giovedì 22 dicembre 2016

Galleria degli Invincibili tra storia e sport: SILVIO CALANDRI

La “Granta Corsa”. No, non è un errore di battitura ma l’appellativo di una strabiliante competizione di montagna per coppie di atleti che a metà degli anni ’70  si proponeva agli sportivi  più preparati e solitamente professionisti dei corpi militari.
Venti Km sono poca cosa rispetto alle esagerazioni odierne ma li si scalavano pareti (4° grado) si superavano crepacci e ghiacciai. In dotazione obbligatoria scarponi, ramponi, imbrago (di quelle di un tempo), corda ed abbigliamento adeguato.
Partenza da Peuterey, alla base del Monte Bianco, salita prima dolce ai casolari del Fresney e poi più impegnativo sulle rocce dello Chatelet . Ancora salita sul ghiacciaio del Brouillard fino a raggiungere il Rifugio Monzino. Poi la discesa in parete di roccia fino al traguardo.
Destò scalpore e titoli di giornali quando: “I militari battuti nella corsa sul Bianco” e ancora: “I Valligiani vincono la Granta Corsa”. E tra gli avversari battuti c’erano Leo Vidi, Gianfranco Zenoni, Livio Stuffer e Gianfranco Bazzana: una sinfonia di grandi campioni!
I soggetti capaci di tanto erano Treves Marco in coppia con Silvio Calandri!!!
A scorrere il copioso materiale gelosamente conservato da Silvio riguardante la sua storia sportiva pare di entrare nel sacro tempio dei campioni che hanno dato carattere epico ad uno sport povero (ma non un povero sport).
E dire che le sue origini appartengono, ancora una volta, al “Mondo dei vinti” narrato da Nuto Revelli. Ussolo di Prazzo in alta Valle Maira è la sua terra che Silvio, peraltro, non ha mai abbandonato. Solo il lavoro o ha portato a valle, o meglio, nelle altre valli ad operare sulle centrali idroelettriche disseminate sui torrenti montani. Solo il tempo del lavoro, però, e poi il ritorno dove “porta il cuore”.
La vittoria, peraltro a sorpresa, alla Granta Corsa è stata una magnifica perla di una collana davvero strabiliante e sceglierne le migliori è d’obbligo se non si vuole produrre un elenco infinito di vittorie. 
Ed allora partiamo dallo Chaberton dove Calandri esordisce nel 1975 con un brillante e promettente 2° posto dietro all’olimpionico Willy Bertin. Porta la maglia di casa del Valmaira che cambierà con quella della Fortessani di Prazzo prima di approdare definitivamente allo S.C. Challant degli amici Nicco e Treves.
Poi, vince per due edizioni consecutive nel ’76 e 77 con i podi completati rispettivamente da Edo Ruffino e Giovanni Mostachetti il primo anno ed ancora Ruffino ed Erminio Nicco nel successivo: una parata di grandi atleti quando La Stampa scriveva: “alla grande gara di marcia alpina ha preso parte un nutrito gruppo di atleti (61)”.
Nel 1977 il Sestriere ripropone agli appassionati della Marcia Alpina per la seconda edizione la Tre Funivie. Circa 20 Km e 1700 metri di dislivello toccando le tre storiche funivie. La vittoria di Silvio Calandri è condivisa con Edo Ruffino con un arrivo ex aequo in 1.49’38”.
Sempre nel 1977 è il Castelluzzo di Torre Pellice a salutarlo vincitore.
Ma è sulle montagne quasi di casa che Silvio costruisce il capolavoro. 
A Pontechianale in alta Val Varaita la Comunità Montana e le sezioni del Cai di Saluzzo e Barge si inventano una impresa: il Giro del Monviso. 40 kilometri attorno al Re di Pietra e 2483 metri di dislivello.
Favorito d’obbligo uno strepitoso Dario Viale reduce dalla recentissima vittoria alla Himalaya Marathon. Ad accompagnarlo l’amico svizzero Felix Thurler anche lui con i favori del pronostico.
Silvio Calandri parte in sordina nella sfida tra eccellenti montanari ma la sua prudenza sulla distanza inusuale risulta vincente e si presenta a braccia alzate sulla piazza di Pontechianale.
Anche l’ “amico” Chersogno, la montagna di casa ha assistito ad una sua vittoria: era il 1986 e sulla spettacolare vetta della Val Maira giunse per primo in compagnia di Bruno Poet.
La Val Pellice ha un ricordo particolare di Silvio Calandri. Dopo quattro anni di dominio incontrastato della coppia Treves – Morello alla Tre Rifugi Val Pellice è l’atleta della Val Maira ad interromperne i successi. In coppia con Erminio Nicco vince nel 1976 stabilendo l’imbattuto record a coppie in 2.05’44” e bissa il successo nel 1977 aggiungendo poco più di un minuto al responso cronometrico.
La sua strepitosa carriera sportiva è durata una quindicina d’anni prima che qualche problema fisico gli consigliasse il ritiro dalle competizioni.
Con le sue imprese sportive ha costruito amicizie e si è guadagnato la stima nel mondo della cara vecchia Marcia Alpina. 
Da qualche anno si dedica ai balli occitani che caratterizzano la cultura della sua terra e coltiva la passione per la fotografia e le riprese video. Le corse adesso le fa ad accontentare gli amici che richiedono la sua professionalità per immortalare importanti immagini di vita.
E abita, anzi vive ancora la sua terra, le “terre alte” della frazione di Ussolo di Prazzo nella amata Val Maira.
Carlo Degiovanni