“Bertin s’arrende solo al destino” titolava La Gazzetta del Popolo a tutta pagina nel 1976 quando alla seconda partecipazione olimpica (la prima a Sapporo, 12°, nel ‘72) centrò la 4° posizione, nella prova di Biathlon, dopo avere accarezzato a lungo il “sogno” della medaglia d’oro.
Prosegue il cronista:
“Ancora una volta la balena bianca è sfuggita beffarda alla caccia di capitan Achab. Ancora una volta la sorte ha scherzato con le sofferte aspirazioni di Willy Bertin illudendolo di avere centrato quella preda che braccava da quattro anni, inseguendola sci ai piedi e fucile in spalla. Dall’Italia all’Austria, via Giappone: la medaglia olimpica del biathlon.”
“Purtroppo la logica del numero ha avuto il sopravvento: difficile battere tutti i 30.000 sovietici che praticano questo sport.” era la rassegnata conclusione di Willy.
In un mondo che abusa di appellativi per celebrare i campioni veri o presunti dello sport Lui è un “Gigante” vero!!!
Montanaro di Angrogna ha onorato il suo piccolo Paese e l’Italia intera con la maglia delle Fiamme Gialle di Predazzo praticando tutti gli sport che richiedono fatica ma non trovano grandi spazi sulle testate sportive: Biathlon, Sci Alpinismo e Marcia Alpina.
Il suo palmares nella specialità che fu la Marcia Alpina è davvero impressionante soprattutto se si considera che per lui la pratica di questa disciplina rappresentava semplicemente un “allenamento a secco” finalizzato all’agonismo invernale sugli sci:
Il Servin, il monte di casa, lo ha visto vincitore per cinque edizioni mentre quattro sono state le affermazioni allo Chaberton.
In quei tempi a Sauxe d’Oulx si correva il “Genevris” – Trofeo Tenente Zorzetting e lui portò a casa tre vittorie come pure alla Ruata – Pramollo.
In Valle Pellice, oltre al Trofeo Monte Servin si ricorda una sua vittoria a Castelluzzo ed un terzo posto alla Tre Rifugi dell’esordio. Correva l’anno 1972.
Lo sci, nelle varie interpretazioni, lo ha visto raggiungere le quote più eccelse.
Olimpionico di Biathlon per due edizioni consecutive ha iniziato la sua carriera nelle Fiamme Gialle di Predazzo nel 1964 approdando presto nella squadra nazionale di fondo (1972). Sci ai piedi e fucile in spalla ha vinto ben 13 titoli di Campione Italiano.
Nello sci alpinismo vanta due terzi posti al “mitico” Mezzalama e numerose vittorie al Trofeo Parravicini (Paganella), alla Tre Rifugi di Mondovì, la Pizzolada delle Dolomiti ed il valdostano Trofeo Rollandoz senza dimenticare i quattro primi posti al Trofeo 5 Nazioni.
In anni recenti ha trasportato la sua passione sportiva a Rukas dove trasmette ai più giovani la sua passione per lo sci. Campione di sport e di modestia mai sufficientemente riconosciuto merita un posto in prima fila nell’Albo degli Invincibili con la speranza di vederlo domenica 9 ottobre sui sentieri di Bobbio Pellice ad incitare gli sportivi di adesso.