venerdì 1 settembre 2017

L’IMPRESA DI DARIO VIALE NEL 1986 – TRATTO DAL SUO LIBRO “TRAIL DE VIE” - FUSTA EDITORE

…E’ il 1985, ormai ho una certa esperienza di corse sui monti e mi rendo conto che questa salita affrontata con atteggiamento atletico è davvero possibile in poche ore, quante non lo so. Ne parlo con Felice Cacciolatto, il presidente della mia società sportiva, l’U.S. Sanfront…Felice mi comunica che il dado è tratto…il tentativo del record del Viso si farà! Che sciabolata!
…tanti pensieri mi attraversano la mente mentre la mia malconcia auto mi porta al Pian del Re…Ma penso soprattutto alla mia corsa: so che non dovrò sbagliare nulla, assolutamente nulla. C’è un breve ma ripido ghiacciaio da salire con le scarpe da corsa, forse la parte che mi impensierisce di più, e poi una parete rocciosa di secondo e anche terzo grado, dove ovviamente è…vietato cadere! …sono dubbioso sulla possibilità di fare meglio di Livio Berta la guida alpina delle valli di Lanzo che avrebbe realizzato l’impresa (negli anni precedenti 2 ore e 7 minuti ufficioso n.d.a.)…
…raggiungo il primo obiettivo di giornata, la partenza di Pian del Re! Conosco Berta, che mi fa subito un’ottima impressione, e ritrovo i compagni che correranno con me, Giovanni Martino e Renato Aglì. Si aggrega all’ultimo anche Domenico Bruno Franco, ci dice che anche lui ha già fatto l’ascesa veloce in meno di due ore e un quarto, è un corridore assai tosto…
…via! Finalmente! Adesso tutte le angosce e i dubbi si si tramutano in azione, tutta la tensione accumulata fluisce in corrente. Sono attentissimo e non spreco energie con una partenza troppo veloce dovuta a vana agitazione nel primo ripido tratto. Renato tiene il mio passo fino al lago Fiorenza. Mi accorgo sul lungolago che sto andando veloce senza assolutamente forzare, la respirazione è tranquilla e le gambe girano a meraviglia. Sto già staccando anche Renato, che nei programmi avrebbe dovuto accompagnarmi fino al passo delle Sagnette. Che peccato, speravo nel suo aiuto, ma sento che devo andare a questa andatura, al mio passo…
…ogni tanto escursionisti mi salutano e incitano…nel lungo traversone prima delle morene del colle di Viso controllo il mio distacco dai compagni di avventura, ho già certamente più minuti di vantaggio, vedo la maglietta gialla di Berta lontana e questo mi rincuora assai: se lui ha impiegato due ore e sette ed è laggiù in fondo, che tempo posso fare io se reggo?...
…Arrivo nei pressi del rifugio Sella…è poco più di 35 minuti da che son partito…Sento l’incitamento dell’amico e compagno di squadra Dario Farina, poi attacco la salita verso il canalone delle Sagnette…al colle c’è Silvio Oreste, altro compagno di squadra, e bevo un sorso d’acqua per la prima volta dalla partenza, poco meno di un’ora prima…Riprendo fiducia nel lungo tratto di immani pietraie che portano verso la parete…Ora sono nei nevai, coraggio, un altro punto topico. Non sono preoccupato per il pericolo di una scivolata, sono preoccupato per l’eventuale tempo che perderei a tornare su e l’agitazione  e il dispetto che ne deriverebbero! La concentrazione andrebbe a farsi benedire, in quel caso! Invece volo letteralmente sulla neve ancora ghiacciata…ora non mi rimane che la parete finale, devo aprire tutto il gas, dare tutto, una bella parte è già alle spalle, forza!
…Qualcuno mi incita, ho sete e chiedo da bere a un alpinista, nessuno mi ostacola nei passaggi cruciali, continuo a salire. Chissà a che punto sono, ci vorrà ancora molto? Quando finirà?...Ad un certo momento sento un urlo dall’alto “Eccolo!”. Incredibile, sono già in vetta! Una breve occhiata all’orologio e più che capire intuisco che sto realizzando una formidabile performance…Non oso pensare al tempo finale, salgo in apnea tra le grida di incitamento, riconosco il vocione di Felice, la voce di Antonella. Un ultimo sprint e sono alla croce, fermo immediatamente il cronometro e finalmente realizzo il tempo impiegato: 1 h 48 m 54 s! Pazzesco!...Grandi e intensi abbracci suggellano l’impresa… “E’ come il salto in lungo  di Bob Beamon nel ’68 in Messico: imbattibile!”…
…Berta quando si è reso conto che il distacco era incolmabile ha deviato sulla più  diretta e alpinistica cresta est come aveva accennato al mattino, concludendo con un gran tempo: un’ora e cinquantanove, record di questa via. L’amico Giovanni, bravissimo, precede in due ore e otto minuti Domenico, il quale conclude in due ore e tredici, infine Renato, che chiude la corsa in due ore e diciassette. Arriva anche Giovanni Albertengo, a sorpresa, partito da Crissolo con cronometraggio non ufficiale, conclude in 2h 56m…
…Dopo le felicitazioni e i festeggiamenti al rifugio Sella, continuiamo la discesa a Pian del Re. Ad un certo punto lascio sfilare il gruppo e mi fermo ad osservare il Re di Pietra, da solo. Silenzio. Penso che di questo colosso roccioso non rimarrà null’altro che della sabbia, sparsa forse nei luoghi che oggi chiamano Valpadana, mare Adriatico…Appare lontano quel giorno, solo perché la vita dell’uomo è un breve attimo. Non resterà nulla del Monviso.
Tutto vano questo travaglio, dunque? Non lo so, mi rispondo, ma la vita dell’uomo senza passione sarebbe ben poca cosa, un’asettica e abulica attesa del trapasso. Ed oggi non è giornata da dubbi esistenziali! Sorrido tra me e riprendo il mio cammino, di slancio.