domenica 9 aprile 2017

Invincibili in cammino: LA RUBINELLA

Dopo avere percorso 4 km dalla partenza la mulattiera presenta uno spettacolo davvero impressionante. Un rio impetuoso precipita dalla destra della direzione di salita e prima di raggiungere per successive cascate il letto del Subiasco disegna un’ansa profonda contornata da alte rocce a precipizio. Un’attenta analisi delle citate rocce, a sinistra, ci consente di vedere la presenza di alcuni “spit” segno del passaggio di qualche alpinista che ha tracciato sapienti vie di arrampicata (monotiri).
Alzando lo sguardo a destra invece incombono imponenti le rocce della Rubinella e della Gran Guglia. Queste rocce sono state la vera e propria fortezza a protezione della resistenza degli Invincibili.
Attraversato il torrentello la mulattiera sale per una quindicina di tornanti piuttosto impegnativi. Dopo il primo tornante si possono notare sulla sinistra le tracce della vecchia via di accesso al Barma d’Aout: il vecchio sentiero saliva il fondovalle costeggiando il Subiasco. Dopo la realizzazione della nuova mulattiera l’antico sentiero è stato utilizzato da cercatori di funghi, pescatori di montagna e  alpinisti-filosofi, veri amanti della solitudine, che nella crudezza del Vallone degli Invincibili hanno dato sfogo alla loro passione aprendo vie di roccia tanto ardite quanto suggestive. Da questo sentiero si accede, infatti, alla severa parete di Rocha Ciabert.
Noi proseguiamo per il sentiero principale e il nostro cammino trova un momento di relax al culmine dei tornanti. Il toponimo del posto è il “ Bars ‘d l’Ours” citato in precedenza. Le antiche leggende (?) raccontano dell’esistenza in quel luogo di un orso che vagava per i radi boschi e si rinfrescava nel “Tumpi ‘d l’Ours” situato nel Subiasco che scorre nella gola. E’ invece certo che il posto ospitasse la “stazione intermedia” della descritta teleferica.
Li è anche collocata una vera e propria “pietra filosofale”, un macigno piatto che invita al riposo ed alla contemplazione di un panorama davvero impagabile. Nel tardo autunno talvolta la “pietra filosofale” è occupata da solitarie vipere che, in attesa del letargo, si stendono completamente a sonnecchiare godendosi l’ultimo sole di stagione.
Carlo Degiovanni