sabato 5 dicembre 2020

NON SOLO COVID, PARLIAMO DI INVINCIBILI SEGRETI: IL PALO DEI CARBONIERI.


Come per Fatima anche l’alta Val Pellice, ed in specifico Bobbio, ha i suoi segreti. Forse sono molti di più ma, piegando strumentalmente la situazione alla similitudine con la lusitana Fatima ed i suoi pastorelli, li limitiamo al numero di 3 dei quali, altra analogia, due svelati ed uno tutt’ora misterioso.

Il primo segreto, collocato sulla sinistra orografica della valle è rappresentato dal “Pergou dar Mariau”, il monolito collocato tra le scoscese faggete tra Barma d’Aout e Rocha Chabert, per il quale è stato svelata la ragion d’essere: colà si recavano le giovani coppie valdesi alla ricerca della fertilità. Poi, con il tempo, hanno capito che “si poteva fare” anche senza quello scomodo pellegrinaggio…

Il secondo segreto, in posizione centrale nella valle, è rappresentato dal laghetto del Nais dotato di capace effluente ma orfano di qualsiasi immissario. Da dove giunge l’acqua che alimenta lo svago di valligiani, pescatori e cormorani e finanche delle intemerate di Fredi? Anche qui esiste la risposta al segreto: almeno 9 sorgenti alimentavano una serie di stagni trasformati dall’opera dell’uomo nel citato laghetto. Alcune di queste giungono dall’oltre Pellice attraversandolo in profondità!

La destra orografica della valle è portatrice, proprio come la citata Fatima, di un terzo segreto al momento non ancora disvelato: risalendo il Vallone dei Carbonieri, tra la centrale idroelettrica e la località Pralapia, un palo – cabina elettrica tende le sue braccia sguarnite ai passanti, ciclisti, motociclisti, automobilisti o semplici viandanti che siano, quasi a implorare un abbraccio. Vive lì in perfetta solitudine oramai da più di trent’anni, forse quaranta, sempre in attesa che qualcuno gli presti attenzione. Sperava negli anni di essere dotato, se non di un trasformatore elettrico, perlomeno di un cavo che lo collegasse con il mondo. Si sarebbe accontentato anche di tre singoli fili nudi, purché di rame. Anche la vegetazione parassita, tipo l’edera, lo snobba causa il suo corpo in cemento armato centrifugato. Si è illuso qualche anno fa in occasione della elettrificazione in zona che qualcuno gli conferisse un ruolo nella evoluzione elettrica di valle invece…nulla, superato dalle nuove tecnologie. Rimane lì, immobile e triste ad osservare le fatiche dei ciclisti impegnati nella tortura della estenuante salita! Talvolta qualcuno gli rivolge uno sguardo ed un saluto e questo un po’ lo rincuora.

Disvelare il terzo segreto di valle non cambierebbe le sorti del mondo ma ci aiuterebbe tutti a vivere con qualche certezza in più in un momento denso di incertezze e paure. Chi può aiutarci? Chiedo per un muflone.

Carlo Degiovanni