre sfruttando i sentieri esistenti e trovandone dei nuovi. Questa era l’antesignana delle corse a tappe che si disputano oggi. All’inizio del nuovo millennio, venuta a mancare la iniziale spinta propulsiva l’Atletica Cavour si scioglie, alcuni atleti approdano nella neonata Atletica Val Pellice a sua volta nata dalle ceneri della Polisportiva Villarese, Carlo emigra a Torre Pellice e fonda la Podistica Valle Infernotto con sede prima a Barge e in seguito a Villar Bagnolo con alcuni ex atleti dell’atletica, piano piano il gruppo cresce con innesti da Barge e Bagnolo, si organizzano nuove gare ,la scalata al Monte Bracco a Barge, il giro dell’Infernotto e gare serali che in questi anni hanno preso piede, Carlo è il collante del comitato della Tre Rifugi, a lui si deve l’idea della partenza da Bobbio Pellice del trail oltre che un immane lavoro di bassa manovalanza come diciamo tra di noi che consiste nella pulizia dei sentieri in alta quota di questa gara. Ideatore della” Tre Rifugi Vintage” che nel 2015 sul percorso storico della gara ha radunato duecento coppie record assoluto della manifestazione. Molto disponibile a “de na man a tuti “ il problema che “tuti a piu el bras”… , a lui si deve principalmente la riedizione del Giro del Monviso, ora Monviso Trail nelle sue tre distanze, tessitore (lui profondo conoscitore della lingua francese…) con i cugini transalpini nell’appianare le divergenze organizzative. Attualmente continua nei rari momenti disponibili l’attività sportiva secondo uno dei suoi famosi “assunti tecnici” che vogliono che a trent’anni si corra a 3’al km, a quaranta a 4’, a cinquanta a 5’ a 60 a sei, “dopu ringrasia che pole ancura curi… “. Alcuni sussulti simil – agonistici lo portano a concludere in 250° posizione su 2500 partenti la Courmayeur, Champex, Chamonix ed a conquistare la terza piazza della da lui poco amata e riverita “categoria” nella riedizione 2015 del Trofeo Chaberton ma qui siamo alle “comiche finali”.
Attualmente sta lavorando con Fredi Gallo e buona parte del gruppo storico che organizzava la Tre Rifugi al Trai degli Invincibili, che si disputerà a Bobbio Pellice Domenica 9 Ottobre anche per riportare alla luce parti della Storia Valdese. Lui che “Barbet” non è (molti se ed altrettanti mah…), è un profondo conoscitore della storia del popolo valdese e sa cose che io non so pur essendo, io si, valdese. Permettetemi di questo spazio per ringraziare anche Fredi Gallo per la passione e amicizia che ci lega e che lui mette in ogni cosa che fa, lui dal glorioso passato calcistico si è calato nella nostra realtà con umiltà e tanta voglia di fare tanto da farmi affermare: “ti ses sgairà a Boebi”.
Ultima invenzione di Carlo la disputa lo scorso 18 Agosto della “Tre che non c’è ” escursione sul percorso della Tre Rifugi d’antan che ha avuto un successo strepitoso radunando 140 cosiddetti “escursionisti”, in realtà appassionati di questa mitica gara, che hanno popolato la conca del Prà con i loro colori. Tante altre cose ci sarebbero da dire su Carlo, ma per questo non disperiamo che un giorno lontano non voglia trascrivere tutte le sue esperienze su un libro che sono sicuro avrebbe un grande successo tra tutti coloro che lo conoscono e lo stimano, tra questi ci sono anch’io che mi onoro della tua amicizia e per l’ aiuto che mi da in tutte le manifestazioni che faccio, oltre che dalla stessa passione? calcistica… Grazie Carlo per tutto quello che hai fatto e sono sicuro continuerai a fare per tutti noi.
E, come scriveva Cesare Maestri, …se la vita continua….
Daniele Catalin