mercoledì 20 luglio 2016

Galleria degli Invincibili tra storia e sport: HENRI ARNAUD

Obbedendo a suggerimenti di confessori e di cortigiane bigotte, il 18 ottobre 1685 Luigi XIV revocò l’editto di Nantes e proibì il culto evangelico in tutto il Regno di Francia. Il Duca di Savoia, Vittorio Amedeo II, cercò di resistere per qualche mese alle pressioni che su di lui esercitava l’imperioso zio e potente monarca; ma poi cedette ed il 31 gennaio 1686 emanò un editto modellato su quello della Revoca. 
Nelle settimane successive di dolorosissima incertezza, in tutte le Valli si tennero diverse assemblee: dinanzi alla crudele alternativa fra esilio e guerra, si comprende che i valdesi esitassero alquanto.
I pastori erano tutti contrari alla resistenza, tranne uno che ne sarà invece l’anima e che doveva diventare la più grande guida che i valdesi abbiano mai avuto: Henri Arnaud.
Nato ad Embrun (Delfinato) nel 1641 da nobile famiglia protestante (sua mamma, Margherita Gosio, era originaria di Dronero). Nel 1656, ancora giovinetto dovette passare i confini “per fatto di religione” trasferendosi a Torre Pellice dove inizio il suo percorso di studi. Per gli studi superiori si recò poi a Basilea ed a Ginevra ove venne consacrato pastore nel 1670.
Tornato nelle Valli resse le parrocchie di Massello, Villar e Pinasca dove si trovava nel 1685, anno della Revoca. Nell’ora del pericolo, Arnaud è sulla breccia: aveva natura di soldato, temperata alquanto dalla vocazione pastorale.
Dopo aver portato la famiglia in salvo nella Svizzera, prese parte alla difesa di San Germano dove il Catinat fu respinto. Con la resa della val San Martino (attuale Germanasca), essendo stata messa una taglia sul suo capo, emigrò a Neuchâtel ricongiungendosi ai familiari.
Mentre il re di Francia premeva su Vittorio Amedeo II affinché eliminasse radicalmente i valdesi, la generosa, Riformata, Svizzera si offre di ospitarli. Ma, per essere già sovraccarica di esuli francesi li spinge a trasferirsi in Germania o nelle colonie Olandesi. Al fine di evitare questa dispersione che sarebbe stata fatale al suo popolo, Arnaud li esorta a restare uniti ed a tentare il rientro nelle loro Valli.
Negli anni 1687 e 1688 due tentativi di rimpatrio falliscono, ma lui non si scoraggia. Forte delle istruzioni del vecchio Giosuè Janavel e grazie agli aiuti di Guglielmo d’Oranges, futuro re d’Inghilterra, la notte del 27 agosto 1689 con circa mille tra valdesi ed ugonotti partì da Prangins, sul lago Lemano diretto in Piemonte: è il “GLORIOSO RIMPATRIO”ma questa sarà un’altra Storia!
Il 4 giugno 1690 al Chiöt in Val d’Angrogna incontra i plenipotenziari di Vittorio Amedeo II, venuti ad offrire la pace in cambio della difesa delle frontiere contro la Francia. Ricevuto dal duca a Moncalieri questi enunciò: “Avete un solo Dio ed un solo principe da servire: servite l’uno e l’altro fedelmente. Finora siamo stati nemici, ma d’ora innanzi dobbiamo essere buoni amici. Altri furono cagione dei vostri guai. Ma se, come è vostro dovere, esporrete la vita al mio servizio, io esporrò la mia per voi e finché avrò un pezzo di pane ne avrete la vostra parte”.
Ma poi il duca strinse una nuova alleanza con Luigi XIV impegnandosi segretamente ad espellere tutti i riformati “francesi” delle Valli.
Arnaud dovette riprendere la via dell’esilio, organizzando l'esodo dei rifugiati francesi nel Baden, nell'Assia e nel Württemberg, dove fonda la colonia valdese. 
Ormai vecchio, viene poi richiamato dal Duca di Savoia stabilendosi a Torre Pellice dove cura le parrocchie di Rorà e S. Giovanni. Poi per prudenza si ritira definitivamente in Germania dove all’età di 80 anni, l’8 settembre 1721, muore a Muriers (ora Schönenberg).
Fonti:
BREVE STORIA DEI VALDESI di Ernesto Comba
GUIDA storico turistica della Val Pellice