Anche la montagna sportiva ha avuto la sua “terra di mezzo” o meglio, per non suscitare incomprensioni, la sua “terra di confine” o, se volete ancora , l’”area grigia”.
Un’area nella quale facevano capolino con vere e proprie scorribande atleti non proprio appartenenti alla “famiglia”: i cugini della Atletica Leggera, i “puri” come li definiva Mini Merletti.
Loro, attratti dal fascino della trasgressione in se e dalla corsa più libera e finanche un po’ anarchica, sfuggivano, a volte, alle rigide regole di allenatori e federazioni e facevano capolino nel mondo dei corridori (marciatori) di montagna.
L’area tecnica era quella della corsa in montagna ante litteram ovvero le Marce Alpine dalle caratteristiche tecniche meno accentuate. Più corribili, si diceva una volta.
Partendo dall’assunto che vuole che un buon stradista non abbia grandi problemi sulle salite dei sentieri ma incontri le maggiori difficoltà sulle “discese ardite” erano protagonisti assoluti nelle sfide con gli specialisti della specialità.
SILVIO GERLERO rappresenta perfettamente questi campioni, un po’ trasgressivi, delle corsie pistaiole. Ed a lui va il merito di averci provato ed in larga misura sia anche riuscito a ricavarsi uno spazio in quello strano mondo.
Anche altri ci hanno provato ma con molto meno successo: si ricorda ancora lo sdegno di Renato De Palmas (grande personaggio dell’Atletica dei “puri”) quando, dopo avere percorso poche centinaia di metri alla cavourese Cursa d’la Scala Santa del 1975, trovandosi a confronto con i sentieri della Rocca improvvisamente si fermò, tornò al tavolo delle iscrizioni e riconsegnò sdegnato il pettorale affermando: “non sono mica una capra, io!”
I “numeri” de podista Silvio parlano da soli: 30.27 sui 10000, ....8.32 sui 3000....18,515 Km sull'ora in pista e 2 ore e 33 minuti nella distanza di maratona peraltro mai preparata a dovere!!!.
Duecento vittorie hanno caratterizzato questa sua splendida carriera con ripetute affermazioni “fuori pista” . Stratorino, Pecetto ma anche numerose campestri, giri podistici ecc…La specialità della casa!!!
Ma in questa sede Silvio è presente in quanto “trasgressore” delle rigide regole di allenatori e quant’altri: “la corsa in montagna compromette la velocità di base!!!” era l’assunto ma lui qualche dubbio lo ha nutrito quando vide l’amico Rinaldo Bruno Franco realizzare un 14.35 sui 5000 subito dopo una partecipazione alla “Tre Rifugi”…
…e così ci ha provato. Come detto scegliendo i percorsi più adatti alle sue qualità di stradista e grimpeur. Pinasca – Serre Marchetto, San Germano – Pramollo, Mentoulles – Lago del Laux, 3 edizioni della Ruata – Gardetta - Ruata i suoi successi in Val Chisone.
Poi le montagne “forestiere: il Colle del Lys a staffetta (vinta 3 volte), l’Aosta – Perulaz, Chiaverano – Schalveis (altri 3 successi), il torinese Colle della Maddalena.
Ci ha provato anche al Colle Bione, patria sportiva dei fratelli Ruffino: grande gara in salita con passaggio in testa ma poi, haimè, la discesa gli ha assegnato un terzo posto…onorevolissimo se si pensa che a mettere la freccia nella seconda parte sono stati monumenti quali Elio Ruffino e Felice Oria!!!
La vittoria a Rorà lo consegna legittimamente, gradito ospite, alla “Galleria degli Invincibili” della Val Pellice. A dire il vero ha provato a misurarsi, a fine carriera sportiva, anche con le gare “Monumento” quali i Picchi del Pagliaio e la Tre Rifugi ma ne ha ricavato splendidi ricordi ma anche la conferma della sua predisposizione naturale per la corsa nelle versioni più “ortodosse”.
Lui, dal suo attuale sudato status di pensionato, guarda al passato atletico con grande soddisfazione e compiacimento. Nato nel 1948 a Scalenghe in piena pianura ha saputo anche “dare” allo sport seminando passione a piene mani. E con lui non possiamo non ricordare un altro grande “seminatore” di sport: il pinerolese Pier Luigi Primo.