martedì 20 dicembre 2016

Galleria degli Invincibili tra storia e sport: LIVIO BARUS

La Valle Germanasca sale sulla destra orografica della principale Val Chisone che precipita a valle dal Sestriere che ne determina tratti se non nobiliari perlomeno borghesi.
Da Pramollo a Salza e Massello, via Perrero, fino alla “Regina” Prali l’aspetto della valle diventa più austero e segnato dalla fatica di “vivere la montagna”.
Retta negli anni passati da un’economia basata soprattutto sulle miniere di talco e grafite oggi tenta un rilancio sul piano dell’eccellenza. 
Lo fa la bassa valle riproponendo il nettare del Ramìe, preziosa sostanza estratta dai vitigni Avanà, Avarengo e Chatus e con esso rimettendo a nuovo gli spettacolari vigneti.
Lo fa la media valle con iniziative importanti sul versante ambientale e storico – religioso legato soprattutto alle vicende degli “Invincibili” valdesi e del “Glorioso Rimpatrio”.
L’alta valle non è da meno rilanciando fortemente l’attività sportiva attraverso la nascita del KVE, il Kilometro Verticale Extreme certificato come il più corto del mondo, e gli storici impianti sciistici destinati ai veri amanti dello sci di discesa, di fondo valle (Fondo) e finanche di salita con le pelli.
Una cosa è rimasta immutata in quel paradiso ecologico: il contorno delle montagne con il Col d’Abries, il Col Giulian e il Vallone della Longia.
E’ su quelle montagne nella tenerissima età dei 7 anni che Livio Barus scopre il piacere del contatto con la natura e la sopportazione della remunerativa fatica. Lui, al vero nato a Pomaretto nel 1957, aveva trovato nel nonno, lui si Pralino d.o.c., la prima guida sui sentieri di montagna ed anche nella vita. Solo una cosa il nonno non era riuscito a fargli amare: lo sci di fondo cosa che, in valle, poteva rappresentare un’eresia!
I quattordici anni e la conseguente esigenza di frequentare le “scuole alte” lo ha portato a Pinerolo e l’incontro con le corse campestri è stato inevitabile: in quegli anni Pinerolo esprimeva nomi altisonanti nella specialità quali ad esempio Giachetto, Mallica, Lucisano e Ribet tutti sotto l’alta ed esperta guida di Gianfranco Romano e dell’Atletica Pinerolo.
Il passo del montanaro si misurava bene con la pesantezza del terreno fangoso delle campestri ed il solo Anteo Mallica riusciva a contenere l’esuberanza atletica di Livio. Da li alla proposta di investire seriamente nelle campestri e nella pista il passo è stato brevissimo come purè è stata veloce la nostalgia per i sentieri montani.
Nel 1974 Livio approda alla Riv Skf, società sportiva gestita magistralmente da Pier Cesare Morero.
Qualche anno dedicato al rodaggio e poi la prima vittoria assoluta:
A Rucas di Bagnolo P.te c’è una gara che sale al Rumella e ridiscende attraverso il Colle Bernardo. Asfalto zero ma salite impervie e discese tecniche. E’ il suo terreno ideale e non manca la vittoria.
Ad assistere alla performance Gabriele Barra che intravede in lui un futuro campione e lo ospita nel S.D. Baudenasca, società sportiva di eccellenza nella specialità.
Con la maglia della equipe pinerolese inanella circa 50 vittorie ma il suo primo pensiero e ringraziamento va a Piergiorgio Chiampo, il tecnico – atleta che, nonostante appartenesse ad una squadra diversa, non ha mai fatto mancare il suo supporto per indicargli la giusta via alla vittoria.
Lui ci ha messo del suo ed in terra amica (Prali) conquista il titolo provinciale di Gran Fondo davanti a Paolo Musso ed al suo mentore Chiampo Piergiorgio.
Nel 1988 con il “Patron” Gabriele Barra vince la Tre Rifugi; l’anno successivo è Cesana ad accoglierlo trionfante nel Trofeo Chaberton ed al Giro del Monviso (quell’anno a staffetta per “capricci” Fidal) conquista la vittoria portando a termine la gara iniziata da Gabriele Barra.
Nel 1994 a Cafasse si corre una gara nazionale e non mancano i campioni, alcuni dei quali professionisti. Terza posizione battuto solo dagli strepitosi Mauro Fogu e Privato Pezzoli.
Sono piccoli flash del suo curriculum sportivo…i successi che più tornano alla mente. Tra questi non va dimenticato il suo terzo posto alla 22° Tre Rifugi quando stabilì il terzo miglior tempo assoluto in 2.05’07”! davanti a lui solo  il recordman Claudio Galeazzi ed il detentore del record  di salita al Monviso Dario Viale.
Ci ha provato anche nelle pianeggianti e asfaltate maratonine ed il suo “best” di 1.10’07 dimostra che anche li c’era la stoffa.  La maratona, invece, è sempre rimasta li nel cassetto dei progetti.
Il 20 agosto 2015 non poteva mancare alla riedizione storica della Tre Rifugi (esperienza stupenda): il premio più bello è consistito nell’avere rifatto conoscenza con la fatica ed il sudore e la gioia impareggiabile di raggiungere il traguardo anche se, per una volta, senza vincere!
Il Pinerolese, non solo sportivo, si accorge di lui e il 3 giugno del 1994 viene insignito del “Premio Carlo Merlo”
“Correre, divertirsi, scoprire nuovi percorsi ed amici…..e se tutto questo è in montagna è affascinante. Se poi arriva anche la vittoria diventa stupendo!”
Pensieri con un pizzico di nostalgia quelli di Livio. Nella sua mente ci sono Andreolotti, Ruffino, Poet, Brunofranco, Sclarandis, Rossa ed altri che hai suoi tempi avevano già “dato” ma rimanevano i suoi miti e punti di riferimento.
La presunzione non è mai appartenuta a Livio Barus e, conseguentemente, il profondo rispetto per i compagni di avventura. Le sue vittorie sono state esaltanti e le sconfitte senza scuse o attenuanti: in gara ha sempre dato tutti e se qualcuno arrivava prima era perché, almeno in quel giorno, ne aveva di più…….
Carlo Degiovanni